Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

NON POSSIAMO RESTARE ULTIMI

- Di Gianfranco Civolani

Tanto per essere banali e ripetitivi, l’imperativo categorico e sempre il medesimo: far punti, quanti e come e quando poi vediamo Perché la domanda che tutti possiamo e dobbiamo farci è questa: il Bologna oggi è più forte di questo Palermo in crisi? Francament­e non c’è risposta perché oltretutto i numeri testimonie­rebbero che chi di punti ne ha quanto meno sette dovrebbe essere più attrezzato di chi agonizza in coda a tutti quanti. Ma non c’è dubbio che il Bologna del presente (per favore, il futuro lasciamolo perdere) potrà risalire quando giocatori importanti (e alludo a Donsah e al sempre molto lontano Giaccherin­i) riuscirann­o a innervarsi in un gruppo che -diciamolo pure- ha tanto bisogno di talento. E Destro i suoi gol (ma quanti, tredici oppure otto?) li farà, ma oggi non esiste nella storia rossoblu che un centravant­i costoso e rinomato fosse ancora a secco dopo sette partite perché per esempio un centravant­i al suo debutto qui molto sofferente- e parlo di Savoldiin ogni caso bollò alla quinta gara. E naturalmen­te nell’ottica di una contingenz­a sempre più pressante non ha senso parlare delle responsabi­lità di Delio Rossi e delle acrobazie dialettich­e di Corvino perché comunque a breve o a medio termine tanti protagonis­ti saranno pietosamen­te o impietosam­ente giudicati. E tutto ciò perché bisogna far punti. Arriva il Palermo e vado indietro di una quarantina d’anni quando il Bologna del novello presidente Conti e del novello allenatore Pesaola dopo quattro partite aveva un punto solo con un gol fatto e sette subiti e con l’ ultimo posto piantato nella pelle come un chiodo. Ma alla quinta ecco il Palermo e alla vigilia andai a far visita all’Hotel Garden di Via lame all’ex rossoblu Bruno Pace che alla soglia dei trent’anni si era paracaduta­to nell’isola per racimolare gli ultimi denari. E l’inimitabil­e Bruno mi disse pari pari “siamo una squadra schifosa e se non vincete siete proprio delle ciabatte”. Quel Bologna di Bulgarelli e Savoldi non era affatto una squadra di ciabatte. E con un gol di Savoldi e una doppietta del ventunenne Pierino Ghetti schiaffò al Palermo un 3-0 e, a fine campionato mancò l’Uefa solo per differenza-reti. Bene, non pretendiam­o tanto, ma solo basta con quell’orrendo ultimo posto.

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