Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Cocco: Pescara mai più senza gol
Capocannoniere di B uscente, l’ex vicentino non vede l’ora di ricominciare a segnare
La solitudine dei numeri primi. Oggi Andrea Cocco è il gemello diverso di se stesso, cioè di colui che la scorsa stagione festeggiò il titolo di capocannoniere della serie B con 20 gol, 19 più 1 nei play off, guarda caso, proprio contro il Pescara: quando si dice il destino. Lo è perché guardando i primi numeri (perdonerete il gioco di parole) scopre che non è da lui essere ancora a quota zero dopo un mese e mezzo di campionato. Una parte della critica ha già cominciato a mugugnare, a reggere il fronte c’è però l’allenatore Massimo Oddo secondo il quale, a prescindere dai gol («che arriveranno presto»), Cocco ha il merito non trascurabile di «fare giocare bene il Pescara, dal momento che tutte le azioni più importanti passano dai suoi piedi».
Detto che la considerazione trova d’accordo molti, cioè tutta l’altra parte della critica, la notizia è che ieri lo stesso Cocco ha voluto dire la sua. «Intanto - ha precisato l’attaccante - ringrazio il mister per le belle parole sul mio conto. Non posso nascondere che il gol mi manca, tuttavia non trasformerò questa esigenza in ossessione. Tra l’altro,
TUTTA LA VERITA’.
come ho già spiegato in precedenza, il risultato collettivo per me conta molto di più di quello individuale. Io gioco per la squadra, l’importante è segnare, non chi segna». Dopo il derby di Ascoli, perso incredibilmente 3-1 pur avendo avuto un dominio assoluto per oltre un’ora, è venuta a galla anche un’altra questione delicata: l’egoismo degli attaccanti. In effetti è stato sbagliato sistematicamente l’ultimo passaggio, quello che avrebbe mandato il compagno in porta, e lo stesso Cocco si è alternato nei ruoli di vittima e carnefice.
LAMENTI.
In campo il nostro si è anche lamentato platealmente con il compagno di reparto Lapadula, pur non avendo la coscienza pulitissima. All’esterno è apparso come sintomo di crisi di coppia, ma a quanto pare il gossip era esagerato. «Ho letto da qualche parte - precisa la punta - di un cattivo rapporto tra me e Lapadula. Ebbene, non è assolutamente vero. Dopo la partita abbiamo riso e scherzato su quell’episodio in cui l’ho mandato a quel paese. Sono situazioni che possono capitare, ma finiscono lì e non intaccano nulla. Piuttosto è vero che dobbiamo essere più altruisti, non a caso il mister, dopo quanto accaduto ad Ascoli, ci sta facendo allenare ogni giorno sulle situazioni di tre contro due o tre. Una di queste mi è capitata tra i miei piedi domenica sera e l’ho sbagliata allungandomi la sfera e perdendo un tempo di gioco, spero non ricapiti più». Lo vedremo sabato a Trapani, quando torneranno disponibili tutti i “nazionali”, soprattutto l’albanese Ledian Memushaj che ha ottenuto una storica qualificazione agli Europei guidato da un altro ex pescarese, l’allenatore Gianni De Biasi. La sua assenza al “Del Duca” si è sentita parecchio, ma era per una nobile causa, certamente saprà farsi perdonare.