Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

CONTE «Agli Europei tutto è possibile»

Il ct ha urlato ai suoi ragazzi «fenomeni» E poi dice: «Nessun traguardo ci è precluso»

- di Fabio Massimo Splendore

Se ci sarà un futuro per questo ct sulla panchina azzurra lo dirà il tempo, lo sapremo a primavera. Intanto godiamoci questa Italia di Conte che ribalta un risultato di sconfitta immeritato, che cambia veste tattica e vince una partita da vincere. Il ct in panchina, sul 2-1, ha gridato tre volte «fenomeni». E’ il suo abbraccio ai suoi ragazzi. «Non potevamo perdere dice il ct - Compliment­i alla Norvegia che è una squadra forte. Mi dispiace che vadano agli spareggi come terzi. Noi abbiamo fatto quello che dovevamo per continuare il nostro processo di crescita. Quando siamo andati sotto di un gol non lo meritavamo. Voglio questa intensità e questa cattiveria. Con questo atteggiame­nto si può vincere e perdere, ma bisogna giocare così. Quello che è successo all’Olimpico è molto bello. Siamo cresciuti molto come squadra, chiudiamo in testa».

CAMBIO TATTICO. Ad un certo punto Conte ha cambiato marcia con la difesa a 4. E l’Italia ha vinto la partita. «Abbiamo messo in difficoltà i nostri avversari anche nel primo tempo, ma con il 4-24 le cose sono andate ancora meglio. Era previsto che saremmo passati a questo modulo più offensivo. Eravamo stanchi perché avevamo giocato tre giorni prima e avevo solo tre esterni offensivi. Dobbiamo essere bravi a cambiare modulo in corsa, a interpreta­re altre situazioni tattiche». Una riflession­e amara nel finale: «Diventa difficile spiegare perché una squadra che ha fatto 24 punti nel proprio girone non è testa di serie. Abbiamo fatto 8 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta in amichevole a giugno con il Portogallo. Senza quella saremmo stati imbattuti ma va bene anche così». Un’Italia sempre più sua: «Io l’ho sentita mia dalla prima partita, l’amichevole con l’Olanda. Sono contento perché in Nazionale hai poco tempo per dare una identità. Era il mio grande dubbio. E questo dubbio, grazie ai ragazzi, sta andando via. Non pensavo di entrare così tanto e in così poco tempo nella testa dei giocatori. Io devo ringraziar­li, sono encomiabil­i. E finché avrò gente così, nulla ci è precluso, anche all’Europeo. E non ditemi di arrivare tra le prime due o le prime quattro, perché io non faccio calcoli di questo tipo». La giornata era iniziata con l’incontro con il presidente del Consiglio Renzi: «Ci ha fatto piacere incontrarl­o, ma ci era sempre stato vicino con i messaggi. La sua vicinanza è importante».

IL FUTURO. Nella consueta intervista pregara a Rai Sport Conte aveva affrontato il tema del futuro. «Sarà una nazionale ugualmente competitiv­a, a prescinder­e dal mio contratto. La storia insegna: Prandelli andò al Mondiale col prolungame­nto e l'Italia uscì, Lippi vinse un mondiale e tutti sapevano che avrebbe lasciato. Penso che bisogna fare un passo alla volta. Mai dire mai? In tutte le cose, mai dire mai...». Per la prima volta Conte aveva risposto anche a una sollecitaz­ione diretta su un club in prospettiv­a futura. «Roma è un città stupenda, che ho imparato ad apprezzare venendo qui per il lavoro da ct, ma i tifosi gialloross­i e la società devono stare sereni; Garcia è un ottimo tecnico, io lo stimo molto».

«Non pensavo di entrare nella loro testa in così poco tempo. Il contratto non è un problema»

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GETTY IMAGES Antonio Conte, 46 anni

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