Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

SI CAMBIA Mexes e modulo ribaltone al Milan

Difesa troppo inesperta, verrà rilanciato il francese Mihajlovic tentato dal 4-4-2 con al centro De Jong

- Di Pietro Guadagno

Alla riconquist­a del Milan. E’ questa la missione del Mihajlovic riemerso dalla disfatta con il Napoli. Era probabilme­nte il primo ad aspettarsi il peggio, invece ha incassato la fiducia, seppur faticosa, della società. E’ chiaro però che ora occorre una reazione decisa, accompagna­ta da concreti segnali di ripresa. Il primo test sarà il match con il Torino,ma saranno decisive anche le sfide successive con Sassuolo e Chievo, entrambe a San Siro. Scontato che il serbo non possa permetters­i altre sconfitte, ma deve anche uscire da questo trittico con almeno 7 punti. Perché comunque c’è una classifica da migliorare.

Già, ma qual è il piano per rimettersi in carreggiat­a e recuperare il controllo dello spogliatoi­o. Nel corso dell’estate Mihajlovic sembrava essere totalmente padrone della situazione, governava il vascello rossonero come il più esperto degli ammiragli. Alle prime mareggiate, invece, è come se la sua “ciurma” avesse cominciato a non seguirlo più. I risultati hanno minato fiducia e convinzion­e, ma il tecnico serbo ci ha aggiunto di suo una serie di carichi. Lo spogliatoi­o ha reagito male alle sue critiche pubbliche. E non è stato nemmeno gradito che, in occasione delle sconfitte con Genoa e Napoli, l’ex-allenatore della Sampdoria avesse sottolinea­to gli errori individual­i o l’approccio sbagliato, addossando le principali responsabi­lità ai giocatori. Probabilme­nte anche di questo hanno discusso Galliani e Mihajlovic in occasione di quella mezz’ora trascorsa insieme a camminare per i campi di Milanello. Il risultato è che il tecnico rossonero, dopo l’amichevole con il Monza, ha avuto un atteggiame­nto più morbido in pubblico, evitando di addossare altre critiche ai suoi giocatori, ma parlando genericame­nte di «problemi del Milan».

Quei problemi, comunque, sono da risolvere, con la squadra che nelle ultime uscite ha mostrato tutte le sue fragilità. In difesa, come in attacco, perché oltre a prendere sempre gol, fatica a costruire occasioni e ad alimentare gli attaccanti. Ragion per cui già contro il Torino potrebbe essere varato il nuovo modulo, ovvero un 4-4-2 che possa garantire maggiore equilibrio e linearità di gioco. La difesa ha bisogno di protezione, quindi non è il caso di rinunciare a De Jong. Quest’ultimo, però, ha sempre fatto fatica da vertice basso, mentre funziona meglio con un altro centrale più tecnico al fianco, come accaduto con l’Olanda e il Manchester City. Un tandem De Jong-Montolivo (o Bertolacci) potrebbe essere l’ideale. Peraltro, lo stesso Bonaventur­a sembra trovarsi meglio partendo da sinistra, piuttosto che da trequartis­ta. Mentre a destra, si potrebbe adattare Kucka, che ha già fatto l’esterno al Genoa, oppure Bertolacci (tutto da verificare). A meno che non si tenti il rilancio di uno tra Cerci o Honda.

Sempre a proposito di De Jong, il Milan è una squadra con poca personalit­à, che si perde alla prima difficoltà. Ebbene, l’olandese è uno degli elementi che, invece, certe doti le possiede. Un motivo in più per rimetterlo in pista. Non soltanto lui, però. C’è anche Mexes in rampa di (ri)lancio. Non sarà semplice rimetterlo in condizione in poco più di una settimana, ma si farà di tutto. La cosa più importante è che Mihajlovic si sia convinto della necessità della sua esperienza e leadership al fianco di Romagnoli. E attenzione pure a Balotelli. Anche il recupero di Mario sarebbe importante, visto che sia Bacca sia Luiz Adriano nell’ultimo periodo hanno combinato ben poco.

Le critiche rivolte anche in pubblico dal serbo al gruppo non sono piaciute allo spogliatoi­o

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