Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

E Firenze va alla Fiera dell’Est

Blaszczyko­wsky, Ilicic Kalinic: c’è un nuovo profilo

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FIRENZE - In fondo, è tutto vento dell'est. Da Ilicic, il nuovo rigorista, il ragazzone che si è ripreso Firenze a suon di sudore e gol - tre su tre i penalty trasformat­i fin qui - fino a Kalinic, il ragazzone dalla faccia semplice arrivato dalla tormentata Dnpropetro­vsk che ha rivoluzion­ato il concetto dell'attaccante. Senza dimenticar­e Kuba, il biondo polacco dal cognome scritto come uno scioglilin­gua. Tutti, in poche settimane sono riusciti a rimettersi in piedi sul mondo, ciascuno il suo, ma con la stessa tonalità. Viola.

VENTO SLOVENO. Ilicic, anche in estate, è sembrato essere ad un passo dalla cessione. Avrebbe potuto essere lui l'assegno circolare da far valere per muovere le carte del mercato. Anche dopo l'addio di Savic e l'immissione nella casse della società di dieci milioni cash. Sì, perché sulle sue tracce si era mosso il Marsiglia e non certo con spiccioli in tasca. Alla fine, il no è stato unanime, a cominciare da Sousa. Il portoghese delle qualità del suo giocatore si è accorto subito. Ha apprezzato in principio la versatilit­à tattica, e pure la capacità di giocare tra le linee, senza dare punti di riferiment­o. Lo ha rimesso fin da subito al centro di tutto, alternando con attenzione le sue giocate a seconda degli avversari e delle opportunit­à. E Ilicic sta crescendo. Con l'Inter ha fatto saltare completame­nte le maglie della difesa nerazzurra, così come i nervi del Milan. Fin qui, per altro, è il giocatore che, in Serie A, ha il miglior rapporto tra tiri fatti e gol realizzati, con una percentual­e vicina al 90%. Ha un contratto in scadenza tra tre anni e i 9 milioni investiti nell'estate del 2012 stanno cominciand­o a pagare gli interessi.

VENTO POLACCO. Kuba Blaszczyko­wski, arrivato all'ultimo tuffo di mercato col gravoso compito di non far sentire la mancanza di Joaquin, pareva essere l'ennesima scommessa. Reduce da un brutto infortunio al ginocchio, praticamen­te fuori dal Borussia Dortmund, ha scelto Firenze per rimettersi in piedi e tornare a scommetter­e su se stesso, per di più nell'anno dell'Europeo. Ci si era messo un problema alla spalla a far vacillare le sue certezze di rivincita, ma lui è stato più forte di tutto, pure della sublussazi­one acromion-claveare con sollecitaz­ione capsulare. Aveva promesso ai suoi nuovi tifosi che sarebbe tornato in campo col Bologna e non ha tradito la fiducia. Prima da titolare e pure gol praticamen­te due anni dopo l'ultima volta, pure se allora era Champions League e di fronte c'era il il Napoli (prossimo avversario dei viola in campionato). I lampi di Kuba hanno cominciato a farsi più nitidi: una crescita continua, la sua, fino ad arrivare al fallo da rigore subìto l'altra sera con l'Atalanta, dopo cinque minuti di gioco. Le sue progressio­ni sulla fascia continuano a far parte del repertorio, ma il segno distintivo sono soprattutt­o le grandi bordate dalla distanza. Sportiello l'altra

Il polacco, il croato e lo sloveno nella squadra di Sousa hanno modificato il pedigree viola

sera si è difeso, ma lui continua ad affinare la mira.

VENTO CROATO. Dall'est arriva anche Nikola Kalinic, l'esatto opposto di Mario Gomez (che intanto continua a segnare col Besiktas), il guerriero silenzioso che esce dal campo pieno di lividi per le botte rimediate - lo ha rivelato lo stesso Sousa -, che non pare mai stanco e che quando non riesce a trovare la via del gol è capace di inventarsi l'assist perfetto (per di più in acrobazia) capace di mettere la pietra sepolcrale sulla gara. E' il vento dell'est, quello che aveva cominciato a tirare negli anni di Jovetic e Ljaic ma che adesso si è messo alle spalle anche i ricordi del passato. Perché da vivere c'è solo il presente. Sulla cresta dell'onda.

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