Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Monachello il tour del gol

Ha giocato in 6 Paesi e parla 4 lingue: ecco chi è il nuovo bomber degli azzurri

- Di Alberto Ghiacci a.ghi.

Emigrante al contrario. Da Agrigento, nella Sicilia dove da anni arrivano migliaia di immigrati, alla conquista di mezza Europa calcistica. Lui lo sa, perché quei “continui movimenti” fino ai 12 anni li ha visti e vissuti a due passi da casa, nelle sue strade. «Volevo giocare a pallone con loro, c’erano bambini come me che cercavano da mangiare, era tutto così strano...». La fame e il pallone. Tutto torna, a sentire il ct dell’Italia Under 21, Di Biagio: «Monachello? E’ un ragazzo che ha fame». Sul campo si traduce così: non molla un centimetro, o ha una voglia da matti. E così, poco più che ragazzino, Gaetano Monachello ha mosso i primi passi verso Milano, perché lo zio era a Lodi e all’Inter giovanile era piaciuto quel sinistro che già prometteva. Il viaggio è stato lunghissim­o: quasi dieci anni per arrivare a essere il migliore in campo l’altra sera in un pezzo di Italia diventata Slovenia. A Koper, Capodistri­a, il 21enne Monachello se lo ricorderan­no per un po’: in mezz’ora due bombe col sinistro e un assist, 3-0 per noi e tutti a casa.

Ma va rivisto, il cammino. Dall’Inter passa al Parma, siamo sempre a livello giovanile. Però se a quel punto fai la differenza all’Arco di Trento e al Viareggio significa che sei bravo, che puoi dire la tua. Ed ecco il procurator­e che ci sa fare, l’ucraino Dimitri Seluk, che tra gli altri cura le sorti di un certo Yaya Touré. Un paio di tentativi e l’agente porta Monachello al Metalurh Donetsk. Il fisico è in via di sviluppo, il sinistro è sempre quello, sta diventando una bella punta, può essere un prospetto interessan­te di centravant­i. Però uno che arriva da Agrigento in Ucraina fa fatica per il meteo, perché già il semplice allenament­o si svolge a 4 gradi sotto zero. Sembra l’ora di tornare a casa, il viaggio è finito. Ma no, avrà pensato il procurator­e, Gaetano è forte e non vuole mollare: e allora lo piazza a Cipro, all’Olympiacos Nicosia. L’aria dell’isola è l’ideale per il “siculo”: 7 gol in 13 partite (ben 5 nelle prime 4 apparizion­i) e un feeling naturale con i tifosi. Si sente a casa. Intanto cresce anche l’uomo, che oggi parla quattro lingue tra cui il russo.

Perché da quelle parti, a Cipro, si muovono tanti affari di oligarchi russi, tra i quali c’è Rybolovlev, quello dei miliardi del nuovo Monaco. Le mosse devono essere state giuste, perché Monachello - nel 2013, a 19 anni - finisce tesserato nella nuova creatura guidata da Ranieri. E, tra l’altro, dorme in stanza con Ricardo Carvalho, studia da centravant­i da Radamel Falcao e diventa amico dell’altro colombiano, il fenomeno James, con il quale passa le ore libere davanti alla play. Oh, ormai è fatta: Gaetano da Agrigento è tra i grandissim­i. Però un grande club che aspira a diventare grandissim­o i giovani promettent­i li manda in prestito. Altro giro, altra corsa. Stavolta si va in Belgio, quinto Paese nel giro di poco meno di 10 anni. Il Cercle Bruges ha un filo diretto con il club monegasco: vi mandiamo questo ragazzo italiano, è bravo, provatelo. Dopo qualche mese, 16 partite, un gol e un assist, la seconda metà del 2013 la trascorre in prestito da un’altra parte. Altro Paese? E certo, mica ci si vorrà fermare. Si va in Grecia, all’Ergotelis, con la speranza di giocare di più e di fare presto ritorno al Monaco. Un paio di gol in 10 gare. Nel frattempo nuova procura e il destino che rimette tutto a posto e lo riporta in Italia.

Partito da Agrigento è finito in Ucraina grazie al manager di Yaya Touré. Poi il Belgio e la Grecia

Eccola, la stagione che vale come passo importante. Niente Principato, c’è il Lanciano: l’anno scorso gioca 35 partite e segna 8 gol. Nei nostri confini si comincia a riparlare di quel ragazzino che era partito da Agrigento, era quello mancino, sì, Monachello; è diventato grosso, questo ci sa fare. E allora, in estate, ecco l’Atalanta, a titolo definitivo. Poi l’Under 21 e la storia di giovedì sera. «Una bella soddisfazi­one» dice lui, con la faccia e la voce simpatica. E’ uomo, ormai. E profession­ista: «Conta solo la squadra, grazie a Di Biagio che mi ha voluto qui». Perché nel corso delle stagioni l’Under 17 e la 20 le aveva sperimenta­te, e ora c’è la 21 come naturale conseguenz­a. In attesa che Reja - che stravede per lui - possa dargli le chance che merita anche in serie A. Oltre alle due botte col sinistro e il pallone al bacio per Benassi, nella notte slovena ci sono anche un errore a due passi dalla porta e la corsa verso il magazzinie­re-amico. «Emilio, mi dice sempre che segnerò...». Due gol in due presenze alle qualificaz­ioni europee di categoria e un bel posto all’Atalanta. Il viaggio è finito. Venghino signori, c’è Gaetano Monachello. (Modena), Scuffet (Como).

Barreca (Cagliari), Calabresi (Livorno), Calabria (Milan), Conti (Atalanta), Caldara (Cesena), Murru (Cagliari), Romagnoli (Milan), Rugani (Juventus).

Benassi (Torino), Cataldi (Lazio), Grassi (Atalanta), Mandragora (Pescara), Verre (Pescara).

Boateng (Bari), Cerri (Cagliari), Fazzi (Virtus Entella), Garritano (Cesena), Monachello (Atalanta), Parigini (Perugia), Rosseti (Cesena).

Le lezioni di Falcao e la stanza insieme a Carvalho. Adesso c’è l’Atalanta: vuole stregare la serie A

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L’Italia Under 21 è rientrata nella notte di giovedì in Italia. Ieri mattina primo allenament­o a Cormons, in provincia di Gorizia. Defaticant­e per chi ha giocato giovedì sera e allenament­o vero per gli altri. Il ct Di Biagio, poi, ha concesso il...

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