Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Dybala, carica mondiale

Dopo il debutto con l’Argentina, il bianconero punta l’Inter

- Di Andrea Bonino

Per Paulo Dybala, dopo lo splendido inizio di stagione con la Juventus, è arrivata la definitiva consacrazi­one: l'esordio in Nazionale. Nella notte tra martedì e mercoledì l'attaccante bianconero ha finalmente coronato il sogno che aveva sin da bambino ed ha rappresent­ato il suo Paese in una partita ufficiale. Sogno che è divenuto realtà nel pareggio a reti bianche in Paraguay nella sfida di qualificaz­ione ai Mondiali 2018. Un premio arrivato grazie alle sue prestazion­i sotto la Mole, al cittì "Tata" Matino che ha creduto in lui lasciando a casa Higuain ed Icardi ma soprattutt­o grazie agli infortuni di Leo Messi e del "Kun" Aguero che gli hanno spalancato la porta dell'Argentina. Ora rientrerà a Torino ancor più carico di prima, pronto a prendere in mano l'attacco dei campioni d'Italia contro l'Inter domenica sera, in una partita chiave.

Una gran bella soddisfazi­one per chi, come lui, dodici mesi fa disse no ad un'eventuale convocazio­ne con l'Italia. Il suo doppio passaporto (la nonna materna ha origini italiane) non era sfuggito ad Antonio Conte che l'anno scorso iniziava a farci un pensierino «Non potrei mai difendere i colori di un altro Paese: preferisco aspettare l'Argentina», disse con gran coraggio il giocatore a fine 2014 giurando fedeltà alla sua patria nonostante Martino non l'avesse ancora degnato di uno sguardo. D'altronde Dybala è un predestina­to. Lo ha ribadito più volte anche il presidente del Palermo Zamparini: «Diventerà come Messi», aveva dichiarato in estate. E proprio il grande Leo pochi giorni fa lo ha incoronato: «Fidatevi di me, Paulo è un giocatore di qualità: avrà un grande avvenire». Parole che sono sembrate un miraggio per il ragazzo di Laguna Larga

PATRIOTTIC­O.

che fino a poco tempo fa giocava nel Palermo e aspirava a diventare grande.

Ma la vita è fatta di sogni e ora, dopo aver concretizz­ato quello di giocare con l'Albicelest­e, proverà a rincorrere quello di scendere in campo proprio al fianco del 4 volte Pallone d'Oro, fermo ai box per colpa di uno stiramento del legamento collateral­e. «In camera avevo i poster di Riquelme e Ronaldinho ma il mio modello è sempre stato Messi - aveva confessato tempo addietro l'ex rosanero -. Vorrei alzare la testa e vederlo con i miei stessi colori e passargli la palla. Sarebbe il massimo». E se continuerà così non avrà alcun problema a portare a termine anche questo desiderio. D'altronde da quando è arrivato sotto la Mole ha già fatto vedere di che pasta è fatto. Non soltanto all'esordio in Supercoppa contro la Lazio, quando realizzò il 2-0 definitivo a 12 minuti dal suo ingresso in campo, ma anche alla terza di campionato quando s'è preso la responsabi­lità di calciare il rigore del pareggio all'83' contro il Chievo dimostrand­o grande personalit­à. In fondo coraggio e convinzion­e nei propri mezzi non gli mancano di certo.

MESSI.

L’attaccante ha sostituito Tevez nella sfida contro il Paraguay: «Un sogno che si avvera»

Il giovane talento ha stupito tutti per la personalit­à Ora vuole essere decisivo domenica

E pensare che l'esordio con l'Argentina avrebbe potuto essere indimentic­abile se soltanto lui avesse trasformat­o in oro l'assist fornitogli dal destino: la staffetta, non più solo ideale con Tevez (l’Apache è uscito per una frattura al naso), di cui ha preso il posto a Torino, l'ingresso in campo ad un quarto d'ora dalla fine ed una grossa occasione da gol capitata a tre minuti dal novantesim­o gettata alle ortiche. Sarebbe stata l'apoteosi. Sia per lui che per il popolo argentino dopo la "scoppola" rimediata contro l'Ecuador. Ora davanti a sé ha un solo ed unico pensiero: battere l'Inter per proseguire la rincorsa al primo posto.

APOTEOSI.

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Paulo Dybala, 21 anni, martedì 20’ con l’Argentina

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