Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Messi che choc può rischiare anche il carcere
Ecco la richiesta dell’Avvocatura della Spagna per evasione fiscale
Il dribbling sembrava essergli riuscito anche stavolta, invece, a quarantott'ore dalla decisione da parte del Pubblico Ministero di scagionarlo dall'accusa di frode fiscale relativa a una vecchia questione legata allo sfruttamento dei diritti di immagine riferita agli esercizi 2007, 2008 e 2009, Leo Messi incassa l'entrata a gambe unite da parte dell'Avvocatura di Stato iberica, che richiede addirittura 22 mesi e mezzo di carcere. Periodaccio per la Pulce, che poco meno di due settimane fa è stato vittima di un serio infortunio al collaterale del ginocchio sinistro che lo terrà ai box fino a novembre inoltrato.
A PROCESSO. Solo due giorni fa, sdraiato sul divano di casa per colpa di quel maledetto infortunio occorso nella sfida liguera dell'ultimo weekend di settembre con il Las Palmas, la Pulce si consolava per essere sgattaiolato almeno a quella vecchia accusa di evasione fiscale per una cifra prossima ai 4,1 milioni che da qualche anno gli pendeva sul capo. Il Pubblico Ministero, infatti, aveva ritenuto il fuoriclasse estraneo ai fatti contestati, in quanto del tutto inconsapevole di quanto stesse macchinando il padre procuratore, Jorge, che da sempre si è preso carico di tutte le questioni economiche del talentuoso rampollo. Versione che, però, ha lasciato perplessa l'Avvocatura di Stato, che di fatto difende gli interessi del Pubblico erario spagnolo in questo procedimento. Di qui la richiesta shock di 22 mesi e mezzo di carcere per il genio di Rosario, che a modo di vedere dell'Avvocatura, pur totalmente «profano in questioni tributarie, non poteva ignorare che buona parte delle sue entrate relative allo sfruttamento dei diritti di immagine passassero attraverso imprese ubicate in paradisi fiscali, come l'Uruguay e il Belize». Il quattro volte Pallone d'Oro, quindi, prossimamente sarà costretto a presentarsi presso il tribunale penale di Vilanova e la Gertrú, a una manciata di chilometri da Barcellona, dove verrà giudicato insieme al padre. Magra consolazione, il giudice che si occupa del caso ha deciso di non prendere in considerazione misure cautelari nei confronti di Leo e papà, in quanto i due si sono dimostrati molto collaborativi, fin dall'apertura del fascicolo, e hanno già provveduto a colmare l'ammanco con l'Agenzia tributaria, attraverso il versamento di 5 milioni.
CONTO ALLA ROVESCIA. L'indesiderato ruolo da protagonista all'interno delle pagine di cronaca giudiziaria non interrompe il lavoro di recupero di Leo, che nelle ultime ore ha pubblicato su Facebook una fotografia che lo ritrae sdraiato a casa, mentre un macchinario si prende cura della preziosa articolazione lesionata. «Continuo positivamente la fase di riabilitazione per tornare ancora più forte», il commento dell'argentino, che poi invia un messaggio d'incoraggiamento all'Albiceleste, impegnata nel doppio confronto ravvicinato con Ecuador e Paraguay. «Approfitto per mandare un grande abbraccio ai miei compagni dell'Argentina». In Patria lo rivorrebbero in piedi in tempo per la supersfida con il Brasile del prossimo 13 novembre, anche se a Barcellona già frenano. La data cerchiata in rosso, in Catalogna, è il 21 del mese prossimo, quando si celebrerà il Clásico del Santiago Bernabeu.
Dovrà presentarsi in Tribunale: con il padre Jorge avrebbe frodato 4,1 milioni di euro