Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Tommasi: Una riforma flop
«Pochi giovani e niente seconde squadre, così non va»
Le rose a 25 squadre non hanno portato i benefici sperati, le norme della Figc relative alle scadenze economiche lasciano il tempo che trovano perché non vengono fatte rispettare e il progetto delle seconde squadre non viene portato avanti: il direttivo dell’Aic riunito ieri all’Expo ha fatto un quadro piuttosto critico della situazione del nostro calcio.
SECONDE SQUADRE. E’ stato il presidente dell’Associazione Calciatori, Damiano Tommasi, a fare il punto della situazione iniziando dalla riforma delle rose che «come temevamo ha avuto effetto contrario rispetto a quello che si voleva. Dando un’occhiata ai numeri si scopre che quest’anno c’è meno posto per i nostri giovani e che si vanno a pescare gli Under 21 (non sono inseriti nella lista dei 25, ndr) all'estero. La rosa a 25 non è una soluzione e non ha dato i frutti sperati. Se l’obiettivo era far crescere i ragazzi, la Federazione lo ha fallito. Le seconde squadre utilizzate nei campionati minori viceversa aiuterebbero le nostre nazionali e incentiverebbero l'utilizzo dei nostri talenti. In Spagna questa formula ha avuto successo, ma nonostante noi la chiediamo da 5-6 anni, finora non c’è stato niente da fare».
RIFORMA CAMPIONATI. Tommasi ha inoltre ribadito la posizione dell’Aic sulla riforma dei campionati: «E’ necessario capire quanti club possano fare del professionismo rispettando le norme e permettendo ai campionati di essere regolari. Quando ci sono insolvenze è difficile che un torneo sia trasparente. Mi sembra che anche la riduzione della Lega Pro a 60 squadre finora non abbia dato i risultati sperati. Le norme della Figc sulle iscrizioni? Lasciano il tempo che trovano perché ci sono troppe società che non rispettano i controlli».
E sul calcio femminile ha detto: «Le calciatrici sono deluse da un’estate che si aspettavano diversa dopo la finale di Coppa Italia e tutto quello che è successo. Speriamo che ci sia la volontà da parte della Figc di portare avanti un programma di riforme a questo punto indispensabile. Le donne chiedono di essere professioniste a tutti gli effetti, come gli uomini, altrimenti il movimento non può crescere».