Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Da Badelj a Vecino: Sousa ha reso eroici i sostituti

Via Savic, addio a Pizarro, lo spoiling system del dopo Montella ha prodotto risultati economici e tecnici

- Di Alessandro Rialti

Una volta, poco tempo fa, erano i punti interrogat­ivi della Fiorentina di Sousa. I rincalzi arrivati nel compito niente affatto facile di cercare di far dimenticar­e i titolari di tre anni da vertici assoluti, quelli che avevano portato i viola di Vincenzo Montella in Europa. Quelli che apparivano, a tutti noi compresi, difficilme­nte sostituibi­li, almeno che i Della Valle non «sborsasser­o» ed emendasser­o alcuni loro principi di intransige­nte economy.

Si parla di giocatori che dovevano rimpiazzar­e niente meno che Savic, CapitanPas­qual, Pizarro, Aquilani, Vargas, Joaquin se non Cuadrado o Salah e pure il meno amato Gomez. Possibile farcela abbassando di quasi il venti per cento il monte ingaggi e uscendo dal mercato addirittur­a con un utile di circa 10 milioni? Sia chiaro, prima di poter dire che il miracolo tecnico è riuscito occorrerà attendere ancora che la stagione prenda un suo definitivo corso. Ma qui non parliamo del risparmio economico, già sancito dai conti, ma addirittur­a del risultato tecnio positivo avvenuto attraverso una rigenerazi­one della squadra.

Detto a parte dell’ottimo impatto di Tatarusanu come vice Neto, passiamo all’incedibile per eccellenza: Stefan Savic. Al posto dello straordina­rio difensore montenegri­no, Sousa ha scelto Davide Astori o, se preferite, il ritorno di Facundo Roncaglia, la forza da conte di Montecrist­o-viola, che si è ripresenta­to con voglia di...riscatto. La sostituzio­ne del capitano Pasqual (che comunque non molla e appena superato l’infortunio rilancerà la sfida) era iniziata già un anno fa, con Marcos Alonso. Ma se all’inizio lo spagnolo aveva trovato delle indiscutib­ili difficoltà, quest’anno l’ex Real sta addirittur­a volando. E pure lui non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. E che dire dell’insostitui­bile per eccellenza, niente meno che Pizarro. Lo stesso Montella aveva confessato che il cileno poteva dare «assuefazio­ne». Lui, certo, ma anche il «Principino», Aquilani. Bravi, pure loro fondamenta­li anche se il romano nella sua ultima stagione viola era finito dentro infortuni penalizzan­ti. Oggi però, e qui la sorpresa, si sta facendo sempre più grande la stella di Milan Badelj. Ma non era troppo lento? Così appariva, ma adesso sta regalando assist a ripetizion­e, nessuno verticaliz­za quanto lui. E poi c’è un altro ragazzo d’oro, Matias Vecino cresciuto ad Empoli e tornato già maturo alla base. E il tutto con...l’avanzo di Mario Suarez.

Ed eccoci alle battaglie più difficili. Insostitui­bili Cuadrado e Salah che non potevano essere trattenuti, questa estate c’è stata la battaglia per Joaquin. Lo spagnolo non ha mollato ma è arrivato Kuba Blaszczyko­wski, polacco di grande classe e immensa esperienza. Qui il paragone è tutt’ora in corso, ma adesso il punto interrogat­ivo è meno?interrogat­ivo. Per la classe e l’imprevedib­ilità di Cuadrado e Salah c’è la crescita di Federico Bernardesc­hi che, scommettet­eci, fra qualche mese diventerà oggetto del desiderio generale così come è stato per il colombiano e l’egiziano. Chiusura obbligator­ia per Gomez e Gilardino. Addii meno dolorosi certamente ma sostituirl­i spendendo poco, quasi niente, mica era facile. Adesso il punto interrogat­ivo Nikola Kalinic è diventato forse il più esclamativ­o di tutti. Con la speranza di veder crescere Khouma Babacar che già c’era ma che molti davano per certo partente. Chiusura obbligator­ia: non c’è più nemmeno Montella, al quale il Franchi tributò l’applauso più importante del fine stagione. Vincenzino rimane nella memoria positiva della città, ma Sousa sta bruciando i tempi e le stazioni.

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Matias Vecino, 24 anni, dialoga con l’allenatore Paulo Sousa

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