Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Perugia sterile. Bisoli: «Il lavoro ci guarirà»

- Di Clero Bertoldi

«Assumo io le tutte colpe, criticate me quanto volete, ma lasciate stare i miei giocatori... Io sono sereno. E la squadra ha già una sua identità. Il Cesena è quarto e noi dodicesimi, ma la differenza credetemi è un legno di troppo, un gol salvato sulla linea. La mia squadra crea...». Pierpaolo Bisoli difende la squadra. Lui ha le spalle larghe e l’esperienza (3 tornei di B vinti) per sostenere i momenti delicati. Al fischio finale è andato a incontrare i tifosi della Curva Nord e con convinzion­e ha detto loro: «Io resto qua e non mollo. Presto usciremo da questa situazione». E ha ricevuto solidariet­à. «Qui sento molto ansia nell’aria. Ma io ho il polso della squadra. Oggi è rientrato un Parigini caricatiss­imo. Certo per Ardemagni la vedo dura perché ha l’occhio ancora chiuso. Ma spero di recuperare se non

Fabinho, almeno Del Prete e Spinazzola».

Il quadro clinico del Perugia è presto delineato: 7 partite, 7 punti, 3 gol subiti (la più imperforab­ile difesa di B), ma solo 3 gol siglati (peggiore attacco). «Ora dobbiamo essere bravi - argomenta Bisoli - ad accettare tutto, anche gli insulti. Solo con il lavoro ne usciremo. Gli

QUADRO CLINICO.

aspetti su cui contare sono la compattezz­a della squadra, che c’è, e gli allenament­i che dobbiamo continuare a portare avanti con determinaz­ione. In tutte le zone del campo siamo tosti, compatti, concediamo poco o nulla agli avversari. É negli ultimi 16 metri che manchiamo. Ancheperfa­tticonting­enti: 5 pali, gol annullati a torto. Debbo liberare la testa dei miei giocatori. I quali hanno dato tutto. A fine partita li ho fatti radunare nel cerchio di centrocamp­o per dimostrare che uscivano dal Curi a testa alta. E i tifosi hanno capito». I fischi di una parte del pubblico? «Tappiamoci le orecchie, io sono orgoglioso della squadra». Il tecnico è il primo a rendersi conto che bisogna sbloccarsi. «Costruiamo tanto. Sono fiducioso. Con un pizzico di lucidità e un pochino di cattiveria

in più sotto porta, il gol arriverà».

Il Perugia solidissim­o in difesa e poco incisivo in attacco ha riproposto il pregiudizi­o di un Bisoli difensivis­ta... «Ho giocato persino con 4 punte... io dedico la stessa attenzione alla difesa e all’attacco. Ma sottoporta un allenatore non conta». E ora il Latina. «Andiamo per trovare questa benedetta vittoria che è la medicina per tutto. I precedenti per me sono favorevoli. Tre anni fa loro terzi, il Cesena quarto, nei play off vincemmo 2-1 in casa e 1-2 da loro. Ma sono numeri. Abbiamo costruito una squadra da zero e siamo a buon punto. Ho messo dentro tre giovani e sono stati tra i migliori. Senza fretta e tensioni, faremo bene».

DIFENSIVIS­TA?

Il tecnico: «Creiamo tantissimo, ma negli ultimi metri ci serve maggiore cattiveria Vinciamo a Latina»

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Pierpaolo Bisoli, 48 anni

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