Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
NAZIONALE IL GRUPPO NON SI TOCCA
Conte porterà in Francia chi ha conquistato la qualificazione: gli altri dovranno sudare
C’è stato un prima e c’è un dopo Azerbaigian. Non solo per quello che ha detto il campo, non solo per il nuovo schema ben interpretato dagli azzurri, non solo per i gol arrivati, e neppure “soltanto” per la qualificazione aritmetica conquistata. Ha pesato anche il viaggio, quello di ritorno anche più di quello dell’andata, con le complicazioni burocratiche azere, il rientro in Italia all’alba, l’arrivo in albergo alle 6 di mattina. Mettete tutto insieme e capirete cosa voleva dire Conte quando ha mandato il suo messaggio alla vigilia di Italia-Norvegia, e lo ha fatto sottolineando quasi con durezza il suo pensiero: «Mancano 8 mesi all’Europeo. Dunque c’è ancora tempo per le scelte finali. Però vi dico che la qualificazione l’ha conquistata questo gruppo: un fatto che peserà tanto! Chi e se qualcuno entrerà nella rosa dei 23 dovrà meritarselo, dimostrando di essere molto ma molto più bravo di chi è già qui. E per farlo dovrà essere capace di stupire non in una o due partite, o magari segnando 3 gol; né sarò sensibile ai venti del nord e del sud che dovessero spingere qualche candidatura: lo dico soprattutto dopo la trasferta in Azerbaigian». Senza voler drammatizzare il concetto, l’avviso ai naviganti è stato perentorio: vengono subito in mente le vicende della scorsa settimana, con Berardi e Insigne ritornati ai propri club, ma anche a giocatori come Balotelli, sempre in bilico tra perdizione definitiva e santità temporanea. Se serviva un tema per accendere questa partita, già resa “rischiosa” da un possibile calo mentale conseguente all’obiettivo raggiunto, oltre nuove defezioni, Conte ne ha scelto uno politico importante, che servirà a dare verve ai “reduci” di Baku e ai loro sostituti.
MESSAGGIO AI CLUB. Intanto a caccia di un’ultima vittoria che gli serva a giocarsi le carte migliori nella complessa partita del ranking e delle conseguenti teste di serie nel sorteggio di Parigi del prossimo 12 dicembre, Conte è stato obbligato a tornare all’antico. Complice l’infortunio a Parolo, maturato nel finale di Azerbaigian-Italia ma emerso solo ieri mattina, più l’indisponibilità di Verratti più quella di Pirlo, il ct dovrebbe riproporre il suo 3-5-2 di inizio gestione. «Abbiamo lavorato solo sul 4-24 in questi giorni, per non fare troppa confusione. Ma in casi di emergenza come questa so di poter contare su una simile eventualità» ha spiegato Conte. E’ un test anche questo, perché all’Europeo, giocando con molta frequenza, può accadere di dover affrontare situazioni precarie. In più Conte non ha voluto rischiare nessuno: «Verratti ha preso un colpo al polpaccio su una vecchia cicatrice; lo rischieremmo fosse l’ultima spiaggia, ma preferiamo non correre rischi, per rispetto delle società, è troppo sottile il limite del rischio e non vogliamo fare pagare eventuale scotto a nessuno». Stesso discorso per Pirlo, già fuori gioco alla vigilia azera. Nelle intenzioni di Conte, dunque un modo di mandare un messaggio, dopo quello ai calciatori, alle società, in tempi di rapporti difficili tra club e nazionali, dati i molti infortuni che si stanno susseguendo, e che si sommano, in realtà a quelli che stanno colpendo le varie squadre tra campionati e coppe».