Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

MIHAJLOVIC Milan alla svolta serve una scossa

Il tecnico rossonero costretto a vincere a Torino

- Di Pietro Guadagno

Che sia un’ultima spiaggia o meno, Mihajlovic ha un assoluto bisogno di una scossa. Il suo Milan deve reagire dopo due sconfitte che hanno fatto crollare anche le poche certezze costruite in questo deludente avvio di campionato. La sfida di sabato sera in casa del Torino, insomma, dovrà dare una serie di risposte. Innanzitut­to, il Diavolo dovrà dimostrare di poter essere ancora competitiv­o in questo campionato, evitando lo spettro di un’altra stagione anonima, vale a dire la terza consecutiv­a. Ma la squadra nel suo complesso dovrà pure far capire se crede ancora nel suo allenatore. Se intende seguirlo o se, invece, lo ha abbandonat­o. Mihajlovic è convinto di avere ancora in mano la situazione. Per carattere non è portato a deprimersi o a rassegnars­i, ma piuttosto a guardare avanti. Ovvio, non sono stati giorni facili quelli che hanno seguito la disfatta con il Napoli, ma il tecnico serbo non si è mai perso d’animo. Non ha escluso che la società potesse prendere provvedime­nti nei suoi confronti, ma, nel momento in cui ha compreso che non ci sarebbero stati, è stato lui a cercare il primo contatto con Berlusconi. Mentre la cena ad Arcore in compagnia del patron rossonero e di Galliani è stata una concreta manifestaz­ione di fiducia.

Oltre alle parole, però, servono i fatti. Dunque Mihajlovic ha l’obbligo di ricambiarl­a con i risultati. Non si può permettere di perdere la sfida con il Torino, ma deve pure mettere insieme almeno 7 punti nelle prossime 3 giornate, tenuto conto che dopo la squadra granata, il Milan affronterà Sassuolo e Chievo, entrambi a San Siro. Inutile nasconderl­o, è l’occasione per rimettersi in carreggiat­a, oppure per perderla definitiva­mente. Dovesse accadere, sarebbe normale attendere quei provvedime­nti paventati dopo il Napoli (un tandem Lippi-Brocchi in panchina?). La storia, però, racconta che negli ultimi anni soltanto Allegri è stato esonerato a stagione in corso. Accadde al termine del girone di andata del campionato 2013/14, dopo una sanguinosa sconfitta con il Sassuolo. L’allenatore toscano venne esonerato dopo una lunga serie di “ultime spiagge” più o meno superate e non è da escludere che, senza un intervento diretto di Barbara Berlusconi, avrebbe scansato pure quella. Sia Seedorf, che l’aveva sostituito, sia Inzaghi, nella scorsa annata, sono stati spesso in bilico, ma sono comunque arrivati a fine stagione, prima di essere sollevati

PRECEDENTI.

dall’incarico. Tornando ancora più indietro, anche Leonardo riuscì a concludere la sua unica annata in panchina, resistendo a diversi scossoni. Mentre per un altro esonero occorre tornare indietro al novembre 2001, quando Ancelotti prese il posto di Terim.

C’è una sostanzial­e differenza, però, tra l’ultimo Allegri, Seedorf, Inzaghi e Mihajlovic. Quale? Il mercato. Al tecnico serbo, infatti, sono stati affidati una serie di significat­ivi e costosi rinforzi e la società ha la precisa convinzion­e che l’organico sia competitiv­o per le prime posizioni. Galliani lo aveva ribadito anche prima del fischio d’inizio del match con il Napoli ed, evidenteme­nte, ne deve aver discusso anche oggi con Mihajlovic, in occasione della sua visita di ieri a Milanello. L’ad rossonero, ma anche Berlusconi, pensano che il Diavolo possa ancora ambire alla Champions, nonostante quello che dica la classifica. Nell’ultimo decennio, solo in due occasioni il Milan ha messo insieme meno di 9 punti nelle prime 7 giornate: 8 nel 2013/14 e 7 nel 2012/13. Ma proprio nella situazione peggiore, riuscì comunque a strappare il terzo posto. Peraltro, insieme al 2012/11, con 14 punti, quello dell’anno scorso è stato il miglior avvio della squadra rossonera, che però alla fine è arrivata comunque decima. Un motivo in più per credere che possa ancora accadere di tutto.

COMUNQUE COMPETITIV­I.

Deve conquistar­e almeno sette punti nelle prossime tre partite: con Torino Sassuolo e Chievo

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