Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
In piscina di notte per preparare Rio
Finali alle 22, cambia la stagione
Non bastava il fuso orario e le cinque ore di differenza rispetto all’Italia: Rio rivoluzionerà le abitudini di tutto il movimento del nuoto, con le finali in programma alle 22 locali (le tre di notte in Italia). Comandano i diritti tv degli Usa e per garantire la maggiore audience televisiva da New York a Los Angeles, le finali in corsia diventeranno un dopocena.
Sport tradizionalmente mattiniero, il nuoto dovrà cambiare le proprie abitudini. Nel programmare la stagione olimpica, l’orario delle gare è diventato il punto di riferimento costante. Programmare e organizzare senza stravolgere, questa è la parola d’ordine.
«Il problema - spiega Marco Bonifazi, coordinatore tecnico dei settori agonistici e responsabile del centro studi e ricerche della Federnuoto - non è la finale in sé ma tutto il resto. Chi ha una gara singola non va incontro a grossi problemi, altra cosa è gestire una settimana di manifestazione con batterie, semifinali e finali di gare diverse: in quel caso bisogna farsi trovare preparati».
I problemi sono due: il fuso orario da assorbire e il cambio di abitudini con le finali a tarda sera. «Distinguiamo: tendenzialmente, si assorbe un’ora di fuso al giorno e questo aspetto sarà risolto direttamente lì. Altra cosa è addestrare gli atleti a gareggiare in orario diverso dal solito».
In che modo?
«Facendo dei test nel corso della stagione ma con equilibrio. E’ giusto addestrare ma senza stressare. Ne parleremo con i tecnici, credo che una strada da seguire possa essere quella di un paio di raduni lavorando più giorni consecutivi con l’orario di Rio. In questo modo anche gli atleti possono farsi un’idea. Ma attenzione: è importante non esagerare perché allenarsi a orari inusuali mentre tutto il mondo che c’è intorno viaggia a orari diversi, può diventare controproducente e stressante»
Inutile quindi sincronizzarsi già da qui con il fuso di Rio?
«Non avrebbe senso. I nostri ritmi biologici sono regolati dal giorno e dalla notte».
E’ il Centro Federale di Ostia il più “indiziato” per gli esperimenti in notturna: «Non avremmo nessuno problema logistico - aggiunge il ct Butini - Al di là di un test in gara a me preme confrontarmi con allenatori e atleti. Bisogna anche tenere conto del tipo di gara: un velocista, che ha un tipo di impegno più muscolare, avrà una reazione diversa rispetto a un mezzofondista».
Il punto fondamentale sarà il riposo notturno: ipotizzando la fine delle gare intorno a mezzanotte e mezzo e la cena intorno alle due, diventa difficile prendere sonno prima delle tre: «In più - aggiunge Butini - bisogna anche tenere conto del fatto che il resto del villaggio olimpico viaggerà su orari normali e già dalle prime ore del mattino diventerà difficile riposare bene».
Bonifazi: «La gara secca incide poco Lavoriamo per gestire una settimana ad alti livelli»