Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
«I club devono comunicare»
Workshop col commissario Miele. «Fattore decisivo per crescere»
Un workshop, italianizziamo: un incontro di lavoro, celebrato nella sede romana della Figc. Per mettere sul piatto un bel carico di quei piccoli, medi (forse percepiti grandi da chi li vive) problemi legati alla comunicazione, ma non soltanto, che il pianeta della Lega Pro - grande 54 squadre, una sorta di Giove del sistema stellare del calcio - affronta quotidianamente nel perdurare di una situazione critica alla quale lavorano un commissario straordinario, alcuni vice, con una semplice missione: approvare un bilancio e creare le premesse per un’assemblea elettiva. I tempi camminano, però. Tommaso Miele, magistrato, ha spalle su cui poggiano 40 anni di carriera e, ora, gli arrivano spifferi, tocchi di gomito e tirate di giacca. Lui, all’osservazione, esplode in una risata sana e contagiosa, e non è un ossimoro: «La giacca non me la faccio tirare da nessuno. Oggi portiamo al centro dell’attenzione il ruolo strategico che hanno per noi gli addetti stampa delle società di Lega Pro. Coinvolgerli è parte di una filosofia di lavoro. Non possiamo fare le rivoluzioni all’interno di un incarico che mi è stato conferito su basi precise di tempo e di compiti. Ma la comunicazione per noi è essenziale, questo evento è un terreno dove si semina perché qualcosa di buono faccia frutto in futuro».
Compiti e tempo scanditi: neanche un mesetto e bisognerà tirare le somme. Il bilancio contestato, quello al 30 giugno 2014 bocciato due volte rischia di arrivare al pettine in parallelo con quello chiuso al 30 giugno 2015. Il lavoro di preparazione va a rilento non per volontà ma per intrecci burocratici: mica ci scappa una proroga tecnica del commissariamento? Alla domanda, Miele alza le sue ampie spalle. Non risponde, l’impressione di chi lo circonda però va in quella direzione.
UNA FATICA. Lavorare dentro questa Lega facile non è. Anzi, si fatica proprio. I club attraverso una nutrita pattuglia di addetti ai lavori (presenti Catanzaro, Cosenza, Pordenone, Alessandria, Casertana, Pistoiese, Martina, Reggiana, Siena, Andria, Lucchese, Lupa Castelli, Lupa Roma, Renate, Catania, Santarcangelo, Albinoleffe, Spal, Juve Stabia, Ischia, Pro Piacenza, Pordenone, Giana, Feralpi e Padova, trattenuti da intoppi dell’ultimora Cuneo, Foggia e Benevento), hanno elencato una valanga di problemi. Da quelli connessi ai diritti radiotelevisivi, al rapporto con le testate di informazione nazionale, alla difficoltà di interfacciarsi con i produttori di informazione sui social. In particolare, toccando il nervo scoperto di chi fa informazione senza aver in realtà alcuna struttura giornalistica alle spalle se non la propria volontà.
In attesa delle prossime tappe - lunedì 19 ne scatterà una importante, ovvero il Consiglio Federale che tratterà di riforma dei campionati - i club di Lega Pro hanno ricevuto imput comunicativi di elevato livello dal collega Paolo Corbi, responsabile dell’ufficio stampa della Figc. «I vostri stadi, laddove possibile, saranno raggiunti dalle nostre nazionali. La Figc desidera “entrare” nelle vostre case per alimentare un rapporto che è alla base della passione per il calcio. E’ vero che, parlando di impianti, in Italia siamo rimasti un po’ attardati. Altrove in Europa, ma non soltanto, sono stati costruiti impianti bellissimi anche se talvolta senza una visione complessiva indovinata. Ma nella maggior parte dei casi, penso all’Inghilterra come alla Germania, le innovazioni fanno scuola».
Un invito alla modernizzazione degli impianti, dove possibile, è stato rivolto soprattutto a beneficio degli eventi più abituali, dunque campionato e coppa di categoria. Gli addetti stampa della Lega Pro porteranno il suggerimento ai club che se ne faranno interpreti presso le amministrazioni pubbliche di pertinenza. Del resto la modernità, con il web che entra con forza negli stadi della serie C grazie alla piattaforma Lega Pro Channel, è qualcosa che non conviene arginare.
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