Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Renzi al ct «In Francia vale di più»
«Questa Nazionale mi piace. Lo sport fattore chiave per l’immagine del Paese»
Non ha il naso triste come una salita, Conte, ma, ricordando le epiche immagini di un suo magnifico omonimo, potrebbe far girare le palle ai francesi, non solo in senso metaforico, sulla scia di Ginettaccio Bartali. E’ quello che ieri gli ha, e si è augurato Matteo Renzi, letteralmente piombato nel ritiro italiano, nel cuore di Roma, in compagnia del presidente del Coni, Malagò. «Non si può dire… ma toglierci delle soddisfazioni in Francia varrebbe doppio. E’ questo l’augurio che ho fatto a Conte e ai suoi» ha chiosato il premier uscendo dal Parco dei Principi, albergo affacciato su Villa Borghese, tradizionale buen retiro azzurro nella Capitale.
Una visita pensata e maturata nella mattinata di ieri, a poche ore dalla partita contro la Norvegia. Renzi è arrivato intorno alle 13 ed è rimasto in... Nazionale fino alle 14,30, pranzando con la squadra e animando il clima, come vedremo, con una serie di battute a tu per tu con i giocatori, non prima del breve discorso “paraistituzionale” e della rituale maglia azzurra numero 10 personalizzata Renzi, più pin federale da giacca. Ad accoglierlo c’erano il presidente Tavecchio, il dg Uva e naturalmente il ct Conte. Particolarmente soddisfatto il numero uno della Figc, che incassa il dividendo politico dell’operazione simpatia renziana, dopo mesi in cui si era parlato di gelo tra Palazzo Chigi e via Allegri, dovuto a una serie di casi in cui era rimasto coinvolto Tavecchio. Oltretutto, davanti alla domanda dei cronisti sulle recenti inchieste giudiziarie intorno e dentro il mondo del calcio, Renzi ha salutato tutti con un sorriso. «E’ stata bravo, coinvolgente, simpatico, come è lui, del resto: ha mangiato un piatto di maccheroni pomodoro e basilico, ha scherzato e salutato tutti; insomma credo abbia fatto piacere alla squadra la sua visita» ha spiegato dopo il presidente della Figc.
NON DIRE GATTO. Di certo il più felice della situazione è stato senza dubbio Renzi, grandissimo appassionato di calcio, ex arbitro, tifoso acceso della Fiorentina, in questa occasione indossando la sua celebre cravatta bicolore rosso-blu e non quella viola («Ma qui non era il caso: eppoi della Fiorentina chi c’era? Astori e l’ex Montolivo…» si è poi giustificato) che aveva in un certo senso vestito in precedenza, intervistato da Rtl, ricordando come l’hashtag da utilizzare fosse #salutatelacapolista. Poco più tardi, ecco il tuffo azzurro fuori dal Palazzo, al quale ha dedicato solo una battuta, pensando all’iter della riforma del Senato, presa in prestito da un grande del calcio, già ex ct: «Mi chiedete della partita istituzionale? Mi pare ben messa, ma come sosterrebbe il Trap, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco».
MENO RENZI PIU’ FLORENZI. Ma il meglio di sé, tra i tavoli del buffet, sistemato nella sala da pranzo dell’hotel, il premier lo ha dato scherzando con gli azzurri. «Meno Renzi, più Florenzi» è stato il suo omaggio al giovane jolly della Roma. Con l’ex Quagliarella, brevemente a Firenze con la Florentia Viola, è stato più diretto, ricordando il ko di Torino: «Oh, Quaglia, te ci purghi sempre...». Mentre a Montolivo, già capitano della Fiorentina prima dello strappo per andare al Milan, il premier ha ricordato il successo viola di inizio campionato sui rossoneri.
Niente gelo con gli juventini, anzi. Con Buffon c’è stato un saluto particolarmente caloroso. E anche con Conte: «Se mi rivedo in lui? Non scherziamo, è stato anche un fior di giocatore» ha spiegato il presidente del Consiglio all’uscita. Dove ai cronisti ha spiegato il senso ufficiale della visita: «Sono venuto a salutare Conte e i suoi ragazzi che hanno ottenuto la qualificazione in anticipo, era giusto fare sentire la nostra vicinanza. Mi piace questa Nazionale, decisa, tosta; è bello che lo sport torni a essere un fattore chiave per l’immagine del nostro Paese».
Le battute ai giocatori «Meno Renzi, più Florenzi Quagliarella, tu ci purghi sempre... ». E a Montolivo...
Il saluto al ct «Giusto far sentire la nostra vicinanza. Se mi rivedo in lui? No, Conte un fior di giocatore»
La politica «La partita istituzionale? Ben messa, ma il Trap sosterrebbe: non dire gatto...»