Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Dettori dopo il poker «Che star Golden Horn!»
“Gloria eterna per Dettori”, titola il Racing Post. La bibbia dell'ippica, l'unico quotidiano immancabilmente letto da sua Maestà. Anche la sovrana ha applaudito l'impresa di Frank Dettori, l'intramontabile. Che a 44 anni, quando in molti lo davano per finito, è riuscito a piazzare la vittoria più bella: il poker all'Arc de Triomphe. Contro i pronostici. Al termine di una gara entusiasmante, dominata davanti alla femmina francese Treve, la più attesa. In sella a quello che sul traguardo ringrazia come «l miglior cavallo con cui abbia mai corso».
Quindi l'immancabile show, il salto da Golden Horn, le mani al cielo, un tripudio festante che lo attende a terra. «Ho sempre creduto in questo cavallo e lui mi ha ripagato con una corsa da superstar - le parole di Dettori - E' stata una gara fantastica, per tutta la settimana mi ero scervellato sulla tattica da seguire perché volevo mostrare al mondo che razza di cavallo è Golden Horn».
Missione compiuta, anche grazie alla strategia di gara messa a punto con l'allenatore John Gosden, uno dei suoi maestri all'inizio della carriera. «Quando vieni sorteggiato così largo devi restarci e fare la tua gara al tuo ritmo prima di tagliare al centro - la spiegazione di Gosden - Il piano era portarlo nelle prime posizioni in prossimità del traguardo. Ha funzionato tutto alla perfezione perché Frankie ha corso alla grande».
Grazie al successo parigino Gosden ha incassato un assegno di cinque milioni di euro: «Vincere qui è fantastico come vincere il Derby in Inghilterra». Per Dettori è l'ennesimo rilancio di una carriera in cui non sono mancate le cadute. Come la positività alla cocaina nel 2012, costatagli sei mesi di squalifica. Acqua passata, come l'esperienza in tv come concorrente del Grande Fratello. Nel futuro del fantino italo-inglese c'è più che mai l'ippica. Per continuare a stupire.