Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

E questa è la squadra più giovane di sempre

L’età media del Bologna schierato fino ad oggi è di 25 anni e 5 mesi. Il record a Firenze: 23 anni e 6 mesi

- Di Lorenzo Longhi

BOLOGNA. Forever young, altro che: era un sogno, nel 1984, per gli Alphaville, e chissà quante volte lo stesso Delio Rossi avrà avuto in testa canticchia­to forse no, non è esattament­e il tipo - quel motivo il cui concetto, ora, è più che altro un incubo per il suo Bologna. Perché una squadra per sempre giovane è una necessità oggi per il tecnico rossoblù il quale, infortuni su infortuni, perde i pezzi e si vede costretto a preparare il piano R, il piano ragazzini insomma, perché qui l'età media si abbassa sempre di più. Il che, per i tifosi del Bologna, da un certo punto di vista è qualcosa di pressoché inedito dopo annate nelle quale, per scelta, spesso i vari allenatori (Bisoli, Pioli, Ballardini, Lopez e appunto Rossi) si sono trovati a schierare formazioni piuttosto in là con gli anni. Basti pensare all'età media degli undici schierati negli ultimi campionati: 28 anni e 2 mesi nel 2011-2012, 27 anni e 5 mesi la stagione seguente, quasi 28 anni e mezzo nell'anno della retrocessi­one, 28 in B. E adesso? Bene: nelle prime sette gare di campionato, Rossi ha schierato in campo formazioni con un'età media di 25 anni e 5 mesi, e per cause di forza maggiore rischia di abbassarla ancora già dopo la sosta.

ANAGRAFE. Sin qui le medie, ma è significat­ivo notare come sia stato proprio Rossi, già in questo campionato, a schierare in una partita di campionato il Bologna più giovane da una decina di anni a questa parte: era di 23 anni e 6 mesi l'anagrafe media degli undici rossoblù in campo dal 1' a Firenze. Per dire: quando, nel 2013-2014, Pioli schierò il suo Bologna più... piccolo, nella sfida di Bergamo contro l'Atalanta (curiosamen­te il prossimo avversario dei rossoblù alla ripresa), quella squadra aveva quasi tre anni in più - e relativa maggiore esperienza - rispetto al Bologna di Rossi al Franchi. Non tragga in inganno infine il più giovane Bologna del 2012-2013, perché i 24,1 anni di media della squadra che Pioli schierò a Parma alla penultima giornata risentono appunto di una salvezza già acquisita e della scelta di non affidarsi quel giorno ad alcuni dei più esperti (Agliardi e Moscardell­i in panchina, mentre Gilardino era squalifica­to), così come pure i 25 anni e 7 mesi della 36esima giornata dell'annata precedente: in generale, quello era un vecchio Bologna. Mai come quello della stagione conclusa con il ritorno in B quando, a Marassi contro la Sampdoria, Ballardini mise in campo dall'inizio sette ultratrent­enni portando l'età media di quell'undici a 30 anni e un mese. Quasi un record.

AVELLINO. Rossi, al contrario, si è trovato a dover fare i conti con una rosa diversa e, in certi casi, ci ha anche messo del suo, come era accaduto la scorsa stagione alla giornata numero 40 contro l'Avellino: sebbene l'età media dei Bologna schierati nelle 42 gare di campionato e nelle 4 di play off fosse di 28 anni netti, quel giorno il tecnico romagnolo schierò una squadra che non raggiungev­a i 25 anni. A rileggerla oggi, sembra quasi un presagio di ciò che sarebbe avvenuto nei mesi seguenti. E se da un lato si tratta di un problema, dall'altro è anche una straordina­ria opportunit­à che si presta ad una lettura ottimistic­a: se è vero che i giovani sono il futuro, tanto vale iniziare a dimostrarl­o. Che accada per scelta o per forza, in fondo non importa. Pensate a uno come Diawara, che ne è l'esempio più lampante.

E’ un processo partito fin dai tempi dei play off: con l’Avellino l’età media era di 25 anni La squadra più imberbe della gestione Pioli aveva comunque tre anni più di questa

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