Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

TAVECCHIO «Io mi ricandido Conte, che fai?»

«Mi piace questo ruolo, se vorranno ci sarò Antonio ha potere decisional­e su tutte le Nazionali, è difficile che trovi di meglio»

- Di Edmondo Pinna e Fabio Massimo Splendore

La voglia di riprovarci, di rimanere al vertice della Federcalci­o, i rapporti con Conte («col quale fra un po’ vado anche a messa»), i sogni per l’Europeo 2016, le mosse in vista delle elezioni della Fifa, con un occhio all’affaire Platini. L’Italia arriva a casa nostra, il presidente Tavecchio suggella l’intesa che la Federazion­e Italiana Gioco Calcio ha firmato con Corriere dello Sport-Stadio e Tuttosport, i quotidiani del gruppo Amodei. “Official partner” fino al dicembre 2018, passando per un Europeo e un Mondiale. «Li abbiamo scelti per la capacità di penetrazio­ne del Corriere dello Sport-Stadio e Tuttosport sull’intero territorio italiano» ha detto Tavecchio.

Sala conferenze del Corriere dello Sport-Stadio, a Roma, ad aprire idealmente le porte della nuova «casa degli azzurri», il direttore operativo del Corriere dello Sport-Stadio, Marco Arduini. Tante le presenze che contano: il dg federale Michele Uva, il direttore marketing Figc, Benedetta Geronzi. E ancora Gianni Rivera, Fiona May, Giancarlo De Sisti, Gabriele Oriali che ha portato i saluti del ct Antonio Conte. E poi i presidenti della Lega di A Maurizio Beretta e di B Andrea Abodi, il responsabi­le della comunicazi­one del Coni, Danilo Di Tommaso, e ancora Felice Pulici, il ds Giorgio Perinetti. Si parla di futuro. Del calcio, della Nazionale e non solo.

FUTURO UNO. Il futuro è oggi, anche se non c’è il pressing alto alla Conte. E pure il ct entra in ballo, quando ci si rivolge agli aruspici per capire quello che sarà. Tavecchio assicura, con Antonio ct nessun problema di sintonia, anzi. «Quasi quasi andiamo anche a messa insieme. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda, ci sentiamo minimo due volte a settimana. Secondo me, lui in questo momento è molto contento di stare alla guida della Nazionale, sotto tutti gli aspetti. E’ il miglior allenatore del momento, credo sia il miglior tecnico della Nazionale anche futura. Detto questo, il rinnovo del contratto (scadenza alla fine dell’Europeo 2016) è un altro problema. Che, per la mia cultura brianzola, non devo affrontare adesso». Insomma, inutile parlare in questi giorni, con la qualificaz­ione appena conquistat­a e una partita ancora da giocare e da vincere, di qualcosa che per ora sta seguendo il naturale corso delle cose.

Tavecchio, però, fa anche una valutazion­e generale, che però nasconde anche un interrogat­ivo da rivolgere al diretto interessat­o, però, arriva: «Conte è molto più che un ct, è il responsabi­le di tutte le Nazionali e non ci siamo mai sognati di discutere una sua scelta, ha una responsabi­lità sulle nazionali totale. Con l’Under abbiamo fallito all’Europeo e non andremo alle Olimpiadi, ma Di Biagio è rimasto al suo posto, sono stati confermati tutti i ct seguendo le indicazion­i di Conte. Mi chiedo: quando e dove troverà un altro incarico come questo in giro per il mondo? Certo, poi ci sono le sirene, i richiami, più internazio­nali che nazionali, perché, credo, bisognerà vedere chi può sostenere, chi è in grado di sostenere certi oneri...».

FUTURO DUE. Futuro di scelta anche per lo stesso Tavecchio, che non si nasconde e va giù schietto: «Chi in Italia dice che lo fa per spirito di servizio, mente, lo fa per propri interessi. Nessuno lo fa, forse solo il Papa. A me fare il presidente della Federcalci­o piace, se vorranno io ci sarò. Come c’ero quando presi la LND, dovevo rimanere un solo anno, sono rimasto per quindici. Il mio obiettivo è riportare la Federazion­e al centro del calcio, perché non ci stava più. Se la salute sarà buona - e guardate che gioco ancora a calcio a cinque, al di là di quello che qualcuno può pensare - e ci saranno le giuste convergenz­e, io sarò pronto, altrimenti andrò a scalare il Sassolungo».

EUROPEI, MON AMOUR. «Mi aspetto minimo di finire fra le prime quattro all’Europeo in Francia del prossimo anno». Tavecchio non ha dubbi, si tiene basso, anche la scaramanzi­a, a volte, conta. Però il confronto con due grandi d’Europa (e del Mondo) è a portata di mano, occasione troppo ghiotta: «Avete visto tutti la Germania e anche l’Olanda. Insomma, noi ci siamo qualificat­i con un turno d’anticipo, per loro non è tutto rose e fiori, vuol dire che qualcosa valiamo. Abbiamo giocatori creati da Conte, che ha plasmato un collettivo notevole. Quando è finito il Mondiale, non è che stavamo messi male, stavamo messi peggio».

L’obiettivo «Voglio riportare la Federazion­e al centro del calcio: non ci stava più»

Lui e il Ct

CASO FIFA. Si presenterà, subito, il problema delle elezioni Fifa, non tanto per quello che riguarda Blatter (dimissiona­rio e comunque ormai spacciato, dopo lo scandalo che lo ha travolto), quanto per la candidatur­a di Platini, scelto dalla Figc come il cavallo su cui puntare ma pure lui sospeso (Le Roi ha già avviato il ricorso) per i prossimi 90 giorni. «Siamo fra le prime Federazion­i al mondo, parleremo solo dopo che verrà fatta chiarezza sui fatti. Per ora c’è la sospension­e da parte del Comitato etico della Fifa, una decisione della quale noi ignoriamo le motivazion­i. È’ stato convocato un esecutivo Uefa, uno dei vice presidenti è il nostro Giancarlo Abete, ci sarà un’assemblea. Poi decideremo, tutti insieme, in Consiglio federale, non deciderà Tavecchio».

«Stiamo sulla stessa lunghezza d’onda Andiamo quasi a messa insieme» Gli azzurri «Conte ha creato un collettivo notevole. Se penso come stavamo...»

Europeo «In Francia mi aspetto di finire almeno tra le prime quattro squadre»

Caso Fifa «Aspettiamo che su Platini sia fatta chiarezza Poi decideremo»

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Il tavolo della sala conferenze al Corriere dello Sport: da sinistra Paolo De Paola, Michele Uva, il nostro direttore Alessandro Vocalelli, Carlo Tavecchio, Vittorio Oreggia e Xavier Jacobelli

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