Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
LA CARICA DI BUFFON «Orgoglioso di esserci Non ci fermeremo ora!»
Lui c’era 13 anni fa a Baku quando Pirlo (oggi out) esordì «Siamo pronti ad allungare la nostra serie positiva»
Doveva essere la festa di Pirlo che partendo da Baku in 13 anni davvero ha scritto il suo Milione azzurro, con ultima tappa la Grande Mela. Solo che l’ennesimo morso di Nazionale gli è rimasto tra i denti. Per il fuoriclasse bresciano infatti solo tribuna, per via di una contrattura leggera, che comunque dovrebbe avergli evitato una panchina emblematica, per come si era messa la situazione. Ha ragione Conte a ricordare quanto Pirlo sia importante per tutti, quando gioca e quando non gioca. Del resto lo dicevamo in settimana: tra le questioni da risolvere in casa Italia c’è appunto quella legata oltreché al presente, al futuro di Pirlo, nel senso che anche prima di Euro 2016, battezzata ultima tappa della sua carriera nazionale, Conte dovrà trovare un’alternativa di qualità a tanto giocatore. Stasera vedremo nuovamente quanto vale in azzurro Verratti: una serata importante per lui e per la squadra.
SEMPRE LI’. Che avrà invece tra i pali l’inossidabile capitano: Gigi Buffon, ultimo eroe di Berlino a resistere. Lui c’era anche nel 2002, tenendo a battesimo Pirlo. Stasera dovrà accontentarsi della festa che gli azeri riserveranno al loro capitano, Sadygov, arrivato a quota 100 presenze. Anche lui era in campo nel 2002. A completare il quadro mettiamoci anche la presenza a Baku di Trapattoni, il ct di allora, adesso commentatore Rai. E se la cartella stampa della Uefa gli regala solo 149 presenze e non 150 come la Figc, Gigi si perplime zero, anzi: «Mi rende davvero orgoglioso essere al mio posto 13 anni dopo; è un segnale bello, significa che alcune cose non cambiano, e che si resta aggrappati alla tradizione...». Sorride Buffon, anche attraverso una barba da navigatore solitario che lo rende più nel ruolo di grande anima azzurra. E sorride ancora di più, dandosi di gomito col ct, quando la stampa azera gli ricorda che l’Italia non perde in qualificazione da 48 partite (ultimo ko, settembre 2006, a Parigi): «Diciamo che anche l’Azerbaigian viene da quattro partite pre europee senza sconfitte: direi che equivalgono alle nostre 48, se comparate alla sua giovane storia. Direi di più, per quello che abbiamo visto in questi giorni l’Azerbaigian di Prosinecki si è fatto apprezzare per la sua manovra fluida, costruttiva, non improvvisata, questa è la vera dimostrazione che una squadra normale, se allenata bene, può diventare una squadra che fa dei risultati. Noi cercheremo naturalmente di non interrompere la nostra striscia e direi che in questo caso la celebrazione delle 100 partite di Sadygov ci aiuterà a superare e evitare errori di sufficienza». Non ce l’aveva certo con Chiellini, Gigi, ma l’andata, con Vogts sulla panchina azera, fu davvero una giornata da scrivere sull’almanacco del difensore bianconero: quando ti capita di fare gol, autogol eppoi chiudere i conti nella porta giusta.