Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Rossi-Lorenzo spionaggio incrociato
Jorge: «Valentino controlla la mia telemetria e io faccio lo stesso. C’è un po’ di tensione»
La storia della Formula 1 trabocca di grandi sfide fra compagni di squadra, da quella leggendaria di Senna e Prost alla più recente fra Hamilton e Rosberg. Una situazione che, invece, è molto più rara nel motociclismo, tanto che parlando di grossi calibri ci viene in mente solo il confronto fra Giacomo Agostini e Phil Read sulla MV Agusta nel 1973.
Non si amavano Mino e Phil e non ne facevano mistero. E Ago a un certo punto, come Vale, abbandonò la casa italiana per la Yamaha in un percorso inverso a quello fatto da Rossi tre stagioni fa con la Ducati. C'erano poi altri motivi, tecnici, perché i motori a quattro tempi arrancavano e si era all'alba di quelli a due, che hanno resistito sino al 2001. Soprattutto Agostini non tornò mai indietro, ufficialmente.
PENSIERO INSOLITO. Jorge e Valentino invece sono di nuovo insieme. E se qui a Motegi nel 2010 Lorenzo, allora in lizza per il Mondiale con Pedrosa, si lamentò con la casa giapponese per l'eccessivo agonismo di Rossi durante un duello (perso) con l'italiano, ieri ci ha sorpreso oltreché per la sua velocità per un pensiero insolito.
«I rapporti fra di noi continuano ad essere buoni, ed anche quelli fra i ragazzi delle nostre squadre - ha rivelato - E' vero che forse ci parliamo un po' di meno, ma è naturale. Siamo entrambi molto competitivi e ci stiamo giocando il campionato, questa piccola tensione è del tutto normale, ma sparirà alla fine dell'anno e la nostra relazione tornerà quella dell'inizio dell'anno».
Non ha usato la parola “amicizia” Porfuera, ma la pinna dello squalo è emersa nel sottinteso quando ha aggiunto: «Sono sicuro che Valentino dopo le prove darà una occhiata alla mia telemetria, ma io farò lo stesso con la sua perché alla fine, indipendentemente da chi sarà il più veloce al termine delle prove, c'è sempre una singola curva da migliorare».
LA SPALLA È OK. E' stata una sorpresa, comunque, scoprire che apparentemente lo spagnolo in Giappone non risente della recente lesione alla spalla sinistra.
«Sono il primo ad esserne sorpreso. Non mi aspettavo di stare così bene. Ho solo un po' di fastidio nei cambi di direzione dove non sono veloce come dovrei».
Anche Rossi è apparso stupito. E se la prima cosa che ha detto quando è arrivato in Giappone è stata che non bisognava far conto sulla supposta inferiorità fisica del compagno di squadra, le prove glielo hanno confermato.
«E' incredibile ciò che Lorenzo sta facendo dopo quel tipo di infortunio, me lo aspettavo competitivo ma non oso immaginare cosa avrebbe potuto fare se fosse arrivato qui al cento per cento. Evidentemente non sente dolore».
Forse, ma è possibile anche che Jorge finga. Del resto negli ultimi giorni ha lanciato due tweet illuminanti.
Nel primo ha ricordato una frase di Muhammad Ali: «Soffri ora e sii campione per sempre»; nel secondo è stato pirandelliano: «Un falso sorriso ti porta più lontano di una faccia sincera». Sembra essere il tema tema centrale di questo Mondiale l'impossibilità di distinguere tra realtà, apparenza e finzione.
LE ALLEANZE. Poi c'è quello delle involontarie alleanze.
«La Ducati a Motegi è molto competitiva - ha sottolineato Valentino Rossi sul dritto mi dà una decina di chilometri orari di distacco. E le Rosse sono veloci anche in qualificazione grazie alle gomme morbide. Se partissero davanti a Jorge sarebbe un bel vantaggio perché gli impedirebbero di scappare, ma solitamente non succede così e se dovesse accadere il contrario me li ritroverei davanti, quindi le Ducati sono a suo favore. Ma non dimentico nemmeno Pedrosa e Marquez, che però con quella mano ferita su questo tracciato è in difficoltà nelle frenate».
Il ricordo del duello perso con Pedrosa ad Aragon proprio per la superiorità di Dani in quel frangente è fresco e fa male.
«E' stato bravo a battermi. A me il corpo a corpo piace, e mi tengo allenato battendomi con i miei giovani piloti della Academy. Magari però qui in Giappone Pedrosa potrebbe lottare con Lorenzo e magari ottenere lo stesso risultato della Spagna contro di me».
E' una speranza che lascia intendere che a Valentino in questo gran premio andrebbe bene un immaginario pareggio. Pochi punti persi, o guadagnati nel migliore del casi.
«Alla fine avere come rivale il compagno di squadra è la cosa migliore - è il suo giudizio finale - non puoi dare la colpa alla moto. E' la stessa. C'è un po' più di stress, è vero, ma sia io che lui siamo abituati. Corriamo l'uno contro l'altro da un bel po' di anni».
«Sono sorpreso dalle condizioni della spalla: non fa male, solo un piccolo fastidio»
Il pesarese: «E’ incredibile ciò che sta facendo dopo l’infortunio... E se fosse stato sano?»
Lo spagnolo si dà forza con le massime di Muhammad Ali Marquez e le Ducati arbitri del duello