Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Rossi perde i pezzi: Bologna tutto da rifare
Si ferma anche Maietta, l’infermeria ora si riempie. E il tecnico ricomincia da capo
Ultimo cadde Maietta. Ieri, durante l’allenamento, il difensore è uscito. Contusione al ginocchio. Non si teme il peggio, semplicemente perché «il peggio» si sta verificando. L’altro ieri Ferrari era tornato dalla convocazione in nazionale Under 21 con un problema che è già una sentenza: risentimento muscolare alla coscia destra, due settimane di stop forzato. Non era il primo. E nemmeno l’ultimo. Risultato: il Bologna perde i pezzi. Sono sparsi - i giocatori - tra infermeria (Giaccherini, Donsah, Ferrari, Maietta, senza dimenticare il lungodegente Zuculini) e nazionale (Taider, Mbaye), saltano gli allenamenti per precauzione (Rizzo, Mounier e Destro) e vengono monitorati perché sono reduci da infortunio (Krafth) o rischiano di fermarsi ancora (Gastaldello) perché dopo uno stop di quattro mesi - come quello dell’ex Sampdoria - anche il più lieve dei dolori muscolari viene guardato con motivato sospetto. A conti fatti: una decina di giocatori sono fuori uso, loro malgrado lontani dal cuore di Casteldebole, lì dove si sta cercando di ridare un senso a questa squadra. Non fa in tempo, il tecnico, a pensare ad un’alternativa per un giocatore che si infortuna (Ferrari out: chi gioca da terzino destro?) che il giorno dopo si trova spalle al muro, perché il ventaglio delle alternative si riduce drasticamente.
NEL MOMENTO PIU’ DELICATO.
E così Rossi - immaginiamo - non ha nemmeno la forza di cedere alla disperazione. Nel momento più delicato della stagione, quando nel breve volgere di questi dieci giorni si deciderà il suo destino; il buon Delio avrebbe avuto bisogno di lavorare - a pieno regime - con l’organico al completo. Per provare gli schemi, per raggiungere gli equilibri, per trasmettere il suo sapere calcistico ad una squadra che ha bisogno di ritrovarsi. E invece il tecnico si trova con quel che resta del Bologna, una squadra frastagliata, incapace di darsi un tono per un motivo semplice: non ne ha ancora la capacità. Risultato: Rossi è costretto - esattamente come due mesi e mezzo fa a Castelrotto - a convocare d’urgenza i ragazzi della Primavera per provare - con loro - quello che avrebbe dovuto provare con gli altri, gli assenti giustificati.
RIFARE TUTTO. E’ legittimo pensare che in questi dieci giorni che mancano alla ripresa del campionato (domenica 18, alle 12.30 contro il Palermo: e nessuno cominci a parlare di mezzogiorno di fuoco), Rossi sarà chiamato alla più improba delle imprese: raccogliere i cocci del Bologna, rimetterli insieme e abbozzare una formazione che sia pronta per la svolta (vedi alla voce vittoria). A proposito di formazioni: non c’è stata una sola volta in questo inizio di stagione in cui il Bologna sia sceso in campo con la stessa formazione. Nemmeno una volta. E mai per scelta tecnica. C’è sempre stato un infortunio (o più) di mezzo. Tanto che la formazione del Bologna - in questi primi quaranta giorni di campionato - è stata fatta in condivisione con lo staff medico (e non sono mancati i momenti di tensione, come talvolta capita all’interno di qualsiasi club). A questo punto va da sé: comunque vada Rossi si avvicinerà alla sfida decisiva con il Palermo non certo con la formazione migliore, o almeno quella che aveva in mente; ma con una squadra adattata, (ri)costruita per l’ennesima volta, un Bologna rabberciato e incerottato, penalizzato da infortuni e indebolito dalle tante assenze.
Nei giorni più delicati Delio costretto a provare schemi coi ragazzi della Primavera E così il Bologna si avvicina alla sfida chiave col Palermo penalizzato dai tanti infortuni