Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Evra vuole un po’ di tempo «La Juve vincerà ancora»
Lichtsteiner migliora: si rivede al campo
Patrice Evra non è tra coloro che lasciano passare il tempo invano, né tra i personaggi che si accontentano delle briciole o dei ricordi del passato, anzi, il difensore della Juventus e della nazionale francese ha ancora voglia da vendere e analizza questa nuova gioventù come il risultato naturale delle sue inclinazioni, rivolte sempre verso l'alto. In un'intervista alla radio francese Rmc, Evra ha raccontato con schiettezza il momento che sta vivendo tra Italia e Francia, senza lesinare un'analisi sull'avvio non semplice della sua squadra: «La gente è abituata a vederci vincere e c'è una grande pressione qui: il club ha preso calciatori nuovi che sono buoni, ma che non hanno mai giocato in squadre importanti e secondo me bisogna lasciargli del tempo per adattarsi. Abbiamo perso uomini dalla grande personalità, come Pirlo, Tevez e Vidal, ma non è questo il problema, sono i nuovi che devono trovare il ritmo in allenamento».
Dal punto di vista personale invece, il difensore sta vivendo un momento più che positivo: «Ho sempre voglia di progredire, anche a 34 anni, sono affamato e nulla è cambiato per me. Mi sento come una bottiglia di vino, più passano gli anni e più aumentano le mie qualità. Vivo una concorrenza sana, sia alla Juve sia in nazionale, e proprio per questo cerco sempre di mettere i più giovani al loro agio, anche se sanno che non gli lascerò neanche le briciole, perché io non ho alcun trattamento di favore: se non sarò all'altezza ovviamente loro prenderanno il mio posto». Parole rivolte ad Alex Sandro (alla Juventus),a Lucas Digne e a Laywin Kurzawa (in nazionale), ma che rivelano il carattere del terzino che, oltre alle parole, fa parlare soprattutto i numeri: 618 minuti disputati tra campionato e Champions League dall'inizio della stagione, 82,2% dei passaggi riusciti (media che sale al 91 in Europa) e questo non è che l'inizio: «L'obiettivo è vincere sia con la Juventus, sia con la nazionale, soprattutto perché giocheremo gli Europei in casa. In Serie A mi trovo bene, anche se all'inizio è stato più il caso a condurmi a Torino che una scelta tecnica: sono uno sportivo che ha la competizione del sangue e il denaro non m'interessa, non mi vedo proprio un giorno tornare a Monaco per una pensione dorata. E' chiaro che nella vita non si sa mai quel che può accadere e potrei anche tornare in Ligue 1, ma questa opzione non è al momento d'attualità. Molti spesso mi dicono che alla mia età potrei accontentarmi, ma fino a che il mio corpo e la mia testa saranno là, continuerò a giocare. Non guardo mai al passato, ma sempre al futuro: fino a quando la motivazione sarà là indosserò gli scarpini».
Alla Juventus ovviamente non è l'unico francese e in questo senso non poteva mancare un pensiero per Paul Pogba, compagno di viaggio su entrambi i binari della sua vita: «Per me lui è come un fratello. Ho un enorme rispetto per la sua famiglia, ma in generale mi trovo bene con tutti i miei colleghi». In carriera Evra ha conquistato con il Manchester United molti titoli, tra cui la Champions League, e in Inghilterra aveva trovato la sua oasi di pace dopo le esperienze al Nizza e al Monaco, ma l'idillio con il club di Premier League è arrivato alla fine non per questioni tecniche, ma piuttosto di contratto: «E' difficile parlarne, ma un giorno a carriera terminata potrò esprimermi con più libertà. Sono venuto a Torino soprattutto per la mia famiglia, perché il Manchester aveva messo una clausola nei nostri accordi che mi aveva fatto perdere le staffe, cambiando di netto la situazione. Non rimpiango però questa scelta, che alla fine è stata più che positiva».
L’esterno francese «Io sono affamato Pogba un fratello Tornare in Ligue 1? Non si sa mai...»