Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Dybala, carica mondiale
Dopo il debutto con l’Argentina, il bianconero punta l’Inter
Per Paulo Dybala, dopo lo splendido inizio di stagione con la Juventus, è arrivata la definitiva consacrazione: l'esordio in Nazionale. Nella notte tra martedì e mercoledì l'attaccante bianconero ha finalmente coronato il sogno che aveva sin da bambino ed ha rappresentato il suo Paese in una partita ufficiale. Sogno che è divenuto realtà nel pareggio a reti bianche in Paraguay nella sfida di qualificazione ai Mondiali 2018. Un premio arrivato grazie alle sue prestazioni sotto la Mole, al cittì "Tata" Matino che ha creduto in lui lasciando a casa Higuain ed Icardi ma soprattutto grazie agli infortuni di Leo Messi e del "Kun" Aguero che gli hanno spalancato la porta dell'Argentina. Ora rientrerà a Torino ancor più carico di prima, pronto a prendere in mano l'attacco dei campioni d'Italia contro l'Inter domenica sera, in una partita chiave.
Una gran bella soddisfazione per chi, come lui, dodici mesi fa disse no ad un'eventuale convocazione con l'Italia. Il suo doppio passaporto (la nonna materna ha origini italiane) non era sfuggito ad Antonio Conte che l'anno scorso iniziava a farci un pensierino «Non potrei mai difendere i colori di un altro Paese: preferisco aspettare l'Argentina», disse con gran coraggio il giocatore a fine 2014 giurando fedeltà alla sua patria nonostante Martino non l'avesse ancora degnato di uno sguardo. D'altronde Dybala è un predestinato. Lo ha ribadito più volte anche il presidente del Palermo Zamparini: «Diventerà come Messi», aveva dichiarato in estate. E proprio il grande Leo pochi giorni fa lo ha incoronato: «Fidatevi di me, Paulo è un giocatore di qualità: avrà un grande avvenire». Parole che sono sembrate un miraggio per il ragazzo di Laguna Larga
PATRIOTTICO.
che fino a poco tempo fa giocava nel Palermo e aspirava a diventare grande.
Ma la vita è fatta di sogni e ora, dopo aver concretizzato quello di giocare con l'Albiceleste, proverà a rincorrere quello di scendere in campo proprio al fianco del 4 volte Pallone d'Oro, fermo ai box per colpa di uno stiramento del legamento collaterale. «In camera avevo i poster di Riquelme e Ronaldinho ma il mio modello è sempre stato Messi - aveva confessato tempo addietro l'ex rosanero -. Vorrei alzare la testa e vederlo con i miei stessi colori e passargli la palla. Sarebbe il massimo». E se continuerà così non avrà alcun problema a portare a termine anche questo desiderio. D'altronde da quando è arrivato sotto la Mole ha già fatto vedere di che pasta è fatto. Non soltanto all'esordio in Supercoppa contro la Lazio, quando realizzò il 2-0 definitivo a 12 minuti dal suo ingresso in campo, ma anche alla terza di campionato quando s'è preso la responsabilità di calciare il rigore del pareggio all'83' contro il Chievo dimostrando grande personalità. In fondo coraggio e convinzione nei propri mezzi non gli mancano di certo.
MESSI.
L’attaccante ha sostituito Tevez nella sfida contro il Paraguay: «Un sogno che si avvera»
Il giovane talento ha stupito tutti per la personalità Ora vuole essere decisivo domenica
E pensare che l'esordio con l'Argentina avrebbe potuto essere indimenticabile se soltanto lui avesse trasformato in oro l'assist fornitogli dal destino: la staffetta, non più solo ideale con Tevez (l’Apache è uscito per una frattura al naso), di cui ha preso il posto a Torino, l'ingresso in campo ad un quarto d'ora dalla fine ed una grossa occasione da gol capitata a tre minuti dal novantesimo gettata alle ortiche. Sarebbe stata l'apoteosi. Sia per lui che per il popolo argentino dopo la "scoppola" rimediata contro l'Ecuador. Ora davanti a sé ha un solo ed unico pensiero: battere l'Inter per proseguire la rincorsa al primo posto.
APOTEOSI.