Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Gilardino, (altro) appuntamento con il destino
A Bologna ha lasciato l’eco dei suoi gol. Poteva tornare, se avesse accettato la doppia offerta di Saputo. Invece...
Attaccati a Gilardino, ai suoi gol, alla sua concretezza, ad una crescita atletica che diventa essenziale per l'intero modo di giocare della squadra. La settimana di sosta può essere fondamentale per completare o quantomeno migliorare la condizione dell'attaccante, giunto a Palermo senza il sufficiente carico di allenamento, ma solo con una preparazione svolta individualmente e non in gruppo. Nel calcio di oggi e per i movimenti che richiede Iachini in particolare, non poteva bastare.
UN GOL DI SPERANZA. Ma sono già arrivati precisi segnali a far capire che le cose stanno cambiando. Il gol alla Roma è il primo in rosanero, ininfluente quanto si voglia, ma comunque utile a far capire cosa può dare e come va sfruttato Gilardino. Un assist di Vazquez, la freddezza sotto porta del bomber. Un manifesto per l'immediato futuro. Il minutaggio incompleto che al momento poteva garantire il Gila ha fin qui consigliato Iachini ad un uso part time del giocatore, partito in panchina nelle ultime due gare. Ma la sua presenza in campo modifica la manovra della squadra, lo si era visto gia a Torino, è stato confermato dal secondo tempo con la Roma. Tre reti con lui in campo, zero senza. Il nuovo Palermo che Iachini proverà nel ritiro in Friuli ripartirà da lui in attacco, questo è certo. Il modulo alla fine non è importante quanto la qualità dei calciatori su cui si basa. Gilardino sta crescendo sia in fiducia (segnare è sempre la medicina che rinvigorisce il goleador), sia in condizione generale: il tecnico conta che a Bologna possa offrire non solo la sua arcinota abilità sotto porta ma anche una partecipazione diversa. Il sogno è quello di formare fra lui e Vazquez una coppia che s'intenda velocemente e sappia scambiare con pericolosità. Diversa da quella che il Mudo creò con Dybala, ma egualmente efficace.
RICORDI ROSSOBLÙ. Su Gilardino il Palermo ha puntato non solo in base alla straordinaria carriera, ma considerando le motivazioni del ragazzo. Che a 33 anni vuole inseguire ancora il sogno azzurro di una convocazione per l'Europeo e ha un numero in testa, quello dei 200 gol in serie A. Gliene mancano 21, intanto ha ricominciato domenica dal Barbera, ora vuole subito ripetersi al Dall'Ara. Uno stadio dove peraltro ha ricordi strepitosi, perchè vi ha firmato una stagione bellissima. A Bologna fra l’altro è nata la sua ultima figlia, Giulia. 13 reti nel 2012/13 col Bologna di Pioli, contributo decisivo per la salvezza. Il Palermo se lo ricorda bene, fu una sua prodezza, nel girone d'andata, ad indirizzare la sfida verso i rossoblù: finì 3-0 per il Bologna ed è l'ultimo precedente in Emilia, visto che a fine stagione i rosa retrocessero e l'anno scorso mancavano all'appello i felsinei, a loro volta caduti in B. Poi Saputo cercò di riprendersi il bomber, allettandolo con una doppia offerta: prima una parte di stagione all’Impact Montreal, poi il ritorno a Bologna, in Serie A. Non è andata così, Gila ha fatto altre scelte. E adesso si ritrova al Dall’Ara da avversario. Gilardino è chiamato a svolgere nel Palermo un ruolo delicato: è un ex campione del mondo, ha giocato quasi 600 partite in carriera, possiede un'esperienza che manca alla maggior parte dei componenti la rosa di Iachini. Il suo carisma, il suo esempio è fondamentale. Alberto è un timido, determinato ma molto riservato, si sta inserendo in punta di piedi, vuole parlare soprattutto attraverso i comportamenti ed i gol. E' il suo linguaggio, quello che conosce meglio, e ha cominciato a farlo vedere anche in Sicilia con la rete alla Roma (e un'altra occasione sventata da Szczesny). E' quello che dovrà trasmettere ad un Palermo in crisi, che a Bologna non potrà fallire l'appuntamento.
Ha appena segnato la sua prima rete contro la Roma, gliene mancano 21 alle fatidiche 200