Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
PER USCIRE DALLA CRISI
Il club dà la fiducia per non sconfessare il progetto Dopo la sosta il tecnico ha quattro partite per la svolta
Quella del Bologna (confermare Rossi nonostante l’inizio-choc) è una scelta coraggiosa e - in fondo - logica; perché 1) la società ritiene che Rossi sia l’unico allenatore in grado di dare un gioco a questa squadra; 2) c’è un progetto da portare avanti e 3) esonerare Rossi significa anche sconfessare se stessi, cioè l’idea su cui poggia il progetto (squadra futuribile eccetera) e il mercato che si è fatto (tra investimenti vari siamo oltre i trenta milioni) perché questo progetto prendesse forma. E’ anche di questo che hanno parlato l’ad Claudio Fenucci e il direttore dell’area tecnica Pantaleo Corvino ieri mattina a Casteldebole. (Il club manager Di Vaio sta frequentando il corso di direttore sportivo a Coverciano e Delio Rossi ha raggiunto la famiglia a Roma dove rimarrà anche oggi prima di rientrare a Bologna domani per la ripresa degli allenamenti). Ci credono (in Rossi) i dirigenti, ma non possono fare a meno di crederci. La posizione di Rossi non è mai stata messa in discussione, nemmeno nell’incontro tra i due dirigenti; che anzi si sono concentrati sulla risorse da utilizzare per uscire da questa crisi. L’ultimo posto in classifica - al di là del record negativo - inchioda tutti alle proprie responsabilità e agita nubi nere in un ambiente che fin qui a sostenuto a prescindere la squadra, nonostante le sconfitte siano già sei (su sette partite). Di Vaio, intervenuto ad un convegno all’Isokinetic, ieri sera ha detto: «Abbiamo un futuro glorioso. Ci vuole pazienza. La strada è quella dei giovani».
L’USCITA. «Mancano i risultati», ripetono a Casteldebole; convinti come sono che i bagliori del gioco si sono invece intravisti. La verità è che - tra le alre cose - a questa squadra manca la personalità, manca il leader, mancano quei due-tre giocatori che nei momenti di crisi si caricano sulle spalle la squadra e la portano oltre i propri limiti, contribuendo ad arraffare qua e là quel paio di punti che oggi farebbero comodo al Bologna, soprattutto per dare serenità all’ambiente e autostima alla squadra. La scelta di ribadire la fiducia a Rossi va letta anche con questa prospettiva. Il Bologna sa che chiamare un allenatore che scuota tutti può rivelarsi un boomerang. Avrebbe cioè un respiro corto che cozzerebbe con il progetto di crescita del club (e costringerebbe tutti a ripartire da zero). Avanti con Rossi, dunque, sapendo che questa squadra la personalità non può darsela da sola (semplicemente: non ce l’ha in dotazione) e sperando che sia proprio il tecnico a supplire a questa mancanza consegnando un gioco, cioè un’idea forte di gioco, che sia il terreno su cui seminare il futuro e guadagnarsi il presente. La società ha la certezza che Rossi sia in grado di fare questo. E la sosta, in questo senso, dovrà servire come una ricarica del telefono. Anche perché, dopo lo stop, il calendario del Bologna offre ai rossoblù la possibilità di tornare a galla e risalire la china di questa impietosa classifica: Palermo in casa, trasferta a Carpi, Inter e Atalanta in casa. Il tutto in due settimane: dal 18 ottobre al 1 novembre. E’ questo il tempo concesso a Delio Rossi per dare un gioco a questa squadra, per infonderle fiducia, per garantirle infine quegli equilibri imprescindibili per dare un senso a questo campionato. E’ chiaro che - dopo questa tranche - il Bologna trarrà un bilancio parziale di questo inizio di stagione. Solo allora, non prima. E a quel punto si comincerà a considerare anche la finestra-mercato di gennaio, per cercare di rinforzare con un paio di acquisti questo gruppo (nessuna rivoluzione in programma) e per fare in modo di non accumulare in sede di mercato quel ritardo che oggi zavorra il Bologna.
L’obiettivo è quello di dare un gioco alla squadra per supplire alla personalità (che ancora non c’è)
Ieri mattina summit tra Corvino e Fenucci. Mercato di gennaio: due rinforzi «ragionati»