Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Da Badelj a Vecino: Sousa ha reso eroici i sostituti
Via Savic, addio a Pizarro, lo spoiling system del dopo Montella ha prodotto risultati economici e tecnici
Una volta, poco tempo fa, erano i punti interrogativi della Fiorentina di Sousa. I rincalzi arrivati nel compito niente affatto facile di cercare di far dimenticare i titolari di tre anni da vertici assoluti, quelli che avevano portato i viola di Vincenzo Montella in Europa. Quelli che apparivano, a tutti noi compresi, difficilmente sostituibili, almeno che i Della Valle non «sborsassero» ed emendassero alcuni loro principi di intransigente economy.
Si parla di giocatori che dovevano rimpiazzare niente meno che Savic, CapitanPasqual, Pizarro, Aquilani, Vargas, Joaquin se non Cuadrado o Salah e pure il meno amato Gomez. Possibile farcela abbassando di quasi il venti per cento il monte ingaggi e uscendo dal mercato addirittura con un utile di circa 10 milioni? Sia chiaro, prima di poter dire che il miracolo tecnico è riuscito occorrerà attendere ancora che la stagione prenda un suo definitivo corso. Ma qui non parliamo del risparmio economico, già sancito dai conti, ma addirittura del risultato tecnio positivo avvenuto attraverso una rigenerazione della squadra.
Detto a parte dell’ottimo impatto di Tatarusanu come vice Neto, passiamo all’incedibile per eccellenza: Stefan Savic. Al posto dello straordinario difensore montenegrino, Sousa ha scelto Davide Astori o, se preferite, il ritorno di Facundo Roncaglia, la forza da conte di Montecristo-viola, che si è ripresentato con voglia di...riscatto. La sostituzione del capitano Pasqual (che comunque non molla e appena superato l’infortunio rilancerà la sfida) era iniziata già un anno fa, con Marcos Alonso. Ma se all’inizio lo spagnolo aveva trovato delle indiscutibili difficoltà, quest’anno l’ex Real sta addirittura volando. E pure lui non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. E che dire dell’insostituibile per eccellenza, niente meno che Pizarro. Lo stesso Montella aveva confessato che il cileno poteva dare «assuefazione». Lui, certo, ma anche il «Principino», Aquilani. Bravi, pure loro fondamentali anche se il romano nella sua ultima stagione viola era finito dentro infortuni penalizzanti. Oggi però, e qui la sorpresa, si sta facendo sempre più grande la stella di Milan Badelj. Ma non era troppo lento? Così appariva, ma adesso sta regalando assist a ripetizione, nessuno verticalizza quanto lui. E poi c’è un altro ragazzo d’oro, Matias Vecino cresciuto ad Empoli e tornato già maturo alla base. E il tutto con...l’avanzo di Mario Suarez.
Ed eccoci alle battaglie più difficili. Insostituibili Cuadrado e Salah che non potevano essere trattenuti, questa estate c’è stata la battaglia per Joaquin. Lo spagnolo non ha mollato ma è arrivato Kuba Blaszczykowski, polacco di grande classe e immensa esperienza. Qui il paragone è tutt’ora in corso, ma adesso il punto interrogativo è meno?interrogativo. Per la classe e l’imprevedibilità di Cuadrado e Salah c’è la crescita di Federico Bernardeschi che, scommetteteci, fra qualche mese diventerà oggetto del desiderio generale così come è stato per il colombiano e l’egiziano. Chiusura obbligatoria per Gomez e Gilardino. Addii meno dolorosi certamente ma sostituirli spendendo poco, quasi niente, mica era facile. Adesso il punto interrogativo Nikola Kalinic è diventato forse il più esclamativo di tutti. Con la speranza di veder crescere Khouma Babacar che già c’era ma che molti davano per certo partente. Chiusura obbligatoria: non c’è più nemmeno Montella, al quale il Franchi tributò l’applauso più importante del fine stagione. Vincenzino rimane nella memoria positiva della città, ma Sousa sta bruciando i tempi e le stazioni.