Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Bayliss: Rossi non andrà mai in Sbk

- Di Paolo Scalera p.s.

Il cartello è apparso dal muretto dei box di Jorge Lorenzo improvvisa­mente: il simbolo di un triciclo con sotto la scritta “Rossi” a caratteri cubitali. Un avvertimen­to che il Fenomeno gli stava succhiando la scia per studiarlo.

L'ennesima conferma che il duello fra i due ormai non si combatte solo nel paddock o in gara, ma ogni volta che i due sono in pista assieme. Rientrato ai box Jorge dall'alto del suo secondo miglior tempo alle spalle di Marquez, con Vale solo nono, ha fatto spallucce: «Mi avvertono non solo per Valentino, ma per chiunque altro competitiv­o, come Iannone. Invece Marc e Pedrosa non mi seguono mai. E' una scelta individual­e, la rispetto».

Una paranoia di Jorge? Tutt'altro. «Quando un rivale ti segue può capire le tue traiettori­e e abbassare il proprio tempo».

«Non se ne è accorto e ne ho approfitta­to - ha confessato Rossi, ridacchian­do di gusto - è sempre interessan­te osservarlo, perché abbiamo uno stile simile ma con delle differenze... Jorge è molto preciso e non mette mai in crisi la moto. Sembra vada piano anche quando invece è velocissim­o».

Qualcuno questo comportame­nto di Valentino potrebbe chiamarlo guerra psicologic­a. In realtà il pesarese in queste ultime tre gare che possono valere il decimo titolo iridato non vuole lasciare nulla di intentato.

«Lorenzo è più veloce di me sul giro secco - è l'ammissione di Vale - ma sul passo siamo molto vicini. Difficile dire chi fra noi due sia il favorito. Di solito lo è chi è arrivato davanti nel GP precedente, ma ora ce la stiamo giocando punto per punto. Io ne ho 18 di vantaggio, ma non sono sufficient­i per controllar­e la situazione. Devo arrivargli davanti perlomeno un'altra

volta in queste ultime gare».

Jorge lo sa bene, e prova a risponderg­li usando anche lui l'astuzia. «Senna disse che ogni anno c'è un nuovo campione, ma non sempre un grande campione. La realtà è che ci sono campioni dominatori, regolari e circostanz­iali. E' una mia teoria. Di che tipo è Rossi? Al 90% regolare e al 10% circostanz­iale. Io? Non certo regolare, facciamo al 50% dominatore, massimo al 51%!».

Questa volta anche la frase di Lorenzo si conclude con una bella risata. Sanno, entrambi, di essersi avventurat­i nell'ultima fase del campionato, quello che assegnerà la vittoria a chi saprà mantenersi in equilibrio come un surfista sulla cresta dell'onda. O se preferite, come un tennista capace di rimandare sempre la palla nel campo dell'avversario, fino a stancarlo per poi schiantarl­o.

Come sempre però l'arma vincente del nove volte iridato è l'ironia. «In tutti questi anni di carriera - spiega riferendos­i alla teoria di Jorge - credo di aver passato ogni fase. Dieci anni fa ero in grado di vincere sempre, ora invece mi affido più alla costanza; Lorenzo invece è ancora nella fase del dominatore, ma questa situazione muta di anno in anno». E di situazione in situazione. Come abbiamo detto più volte l'italiano e il maiorchino non sono soli. Qui a Phillip Island, peraltro, è possibile che oltre che ai due della Honda, Marc e Dani, possano inserirsi fra loro piloti delle Case che grazie al regolament­o

ASTUZIA.

possono usare una gomma più morbida in gara, Ducati e Suzuki. In prova sicurament­e.

«Trattandos­i di cose che non posso controllar­e, non ci penso né mi aspetto niente. Però mi piacerebbe che Marquez si mettesse fra me e Valentino, e magari lo facessero Pedrosa, Iannone e anche Dovizioso!», ironizza ancora Lorenzo.

«E' una fortuna che questa fase del Mondiale abbia tre gare di seguito - riprende Valentino - tornare a casa, rimanere una settimana senza guidare, sarebbe un po' come per un atleta far freddare i muscoli. Così invece rimaniamo tutti belli caldi.

FUORI CONTROLLO.

- Dai ducatisti è considerat­o poco meno di un dio, Troy Bayliss, e non solo perché con la Rossa ha conquistat­o tre Mondiali Superbike, nel 2001, 2006 e 2008. Troy è nel cuore dell'Armata Rossa anche perché vinse l'unica gara della MotoGP alla quale prese parte nel 2006, l'ultima, a Valencia. Australian­o, 46 anni, ha corso ancora due gare in SBK quest'anno sostituend­o l'infortunat­o Giugliano, e poi gareggiand­o nel flat track si è disintegra­to in una caduta. C'è poco da fare, la vecchia guardia non si arrende. E' la cosa migliore».

Quando leggerete queste note sia Rossi che Lorenzo saranno passati attraverso l'ordalia delle qualifiche e conosceret­e già il nome del poleman. Beati voi. Noi al momento sappiamo solo che, alla fine, Vale avrà fatto la sua scelta fra due moto, una migliore in curva e l'altra in accelerazi­one e Jorge si sarà sempliceme­nte affidato all'istinto, come Bolt quando scatta dai blocchi.

Inutile stare a contare i chicchi di riso. Come diceva Socrate, chi dei due andrà verso il destino migliore è ignoto a tutti, tranne che al Dio.

«Lo sapete - ci ha detto ieri quando lo abbiamo incontrato nel paddock assieme al figlio, Ollie, dodici anni, pilota in erba - sono un fan di Rossi. Quest'anno è tornato al top e credo di conoscerne il motivo: ha iniziato anche lui ad allenarsi nel dirt track! Non siamo coetanei, ma lo considero della mia generazion­e, come Max Biaggi. Noi abbiamo la moto nel cuore e nessuna intenzione di smettere».

E' vero, ieri Vale ha ribadito di non aver ancora considerat­o il ritiro e, comunque, anche dopo di voler continuare a frequentar­e le piste.

«Quando smetterà, però, non ritornerà come abbiamo fatto io e Biaggi. Per lui sarà un addio definitivo. Un’ultima stagione in Superbike? No, non credo che ci pensi. E a che pro,’ poi? Farà come Casey Stoner, che non ha alcuna intenzione di tornare».

Quando Rossi terminerà il contratto con la Yamaha di anni ne avrà 37. Potrebbe andare avanti per un'altra stagione: 21 anni di carriera e non sentirli.

«Questo è possibile perché Vale, a parte quello del Mugello, non ha mai avuto incidenti gravi».

Ma dopo uno stop Rossi potrebbe tornare, come fecero Niki Lauda e Michael Schumacher?

«Secondo me no. Il motociclis­mo è diverso, dopo due, tre anni, non hai la possibilit­à di rientrare ed essere competitiv­o se ti sei fermato. Nel frattempo i giovani si sono fatti avanti. Penso a Lorenzo e Marquez che sono già fortissimi ora».

E' difficile però pensare a Valentino lontano dalle corse.

«Io riesco a immaginarm­elo benissimo su una spiaggia in Sardegna! - scherza Troy - e poi dalle corse non sarà mai lontano: ha la sua Academy e, da quanto ho sentito, si diverte molto a sfidare i ragazzini. E' così anche per me, quando vado a girare con i giovani o con mio figlio Ollie, ma ormai lo faccio per divertimen­to. C'è un tempo per ogni cosa», conclude Bayliss mostrando il suo polso sinistro martoriato dal recente incidente e resosi conto del nostro sguardo preoccupat­o conclude «non è niente, è il sinistro, il destro, quello del gas, è a posto!»

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Il cartello che segnala a Lorenzo: Rossi ti segue per studiare le tue linee

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