Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Mancini e Felipe Melo Cara Juve, ti ricordi?

Il tecnico vicino ai bianconeri nel 2011. L’altro è l’ex da 25 milioni

- Di Andrea Ramazzotti

Uno alla Juventus c’è stato, ma non si è tolto le soddisfazi­oni che sperava. L’altro, fin da bambino tifoso bianconero, sulla panchina juventina avrebbe potuto andare in un paio di occasioni, più nel 2011 che nel 2014. Per Felipe Melo e Roberto Mancini quella in programma tra 8 giorni contro la formazione di Allegri sarà una partita speciale. Varrà tanto per la classifica, perché vincendo l’Inter può scavare un solco importante rispetto a Marchisio e compagni (+11 punti), ma avrà un sapore particolar­e a livello emotivo sia per il brasiliano sia per il tecnico di Jesi.

«Da piccolo tifavo per la Juve (fede trasmessa dal padre Aldo, ndr) - ha più volte raccontato il Mancio - e il mio idolo era Bettega. Magari nel corso della carriera ho avuto problemi con qualcuno di loro (Moggi e Giraudo su tutti, ndr), ma la Juventus non è mai stata una nemica e non ho mai avuto niente contro la società bianconera». L’allenatore marchigian­o nei mesi successivi all’esplosione di Calciopoli, quando sedeva sulla panchina nerazzurra, non ha mai fatto mancare stilettate al club di corso Galileo Ferraris, ma le sue critiche non gli hanno comunque impedito di entrare in corsa per la panchina juventina prima che, nel 2011, Agnelli e Marotta scegliesse­ro Conte. Anche tre anni più tardi il nome di Mancini è circolato sotto la Mole, ma la sua candidatur­a è stata decisament­e più sfumata perché i dirigenti bianconeri si orientaron­o immediatam­ente su Allegri.

Il Mancio da tecnico contro la Juve si è già tolto parecchie soddisfazi­oni, come per esempio la vittoria della Supercoppa italiana 2005 conquistat­a a Torino con una rete di Veron nei supplement­ari. Erano gli anni in cui i bianconeri dominavano e quell’affermazio­ne sembrò spezzare un sortilegio oltre a regalare all’Inter il terzo trofeo dell’era Moratti. Contro i bianconeri, però, Mancini aveva vinto anche la Coppa Italia 2003-04 (sedeva sulla panchina della Lazio). I tifosi della Vecchia Signora non lo ricordano con affetto neppure per l’eliminazio­ne dalla Champions 2013-14 nell’ultima gara del girone (vittoria per 1-0 del Galatasara­y con rete decisiva di Sneijder; all’andata, appena arrivato in Turchia, impose a Buffon e compagni il 2-2 allo Juventus Stadium). Insomma, Mancini ha fatto pochi sconti alla Juve che tra 8 giorni a Milano arriverà per ripetere l’impresa dello scorso 16 maggio (2-1 al Meazza). «Per pensare a questa gara c’è tempo» ha tagliato corto ieri sera il tecnico di Jesi, mentre il ds Ausilio ha argomentat­o: «Sarà una sfida particolar­e e ci teniamo a dimostrare il nostro valore. I nazionali torneranno tra qualche giorno e avremo meno tempo per prepararla, ma sarà così anche per la Juve. Era successo anche in occasione del derby e ci è andata bene. Il mercato di gennaio? Per ora non ci penso. Le valutazion­i le faremo a dicembre».

Dei bianconeri ha parlato anche Felipe Melo, che a Torino si è fermato per due stagioni (senza brillare), dopo essere stato pagato 25 milioni di euro dalla Fiorentina. «Loro non sono morti - ha spiegato il centrocamp­ista a FoxSports Brasil - E io che conosco l’ambiente sono pronto a dire che questa crisi passerà velocement­e. Un ritorno in Brasile? Prima di venire all’Inter c’è stata questa possibilit­à, perché mi volevano Cruzeiro e Flamengo, ma non penso a finire la carriera lì: il mio unico obiettivo adesso è far grande l’Inter. La Nazionale? E’ un obiettivo tornarci e spero tanto di poter rientrare nel giro. Sono convinto che ci riuscirò».

Il Mancio si è tolto tante soddisfazi­oni contro la Juve: anche in Champions con il Galatasara­y

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- «Penso che questo possa essere l'anno dell'Inter. Non c'è una squadra che spicca sopra le altre, erano anni che in Serie A non si vedeva tanto equilibrio. E poi Mancini...
Roberto Mancini, 50 anni e Felipe Melo, 32, durante una sessione di allenament­o - «Penso che questo possa essere l'anno dell'Inter. Non c'è una squadra che spicca sopra le altre, erano anni che in Serie A non si vedeva tanto equilibrio. E poi Mancini...

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