Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
FORMULA 1 Red Bull e Renault agli stracci
Lite sui soldi, mentre la McLaren e Alonso rilanciano con la Honda
McLaren e Red Bull, entrambe nel deserto della crisi tecnica, si comportano in modi molto diversi.
Un plauso alla testa dura degli inglesi di Woking, impantanati per colpa della Honda e della sua autarchia, filosofia mai vincente in Formula 1, meno che mai nel mondo globale. Onore anche ad Alonso nel momento in cui spiega che «quando ho parlato via radio di motore da Gp2, a Suzuka, ero solo frustrato perché tutti mi superavano. Sappiate che resterò alla McLaren fino al 2017». La scadenza del contratto. Cerchiamo di dimenticare che dicesse lo stesso tredici mesi fa alla Ferrari.
PORTE CHIUSE. Questa è la strada. Insistere, confrontarsi e se del caso far volare i piatti a porte chiuse, rivedere filosofie e procedure, se serve umiliarsi a copiare dalla concorrenza. Oggi la situazione è questa: la McLaren non rompe il contratto con Honda, ma pur in presenza di dissidi fa quadrato attorno al suo motorista.
I giapponesi dal canto loro cercano di rimediare ai gravi errori di progettazione. A Sochi arriva una power unit evoluta con gli ultimi quattro gettoni di sviluppo a disposizione, con modifiche a camera di combustione e sistema di scarico, probabilmente disponibile solo per Alonso. E’ il decimo motore dell’anno (per la Honda il limite stagionale è cinque) e costerà altre penalizzazioni sulla griglia di partenza.
Fernando c’è: «L’importante è ciò che ho visto nella fabbrica della Honda. Abbiamo affrontato i problemi, cercato soluzioni, parlato di piani per il futuro a cominciare dal 2016. Sappiamo perché siamo indietro e qual è la strada per venirne fuori». Sbaglia solo nel momento in cui torna sulla malandrina comunicazione via radio di Suzuka: «I messaggi dovrebbero restare privati. Solo in questo sport abbiamo un microfono nel casco e va tutto in Tv». Invece l’ascolto delle radio è spesso il sale, per il telespettatore, in corse altrimenti insipide come rischia di essere domenica il GP di Russia.
SCARICATI. Diverso il comportamento della Red Bull, che ha rotto il contratto con Renault prima di aver intavolato una seria trattativa con Mercedes e Ferrari, evidentemente illudendosi di poter essere il boccone prelibato in un’asta selvaggia. E da ieri volano stracci: Milton Keynes ha fatto sapere di aver sborsato l’anno scorso 54 milioni per la fornitura mentre Alain Prost, ambasciatore della casa francese, ha replicato: «Discorso inaccettabile, sommando i soldi che gli abbiamo dato attraverso le sponsorizzazioni di Total e Infiniti e i premi, si raggiunge qualcosa come mezzo miliardo di euro!».
Drammaticamente per Red Bull (e per Toro Rosso) Mercedes ha chiuso la trattativa e Ferrari ne ha impostato una con rigidi paletti tecnici. I dirigenti austriaci hanno protestato contro chiunque possa immaginare di dar loro power unit senza gli ultimissimi aggiornamenti, hanno battuto i piedi, si sono lasciati cadere in terra sporcandosi tutti. Effetto zero, almeno finora.
Comportamenti opposti tra le due squadre in crisi. Lo spagnolo: «Resto qui fino al 2017»