Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Suarez più Pepito Via al salto di qualità
Mediano e punta le carte in più per reggere la sfida primato viola
Due assi nella manica. Da una parte Pepito Rossi, che ha da poco ritrovato il gol in Europa e che sta recuperando a grandi passi la condizione fisica, e dall'altra Mario Suarez, lo spagnolo che sta cercando di bruciare le tappe per adattarsi a questa sua nuova avventura. Paulo Sousa scommette (anche) su di loro, ma è adesso che serve il salto di qualità.
Il mediano, per altro tra i giocatori più "costosi" in termini di ingaggio anche dopo la revisione economica avvenuta in estate, fin qui ha messo insieme solo 318 minuti, di cui 90 in campo internazionale. E' il quindicesimo giocatore per minutaggio tra i 22 impiegati complessivamente dal tecnico viola, di certo quello dal palmares più ricco quanto a trofei vinti. Sousa lo sta plasmando e pure lui vuole mettersi alla prova. Lavora sempre con la palla, anche in allenamento, ma è sui movimenti che si sta insistendo, perché c'è da imparare a giostrarsi nella ragnatela che il portoghese, ogni partita, fa costruire ai suoi diversi interpreti. Aveva cominciato bene col Torino, salvo perdersi pure lui nei 9 minuti di blackout della squadra. Poi sono cominciate le difficoltà, fin dalla gara di Modena col Carpi: un paio di buoni anticipi, ma anche errori capaci di farlo planare nel grigiore più totale. E' parso riprendersi, un po', in Portogallo contro il Belenenses - da una sua azione, caparbia, è nato il gol dello 0-2 viola -, ma ancora non è il guardiano della difesa che vorrebbe Firenze. Sousa, qualche settimana fa lo ha persino punzecchiato - «Si deve capire che l'uomo mercato è stato Savic, non Suarez. Mario ha bisogno di tempo» - e adesso tocca a lui rispondere sul campo. Il nuovo tour de force che attende la Fiorentina da qui alla prossima sosta di campionato è di quelli da top club: c'è il Napoli al San Paolo, la Roma di Salah al Franchi e nel mezzo pure l'Europa League, col Lech Poznan. Le due squadre italiane sono le più pericolose nell'area avversaria (16 i gol realizzati dal Napoli e 17 quelli della Roma) ed è qui che il mastino spagnolo dovrà fare la differenza. Al resto penserà (anche) Rossi.
Pepito, fin qui gestito con intelligenza e parsimonia, dopo i 90 minuti in campo internazionale giocati in Portogallo e festeggiati con un gol, adesso sogna di riprendersi il suo posto in campionato. Sì da titolare, come accaduto in 2 delle 3 presenze fin qui sommate (Genoa a e Carpi), ma stavolta fino all'ultimo secondo. Al Napoli, in carriera, ha segnato due volte: una in Europa League, nel 2011, quando il suo Villarreal vinse 2-1 e una in Serie A, al Franchi, più o meno due anni fa, quando Cuadrado fu espulso per doppio giallo (tra cui una simulazione inesistente e un calcio di rigore evidente) e Pizarro, dal campo, mimò il gesto delle manette. Il tempo della rivincita, stavolta, è davvero maturo. Specie per lui, che dopo l'infortunio del gennaio 2014, fece di tutto per mettersi a disposizione nella finale di Coppa Italia giocata a Roma (e persa) proprio contro il club di De Laurentiis senza però riuscire a cambiare il destino delle cose. E' rimasto a riposo contro Bologna e Inter per farsi trovare pronto in Europa, poi ha guardato i compagni dalla panchina con l'Atalanta la notte del sorpasso viola in classifica ai danni dei nerazzurri: ora pensa solo a farsi trovare pronto. In agenda, ha già un altro appuntamento, il 20 ottobre e sogna di poterlo arricchire con nuovi successi. Sì, perché il suo Fan Club ha organizzato, per ricordare la storica tripletta alla Juventus, una festa in suo onore. E l'obiettivo è quello di tagliare la torta guardando tutti dall'alto, cancellando pure quello 0 nella classifica marcatori della Serie A. I due assi di Sousa sono pronti. Starà a lui distribuire le carte.