Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
«Gli Internazionali non sono di Roma»
Binaghi insiste: «Supporto indispensabile, altrimenti torneo a Fiumicino o Milano»
Angelo Binaghi teneva molto alla presentazione del bilancio sociale 2014 della Federtennis, che presiede ormai dal 2001. Numeri tutti a freccia in su, sotto la spinta pazzesca degli Internazionali BNL d’Italia, in crescita esponenziale da un decennio abbondante (22 milioni di euro fatturati nel 2014, 7 dei quali di attivo), e di SuperTennis, dal 2008 l’unica Tv federale dello sport italiano (con trasmissioni h24 in chiaro). Una crescita che riguarda i contributi al settore, i tesserati e le loro partecipazioni agonistiche, l’organizzazione dei tornei e più o meno tutto il resto. Informazioni racchiuse in versione deluxe, in un libro non solo di aride cifre ma anche ben illustrato e ricco di note tecniche su ogni argomento, pronto già alla metà di settembre per la sua diffusione prevista per il 12 settembre a Genova. Poi c’è stato il contrattempo più gradito del mondo, il trionfo di Flavia Pennetta all’US Open, e così il libro delle meraviglie è circolato solo ieri mattina a Roma, nel nuovo appuntamento fissato al Circolo del Tennis del Foro Italico. Solo che l’occasione era troppo ghiotta e l’argomento più chiacchierato ancora una volta è stato il futuro degli Internazionali.
Binaghi ha ripreso il discorso dove l’aveva lasciato, cioé alla fine dell’edizione 2015. Ribadendo i concetti e anzi sviluppandoli, con riferimenti anche ad alcuni dei dati appena illustrati.
«Gli Internazionali sono d’Italia, non di Roma. Noi e Coni Servizi per restare qui al Foro abbiamo bisogno di certezze e supporto, sotto forma di servizi e disponibilità da parte degli amministratori della Capitale. A fronte di spazi ben diversi dei quali potremmo disporre, come già detto lo scorso maggio, a ridosso di Fiumicino (verso la Fiera di Roma - ndr) o in una città di grande tradizione tennistica come Milano, anche perché il Nord è il baricentro del nostro sport (con il 49,8% dei circoli italiani - ndr). Noi siamo qui a Roma per ragioni storiche e adesso al Foro possiamo vantarci di una situazione logistica che ci invidia il mondo intero, però abbiamo necessità sempre crescenti che non possono non essere assecondate, come la copertura del Centrale, trasporti degni di un tale evento, e altre ancora, specie alla luce dell’ulteriore salto in alto come mini Slam, per il quale siamo in corsa con Madrid. Certo, non siamo pazzi e quindi ogni eventuale spostamento, con tempi e modi tutti da definire, avverrebbe solo in caso di incapacità conclamata di farli crescere da parte della città. Con sette mesi di anticipo, per il 2016 abbiamo già chiesto di disporre di Piazza del Popolo per l’intera durata del torneo per far giocare i bambini e seguire le partite su maxischermo, oltre che del Colosseo per il sorteggio con Federer, Sharapova e magari anche la Pennetta: vedremo se anche stavolta ci risponderanno che l’abbiamo fatto troppo tardi».
Vedremo...
Per il 2016 già chiesti Colosseo e Piazza del Popolo per le iniziative collaterali