Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

HANDANOVIC «Adesso batto Gigi e la Juve»

«La squadra è più forte e questo lo dobbiamo a Mancini Buffon? Quante sfide, ero ragazzo e già lo ammiravo»

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Samir Handanovic non vive nel passato, ma nel presente. Domenica a San Siro arriva la Juventus, la squadra contro la quale la scorsa stagione, il 16 maggio, commise l’errore che spianò la strada al 2-1 di Morata nel match di ritorno al Meazza. Lui però a quello sbaglio non pensa più e non ne parla neppure volentieri. E’ proiettato sul domani e su un’annata che può vedere l’Inter protagonis­ta. Non si pone limiti e spera che la squadra possa lottare per lo scudetto. Il portiere sloveno crede nella nuova Inter di Mancini, più forte e più tosta rispetto a quella del 2014-15. La gara contro i bianconeri e contro Buffon, l’idolo della sua gioventù, dirà se fa bene ad avere fiducia. Lo abbiamo incontrato ieri alla Pinetina, nella pausa tra l’allenament­o mattutino e quello pomeridian­o. Scrupoloso anche davanti ai taccuini, ha soppesato ogni parola per non essere frainteso e per non lasciare dubbi sul suo pensiero.

Handanovic, come giudica l’inizio di stagione dell’Inter?

«Buono. Abbiamo i punti “giusti”, quelli che abbiamo meritato, ma potevano anche essere di più».

Non crede che siete andati oltre le attese conquistan­done 16 in 7 giornate?

«No. Le nostre aspettativ­e erano queste, anzi speravamo di vincerle tutte e sette. Quello che pensavano gli altri non lo so».

Questa Inter è da scudetto oppure è più giusto pensare “solo” alla Champions League?

«Noi dobbiamo puntare in alto. Il campionato è equilibrat­o e ci sono 4-5 squadre che possono lottare per il titolo».

Qual è la sua favorita?

«Gli ultimi 4 scudetti li ha vinti la Juve e credo che rimanga la favorita anche se ora è dietro in classifica».

Come spiega l’inizio in salita dei bianconeri?

«Dopo le partenze di Pirlo, Tevez e Vidal, tre colonne portanti del gruppo, era lecito pensare che certe difficoltà fossero normali, ma vedere i bianconeri a 8 punti dopo 7 gare mi ha comunque sorpreso un po.’ Il campionato però è lungo e può succedere di tutto».

L’ultima volta lei ha battuto la Juventus nel novembre 2012, 3-1 a Torino con Stramaccio­ni in panchina. E’ arrivato il momento di spezzare il tabù?

«Spero di sì, ma nel derby d’Italia è impossibil­e fare pronostici».

Quale giocatore toglierebb­e ad Allegri?

«La Juve ha tanti campioni e in partite così è meglio che tutte e due le squadre giochino al completo. Lo spettacolo è più avvincente».

9 settembre 2006: prima giornata di Serie B, Rimini-Juve 1-1. Cosa ricorda?

«Fu il mio esordio con il Rimini e c’era un grande entusiasmo perché per la prima volta la Juventus giocava a Rimini. Facemmo una grande gara e nel finale sfiorammo la vittoria con Matri. In porta però loro avevano Buffon e finì in parità».

Buffon escluso dalla lista dei candidati al Pallone d’Oro: un’ingiustizi­a o un errore?

«Un errore»

Gigi è ancora uno dei primi 5 portieri al mondo?

«Sì».

E’ vero che da piccolo lui era uno dei suoi idoli?

«Lo guardavo e lo ammiravo».

Cosa ammirava in particolar­e di Buffon?

«Rischiava e usciva sempre, sia sulle palle basse che su quelle alte. Ha imposto una nuova filosofia al ruolo».

All’età di Buffon lei dove sarà?

«In porta come lui».

Buffon riuscirà a durare fino ai Mondiali del 2018?

«Lo sa solo lui».

Torniamo al campionato: qual è la sorpresa delle prime 7 giornate?

«Il Chievo, la vera mina vagante del torneo. Poteva anche essere primo in classifica se non avessero annullato il gol del 2-0 di Cesar contro la Juventus e se l’arbitro avesse visto il fuorigioco sulla rete del Verona (di Pisano, ndr) nel derby».

Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno all’interno dell’Inter?

«Tanti giocatori. La “confidenza” poi è diversa quando vinci e i risultati creano un’atmosfera più positiva».

Questa Inter è più forte di quella del 2014-15?

«Sì, senza dubbio».

Come ha fatto Mancini a “trasformar­e” la squadra?

«Ha portato tante cose importanti perché i risultati non arrivano da un giorno all’altro, per caso. Mancini ha trasmesso la giusta mentalità e ci ha fatto capire cosa significa giocare per l’Inter».

Lei però lo sapeva già...

«Sì, io lo sapevo. Da quando sono arrivato ad oggi però sono cambiati giocatori, allenatori e tante altre cose. Non dico che prima ci fosse confusione, ma quasi. Adesso siamo sulla strada giusta».

Dove porterà questa strada?

«Vedremo... Il campionato è appena iniziato e i risultati diranno dove arriveremo».

Quali errori della scorsa stagione l’Inter non deve ripetere per togliersi delle soddisfazi­oni?

«Non deve più guardare al passato».

Perché adesso, a parte la gara con la Fiorentina, la fase difensiva funziona meglio?

«Perché siamo più compatti e ci difendiamo tutti insieme. Dobbiamo continuare così perché in Italia storicamen­te vince lo scudetto la squadra che subisce meno gol».

Voi finora avete mantenuto la vostra porta inviolata quattro volte su sette. Diventerà un’abitudine?

«Deve diventare un’abitudine. Così prendono tutti più fiducia».

Ha rammarichi se ripensa alla sconfitta con la Fiorentina?

«Certo che li ho, ma ormai è una partita passata. Abbiamo perso e io mi prendo tutte le responsabi­lità perché ho sbagliato la gara. Ripeto, ripensare al passato non serve. Come quando fai bene, anche quando fai male devi dimenticar­e».

Ha rivisto le immagini dei gol dei viola?

«Non ho bisogno di rivederle perché un giocatore sa quando sbaglia o fa bene senza immagini televisive».

Quanto è stato importante per lei tornare ai suoi livelli già dal match successivo con la Sampdoria?

«Quello del portiere è un ruolo particolar­e e bisogna resettare subito la testa. Non siamo dei robot, ma andare avanti come se non fosse successo niente è fondamenta­le. Non sei più scarso o più bravo dopo una singola partita. Bisogna pensare a lungo termine ed è necessario che i compagni sentano sempre fiducia in te».

A livello personale cosa si aspetta Handanovic da questa stagione?

«Voglio dare il mio contributo per raggiunger­e con la squadra un traguardo importante».

Perché ha deciso di restare all’Inter dopo un’estate con molte voci di mercato sia su di lei sia sui suoi possibili sostituti?

«Le voci di mercato sono normali in questo mondo. La verità è che con la società c’è sempre stata chiarezza. Il mio unico pensiero era quello di restare se la squadra fosse stata competitiv­a. In più non sono arrivate offerte concrete da formazioni migliori, anche perché al mondo i club più attraenti dell’Inter sono 3 o 4... L’importante adesso è lottare per qualcosa di davvero importante».

La mossa successiva alla sua permanenza a Milano è stata il rinnovo del contratto, nonostante l’Inter non giochi in Champions League.

«L’ho fatto perché la Champions la conquister­emo».

Quanto le è mancata in questi anni la Champions?

«Non l’ho mai disputata ed è un mio obiettivo giocarla dopo che con l’Udinese siamo stati eliminati ai play off (nel 2011-12 per mano dell’Arsenal, ndr) e la stagione successiva mi sono trasferito all’Inter a luglio (bianconeri ancora fuori ai play off contro il Braga, ndr)».

A proposito di play off, è pronto per disputare quelli per l’accesso a Euro 2016? Chi vorrebbe evitare?

«Tutte le quattro possibili avversarie sono sullo stesso livello. La più forte per me è la Bosnia e contro di loro sarebbe una partita particolar­e vista la vicinanza e la storia. Nel calcio però non si può mai dire vorrei evitare questa o quella formazione».

A chi darebbe il Pallone d’Oro... dei portieri?

«A Neuer perché ha stravolto il ruolo. Gioca molto “alto” e rischia quello che altri non rischiano perché è bravo, ma anche perché gioca al Bayern, una squadra che ha sempre il pallone e il baricentro è più spostato in avanti rispetto alle avversarie».

Altri estremi difensori che le piacciono?

«Lloris».

E Courtois?

«E’ forte, ma ora è infortunat­o».

Ha notato che non le abbiamo fatto una domanda sulla sua abilità nel parare i rigori?

«Prima di firmare volevo la certezza che saremmo stati competitiv­i. Ora puntiamo in alto»

«Grande equilibrio tra 4-5 squadre Non durerà molto il ritardo della Juve Sorprese? Chievo»

(Sorride) «Non avrei risposto...».

Obiettivi «Voglio giocare la Champions e conquistar­e qualcosa che conti in nerazzurro»

La cura Mancio «Ci sta dando la mentalità giusta facendoci capire cosa significhi giocare per l’Inter»

«Lo darei a Neuer ma non inserire Buffon nella lista è stato un errore Bravo pure Lloris»

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Samir Handanovic, 31 anni, è il portiere dell’Inter dal 2012 e della Slovenia

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