Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Dybala ha già stregato Juve e Argentina
Allegri lo sceglie come rigorista, il ct Martino gli consegna l’Argentina
L'investitura può avvenire anche così, con l'assegnazione di una responsabilità in un momento particolarmente delicato. E' accaduto al minuto 53 della sfida di domenica con il Bologna. Morata conquista un rigore, prende il pallone e si dirige verso il dischetto intenzionato a fare doppietta, dopo il gol che ha riportato in parità la partita. Dalla panchina arriva invece l'ordine di Massimiliano Allegri: al tiro deve andare Paulo Dybala. Entrambi sono rigoristi, così come Paul Pogba: il francese ha fatto centro a Genova, l'argentino con il Chievo. Manca appunto Alvaro, che vorrebbe dare un altro segnale forte nella partita. Tocca invece a Dybala: «I rigoristi sono loro, poi durante la partita decido io - ha spiegato il tecnico Ho scelto Paulo perché pensavo fosse il tiratore giusto per questa gara».
IN UNDICI METRI. E così, in effetti, è stato. Palla da una parte, portiere dall'altra, come nel più classico dei calci di rigore: Dybala ha fatto di nuovo centro, come contro il Chievo, in un momento decisivo della partita, dopo le solite difficoltà iniziali che avevano messo la strada in salita. Con freddezza tipica dei giocatori esperti, non avvertendo il peso della responsabilità, l'ex palermitano ha permesso alla Juve di mettere la freccia e volare verso tre punti preziosissimi. Lui, intanto, a 21 anni, ha iniziato a «prendersi» davvero la Juve. Sì, lo dicono i numeri. Paulo è il capocannoniere bianconero con 4 reti in 9 presenze, un bottino che inizia a pesare davvero nonostante le difficoltà di questo primo scorcio di stagione. Dal gol che ha firmato la conquista della Supercoppa italiana a Shanghai alle tre panchine consecutive con Manchester City, Genoa e Frosinone, alle successive tre gare da titolare con Napoli, Siviglia e Bologna tanto è cambiato. E tanto si è discusso. Perché l'inizio in Cina era stato subito super e lasciava intendere un futuro immediatamente roseo ma qualcosa si era repentinamente bloccato. Nonostante gli infortuni dei colleghi di reparto, prima Morata poi Mandzukic, infatti, Allegri ha centellinato il giovane argentino.
Proprio la gioventù, e la connaturata inesperienza a certi livelli, è stata indicata come la ragione di un impiego a singhiozzo. Il tecnico lo ha ripreso, anche pubblicamente, per qualche errore di gestione del pallone nei momenti delicati della gara. Ma non sembrava una motivazione sufficiente per spiegarne l'utilizzo part-time. Perché è giusto non investire di troppe responsabilità un giocatore giovane, alla prima esperienza con un maglia pesantissima come quella della Juve. E infatti Allegri ha individuato per lui un percorso simile a quello utilizzato lo scorso anno con Morata, accompagnandone le crescita e l'esplosione del talento. Paulo ha reagito con il lavoro, con l'impegno quotidiano, negando pubblicamente problemi con il tecnico e attendendo il momento giusto. Ora le partite con Siviglia e Bologna possono rappresentare il momento della svolta definitiva. Perch[ l'impressione è che davvero «u picciriddu», il bambino in dialetto siciliano come era soprannominato a Palermo, stia diventando grande in fretta. E di questo non può che beneficiarne la Juve, che ora dovrà iniziare a scalare la classifica. Con le gerarchie che si stanno man mano definendo, l'asso nella manica può diventare proprio Paulo.
Dalle esclusioni alle nuove gerarchie E ora dal dischetto viene preferito anche a Morata
“SELECCION”. Lui intanto si gode il momento e prepara la «prima volta» con l'Argentina. Sì, perché l'attaccante bianconero è volato in Sudamerica, con l'altro bianconero Pereyra, per rispondere alla prima chiamata nella “Seleccion” per le sfide con l'Ecuador e con il Paraguay. Non c'è il più forte di tutti, Leo Messi, bloccato da un infortunio, ci sono Aguero, Lavezzi, Tevez e Correa a fargli compagnia nel reparto avanzato. Chissà se il Tata Martino gli concederà la festa dell'esordio: inizierebbe a prendersi anche l'Argentina, lui che, avendo anche il passaporto italiano, ha rifiutato le lusinghe di Antonio Conte.