Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Florenzi, l’uomo in più: «E c’era anche il mio 2-1...»

Inizia male, continua in crescendo, trova la zampata del pari e si vede annullare il raddoppio. Infine serve Pellè

- F.m.s.

- C’è un notte speciale. E c’è un ragazzo che non finisce mai. Quello che per una volta, anziché fare un gol da stropiccia­rsi gli occhi, si mette lì, aspetta l’incertezza del portiere, la dormita del difensore e dà la zampata che cambia la notte capitolina dell’Italia, di nuovo prima con quel gol che pareggia i conti con il sinistro maledetto di Tettey nel primo tempo. Ma c’è tutto Alessandro Florenzi in quel gol, tutti i suoi muscoli, il suo cuore, le sue guance che si avvinazzan­o all’altezza delle mascella quando il cuore comincia a pompare, ma lui se pensi che smette di correre non lo conosci proprio.

CON TUTTA L’ANIMA. «Non volevamo e non potevamo perdere questa partita. E’ il nostro segnale che diamo alle altre nazionali. E’ il segno che l’Italia c’è è viva e vuole lasciare il segno sempre, vincere sempre. Credo che avremmo potuto chiudere questa partita anche sul 3-1. Peccato». Ha cominciato vivendo la sfida un po’ ai margini, ingarbugli­ato dentro un meccanismo tattico con Darmian che su quella fascia gli toglieva un po’ d’aria. Poi ha segnato la Norvegia ed è come se Florenzi avesse sentito che no, così non si poteva. La sua partita è cambiata, ha trovato le misure e a destra è diventato la variabile impazzita dell’Italia: ha pennellato angoli, messo palle al centro che hanno seminato scompiglio e che però nessuno riusciva a buttare alle spalle di Nyland. La sensazione è però che lui sia una di quelli che incarna meglio lo spirito dell’Italia di Conte. Lui che potrebbe coronare una notte da impazzire: Candreva - quanti applausi per lui all’ingresso in campo compie un gesto di altruismo straordina­rio per il romanista, la terna lo mortifica segnalando un fuorigioco che non c’è. «Peccato - commenta Florenzi - mi hanno detto che il gol era regolare. Segnare qui è una sensazione straordina­ria, grazie alla mia famiglia, a mia moglie, a chi è venuto a sostenerci. Speriamo che la prossima volta saremo ancora di più».

La notte di Alessandro prevede anche che riprovi a fare il gol realizzato al Barcellona, ma la palla stavolta gira male. E quando Giovinco inventa un lancio al volo c’è ancora lui a pennellare per Pellè la palla del 2-1. Per un attimo guarda la panchina esausto. Ma i cambi sono tutti fatti. E queste sono notti che Florenzi finisce uscendo per ultimo dal campo. «Il ranking? Scendiamo in campo e vinciamo, poi si vede». Alla Florenzi.

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