Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
A poco a poco Perisic ha preso in mano l’Inter
Il croato contro la Samp ha mostrato le sue potenzialità
Quando è andato stabilmente a sinistra, per l’Inter si è accesa la luce e i tifosi nerazzurri che non lo avevano seguito con attenzione nel Wolfsburg hanno capito perché Roberto Mancini aveva insistito così tanto con i dirigenti per acquistarlo. La trasferta di domenica a Genova ha permesso al popolo interista di vedere quello che Ivan Perisic può dare alla squadra e, se prima del match contro la Sampdoria qualcuno poteva avere dei dubbi (obiettivamente non aveva brillato né in un ruolo che non sente suo come quello di trequartista né come laterale destro nel 3-5-2 utilizzato contro la Fiorentina), adesso il valore del croato non è più in discussione. L’ex Wolfsburg ha colpi da grande giocatore e, al netto del gol del pareggio contro i blucerchiati, ha margini di crescita notevoli se sarà sempre utilizzato
nel suo ruolo “naturale”.
CARA FASCIA. Mancini conosce meglio di tutti Perisic perché è stato lui ad avallarne l’acquisto dopo che gli scout nerazzurri e il ds Ausilio gli avevano sottoposto il nome del croato. Il tecnico di Jesi è cosciente che Ivan non sia un trequartista, ma finora è stato costretto a utilizzarlo in questa posizione sia da esigenze tattiche (a Genova c’era la necessità di non lasciare libero in fase di impostazione Fernando) sia dall’assenza di un giocatore con le stesse caratteristiche sull’out destro per passare al 4-3-3. Perisic così è stato spesso costretto ad adattarsi, a partire dal centro e ad allargarsi sull’amata fascia sinistra. La partita di Genova, però, ha fatto vedere quello che l’ex Wolfsburg può dare nella posizione di campo a lui più congeniale: un cross dietro l’altro, molti uno contro uno, tante iniziative pericolose che hanno dato ampiezza alla manovra e costretto sulla difensiva una Sampdoria che, anche grazie al suo... martellamento, ha iniziato ad avvertire il peso della stanchezza. Con la prova di domenica Perisic ha notevolmente migliorato numeri che non erano scadenti, ma che adesso sono addirittura eccellenti se paragonati con quelli dei pariruolo: il croato nelle sue 5 presenze nerazzurre ha una media di 5,4 cross a incontro (la media nel ruolo è 1,2) e supera le altre ali nella partecipazioni al gioco aereo oltre che nei tiri nello specchio (1 a gara contro una media di 0,34).
STUDIA L’ITALIANO. Da ieri il numero 44 nerazzurro si è unito alla sua nazionale che, con in panchina il nuovo ct Cacic (esonerato a settembre Kovac), giocherà due delicate gare di qualificazione agli Europei contro la Bulgaria (sabato) e Malta (martedì). Al suo ritorno ad Appiano, però, inizierà un corso di italiano perché, oltre a capire la nostra lingua, vuole anche parlarla. La società lo farà aiutare da uno degli insegnanti della scuola a cui l’Inter si appoggia e prenderà lezioni individuali a domicilio esattamente come Kondogbia (Murillo e Miranda hanno invece scelto di studiare alla Pinetina). A breve, inoltre, prenderà possesso della casa trovata in centro e lascerà l’hotel dove si è trasferito da quando è sbarcato a Milano.
LA JUVE E... CUADRADO. Alla ripresa del campionato poi sfiderà quella Juventus che nell’estate 2014 si era interessata a lui e, verosimilmente, sulla fascia se la vedrà in un duello a tutta velocità con il colombiano Cuadrado. L’ex Fiorentina e Chelsea, con lui di fronte, fa meno paura e non a caso ieri il vice presidente Zanetti al croato ha riservato parole cariche di ammirazione: «A Genova ha fatto una grande partita, non solo per il gol. Può ricoprire molti ruoli, attacca e si sacrifica in fase difensiva. Nel secondo tempo riusciva con grande facilità ad arrivare fino in fondo e mettere cross interessanti». Davanti aveva un ragazzo di talento (ma appena diciassettenne) come Pereira. Contro la Juve ci sarà Cuadrado, ma Perisic è pronto per la sfida.
Schierato nel suo ruolo naturale, ha un’ottima media nei cross effettuati e nelle finalizzazioni Capisce l’italiano ma sarà seguito da un insegnante per imparare anche a parlarlo