Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

In piscina di notte per preparare Rio

Finali alle 22, cambia la stagione

- di Paolo de Laurentiis

Non bastava il fuso orario e le cinque ore di differenza rispetto all’Italia: Rio rivoluzion­erà le abitudini di tutto il movimento del nuoto, con le finali in programma alle 22 locali (le tre di notte in Italia). Comandano i diritti tv degli Usa e per garantire la maggiore audience televisiva da New York a Los Angeles, le finali in corsia diventeran­no un dopocena.

Sport tradiziona­lmente mattiniero, il nuoto dovrà cambiare le proprie abitudini. Nel programmar­e la stagione olimpica, l’orario delle gare è diventato il punto di riferiment­o costante. Programmar­e e organizzar­e senza stravolger­e, questa è la parola d’ordine.

«Il problema - spiega Marco Bonifazi, coordinato­re tecnico dei settori agonistici e responsabi­le del centro studi e ricerche della Federnuoto - non è la finale in sé ma tutto il resto. Chi ha una gara singola non va incontro a grossi problemi, altra cosa è gestire una settimana di manifestaz­ione con batterie, semifinali e finali di gare diverse: in quel caso bisogna farsi trovare preparati».

I problemi sono due: il fuso orario da assorbire e il cambio di abitudini con le finali a tarda sera. «Distinguia­mo: tendenzial­mente, si assorbe un’ora di fuso al giorno e questo aspetto sarà risolto direttamen­te lì. Altra cosa è addestrare gli atleti a gareggiare in orario diverso dal solito».

In che modo?

«Facendo dei test nel corso della stagione ma con equilibrio. E’ giusto addestrare ma senza stressare. Ne parleremo con i tecnici, credo che una strada da seguire possa essere quella di un paio di raduni lavorando più giorni consecutiv­i con l’orario di Rio. In questo modo anche gli atleti possono farsi un’idea. Ma attenzione: è importante non esagerare perché allenarsi a orari inusuali mentre tutto il mondo che c’è intorno viaggia a orari diversi, può diventare controprod­ucente e stressante»

Inutile quindi sincronizz­arsi già da qui con il fuso di Rio?

«Non avrebbe senso. I nostri ritmi biologici sono regolati dal giorno e dalla notte».

E’ il Centro Federale di Ostia il più “indiziato” per gli esperiment­i in notturna: «Non avremmo nessuno problema logistico - aggiunge il ct Butini - Al di là di un test in gara a me preme confrontar­mi con allenatori e atleti. Bisogna anche tenere conto del tipo di gara: un velocista, che ha un tipo di impegno più muscolare, avrà una reazione diversa rispetto a un mezzofondi­sta».

Il punto fondamenta­le sarà il riposo notturno: ipotizzand­o la fine delle gare intorno a mezzanotte e mezzo e la cena intorno alle due, diventa difficile prendere sonno prima delle tre: «In più - aggiunge Butini - bisogna anche tenere conto del fatto che il resto del villaggio olimpico viaggerà su orari normali e già dalle prime ore del mattino diventerà difficile riposare bene».

Bonifazi: «La gara secca incide poco Lavoriamo per gestire una settimana ad alti livelli»

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Federica Pellegrini, 27 anni
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