Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
L’Inter studia già il piano per mandare Allegri a -11
Un vantaggio così l’anno dopo il triplete
cambiato tre allenatori (Gasperini, Ranieri e Stramaccioni), 33 in un 2012-13 nel quale la Juventus si è confermata grande e Stramaccioni dopo un ottimo inizio è naufragato complici gli infortuni, addirittura 42 nel 2013-14 da record di Buffon e compagni, con Mazzarri capace di portare la squadra “solo” in Europa League, 32 nel 2014-15, il primo campionato di Allegri, con l’Inter senza stabilità e continuità di rendimento nonostante l‘avvicendamento in panchina (dentro Mancini, out Mazzarri). In totale fanno 133 punti di divario. Ipotizzare un simile gap l’anno del triplete (2009-10) o anche la stagione successiva sarebbe stato impossibile e invece il peggiore degli incubi interisti si è materializzato.
A ribaltare i rapporti di forze sono stati soprattutto gli investimenti e il fatturato. Dopo 2 settimi posti consecutivi e un bilancio da profondo rosso (-95 milioni nel 2010-11), Agnelli ha rivitalizzato il parco giocatori spendendo oltre 300 milioni di euro, mentre Moratti non è stato capace di sfruttare l’onda del triplete e ha dovuto mettere un freno agli acquisti complici i disastrati conti nerazzurri. Dal 2011 la Juventus ha comprato molto e bene, l’Inter poco e male. Il resto lo ha fatto il fatturato: quello della Juventus è arrivato a 320 milioni (ma crescerà ancora nel 2015-16), poco meno del doppio di quello dell’Inter che nel 2014-15 si è assestata sotto quota 180 milioni. Un impulso importante lo ha dato la Champions League che negli ultimi tre bilanci ha portato in corso Galileo Ferraris introiti complessivi per circa 200 milioni (compreso il botteghino), mentre dall’Uefa in corso Vittorio Emanuele sono arrivati solo gli spiccioli dell’Europa League.
Per quattro anni i rapporti sono stati invertiti: la Juve ha avuto 133 punti in più dei milanesi
La scorsa estate, però, Thohir ha deciso di provare a riscrivere la storia e, a dispetto di un altro bilancio pesante, come ha fatto Agnelli nel 2011, ha avviato la ricostruzione gettando sul tavolo oltre 110 milioni considerando gli obblighi d’acquisto futuri. L’indonesiano ha rinforzato la squadra e Mancini sul campo ha fatto il resto. E la Juve? Grazie agli incassi della Champions 2014-15 ha investito pure lei, ma ha perso giocatori chiave (Pirlo, Tevez e Vidal) e adesso l’Inter la guarda con meno terrore rispetto alle ultime 4 stagioni. Sogna addirittura di batterla a San Siro, impresa che non le riesce dal 2010. Se il mondo nerazzurro si è davvero ribaltato lo vedremo domenica.
In estate il mercato ha stravolto un po’ i rapporti: a Torino via i big, a Milano investiti 110 milioni