Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

«Ci andavo sempre con papà Valentino»

Il figlio dello storico capitano racconta: «In campo tiravo i rigori a Bacigalupo...»

- Di Eugenio Russo

Un filo spezzato, quello tra il Torino e Sandro Mazzola, dopo la tragedia di Superga, dopo la scomparsa del padre Valentino, dopo l’infanzia trascorsa tra il campo e la casa del presidente della squadra granata, Ferruccio Novo.

I ricordi più dolci che ha del Filadelfia risalgono a quando, da bambino, si recava allo stadio con il padre: «Prima delle partite entravo in campo e tiravo sempre dei calci di rigore a Bacigalupo. Lui mi faceva segnare e tutti gli spettatori mi applaudiva­no. Poi salivo in tribuna a vedere la gara». Essere il figlio del capitano gli ha permesso di vivere appieno l’epopea del Grande Torino.

CON PAPÀ VALENTINO.

Proprio per questo, quel 4 maggio 1949 resta una ferita aperta. Ferita della quale, però, Mazzola

DOPO LA TRAGEDIA.

vuole parlare, seppur con la voce rotta dall’emozione: «Tornai per la prima volta al Filadelfia, senza papà, per una partita tra allievi di Inter e To- Partimmo da Milano in pullman e passammo vicino a Superga. Dal mio posto, girandomi a sinistra, potevo vedere il colle. Giocai la partita più brutta della mia vita, non riuscivo a recuperare o a tenere un solo pallone, ero annientato. Fu Giuseppe Meazza che venne a consolarmi, in mezzo al campo».

Eppure sarebbe stato possibile un ritorno felivano

ERA DESTINO.

ce, da giocatore. Un altro Mazzola vincente, nello stesso stadio di Valentino. Ma i rapporti si logorarono molto presto: «Conservo ancora delle foto di me a casa del presidente, andavo lì a giocare, ma dopo Superga non fu più come prima. Ricordo che per Natale mandò a comprare due regali ed uno dei due fu un aeroplanin­o, dopo che mio padre era morto in un incidente aereo. In seguito, all’età di 18-19 anni, quando non pensavo più di farcela, di emergere, il compagno di mia madre andò a parlare con Novo, il quale, pur non essendo più presidente, contava ancora molto. Quasi dovette rincorrerl­o e una volta fermato disse chiarament­e di non volermi, di non credere che fossi in grado di giocare ad alti livelli. Erano in molti, all’epoca, a pensare a me solo come “il figlio di”. Beh, si son persi qualcosa...».

Sandro Mazzola non andrà, sabato, alla cerimonia d’apertura dei lavori di ricostruzi­one del Filadelfia: «Da ex dirigente del Torino (dal 2000 al 2003, ndr), posso assicurare che la volontà di ricostruir­e lo storico stadio c’è sempre stata, ma mancava la disponibil­ità necessaria, soprattutt­o economica. Mi fa piacere che finalmente i lavori potranno avere inizio. Non sarò alla posa della prima pietra, ma chissà che non vi tornerò in seguito...».

FELICE PER IL FILADELFIA.

Avrebbe potuto giocarci anche lui «Ma l’ex presidente non credeva in me E il Torino mi perse»

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Valentino Mazzola con il piccolo Sandro

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