Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

«Non ci speravo più ora è la volta buona»

Quanti ricordi al Filadelfia per la vedova di Virgilio Maroso, terzino di quel Torino

- Di Francesco Guerrieri

Il Grande Torino e il Filadelfia: la storia del calcio italiano. Quello stadio dove per anni si respirava un’atmosfera magica, come ricorda Carla Maroso, vedova di Virgilio, terzino del Grande Torino scomparso in quel maledetto schianto di Superga: «Il Filadelfia è una leggenda, era uno stadio speciale che regalava sempre emozioni uniche. Guardavamo la partita a due passi dai giocatori, solo una rete ci separava da loro».

Tanti bei momenti vissuti in quello stadio per la signora Carla, ma purtroppo quella macchia nera non si cancella: «Non ci ho messo più piede dalla tragedia, ci ho provato due mesi fa ma non ci sono riuscita. Troppi brutti ricordi». E pensare che appena conosciuto Maroso la signora Carla non è più andata al Fila.

LA MACCHIA.

Per motivi di... gelosia: «Prima di frequentar­e Virgilio andavo sempre a vedere il Torino al Filadelfia, poi, da quando l’ho conosciuto, lui prefe- riva che rimanessi a casa».

Perché? «Conoscendo gli altri giocatori, era geloso delle attenzioni che avrebbero potuto rivolgermi. Noi abitavamo vicino allo stadio, così lui quando finiva di giocare veniva a casa dove c’ero sempre io ad aspettarlo». Tutto casa e chiesa Virgilio, geloso ma affettuoso: «Una volta mio marito è rimasto fuori sei mesi per pubalgia; in quel periodo venirino.

«Non ci sono più andata da quando è morto mio marito Lui non mi ci portava perché era geloso»

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Una foto del grande Torino nel 1949

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