Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
SuperFlorenzi l’Italia chiude al primo posto
Gli azzurri dominano ma vanno sotto poi un gol e un assist (a Pellè) del romanista
Ma sì, viva l’Italia, l’Italia che non muore sul più bello, che scivola sulla solita buccia di banana che le cade dalla tasca della difesa, e per 50' si trova seconda dietro la Norvegia (lesta a fare gol, al 23', con un tiraccio di Tettey), con l’amaro in bocca per una partita messasi male e complicata da raddrizzare a un metro dal traguardo per Parigi. E lì è toccato a Conte capire che c’era bisogno di più fiducia nella sua Nazionale. Con tre cambi giusti, nella ripresa, Giovinco-Bertolacci-Candreva e un’Italia ridisegnata (4-42), sono arrivati i gol partita dell’eccellente Florenzi (28' st), al quale è stato annullato il raddoppio ingiustamente, comunque bravo a offrire a
Pellè l’assist per il 2-1 finale (37' st), ciliegina su un torneo di qualificazione che consegna a Euro 2016 una Nazionale vera, maturata tantissimo nell’ultimo mese, con tanto di centravanti da battaglia, pescato con sensibilità nel mazzo dal ct, e un gruppo che ne risponde a pieno ai comandi.
LE SCELTE. Conte aveva cercato l’ultimo acuto, in emergenza, tornando allo schema più confidente, il 3-5-2 con cui aveva iniziato la sua avventura azzurra, e col quale aveva espugnato Oslo; lì, senza Pirlo né Verratti, con De Rossi centromediano, a destra c’era lo stesso tandem Florenzi-Darmian mentre a sinistra, con Giaccherini in vece di Soriano, ecco sempre De Sciglio, qui alla fine preferito a El Shaarawy. Niente coppia ignorante Immobile-Zaza ma fiducia al nuovo tandem azzurro “straniero” Pellè-Eder. Diciamo tutto questo per fotografare due facce della stessa medaglia tattica.
Ma la differenza, nel cuore del primo tempo, l’hanno fatta la concentrazione e la fame differenti rispetto ai norvegesi, ancora a caccia della qualificazione diretta. Onestamente la partita l’ha sempre fatta l’Italia, nonostante le difficoltà di Montolivo in regia; e siccome gli episodi pesano, se Pellè fosse riuscito a segnare subito, dopo un minuto, chiudendo di testa un’azione splendida da lui impostata e triangolata da De Sciglio, le cose di certo si sarebbero messe in un altro modo. Invece, pian piano, parallelamente al fatto di allargarsi sul campo, l’Italia ha calato il ritmo, sentendosi sicura di sé e invece beccando gol, ancora una volta, su una clamorosa sbandata difensiva. Errore ancora più grave perché arrivato a squadra schierata, su punizione dalla trequarti battuta da Johansen. E’ il 23': la Norvegia è in testa al girone, rendendo inutile il gol di Perisic (25') che mette la Croazia un solo punto dietro gli azzurri...
REAZIONE. A quel punto l’Italia è tornata ad alzare il ritmo di gioco, con Florenzi che agiva da esterno alto, non più soffocato da Darmian, mentre gli uomini di Høgmo non hanno fatto altro che battagliare su ogni pallone, graziati da Pellè (35'), messo in porta dall’unica giocata utile di un Montolivo non ancora in grado di prendere in mano la Nazionale. A resistere ci ha pensato Nyland, prima miracoloso su Soriano (37'), reattivo su Florenzi (45'), durissimo in uscita su Eder (17'st).
E’ qui che Conte cambia musica, che forse avrebbe dovuto mettere subito all’inizio. In 9' escono il doriano, Montolivo e Barzagli. Sono i tre compagni già citati, su due linee corte, a mandare ai matti i norvegesi, presi in batteria sugli esterni, con un Giovinco scatenato come a Baku, qui con funzioni e da trequartista e da seconda punta, che dalla sinistra spinge all’errore marchiano Aleesami, che lascia a metà strada un pallone che Florenzi fulmina in rete. Un boato accompagna 7' dopo una veloce Giovinco-CandrevaFlorenzi, al quale il guardalinee Lupp nega il raddoppio per fuorigioco inesistente di Candreva. L’Olimpico però esplode due minuti dopo quando Pellè non sbaglia supreciso taglio di Florenzi, lanciato a destra da Giovinco. Tripudio azzurro e Norvegia alla fine terza e costretta agli spareggi novembrini.