Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
NON POSSIAMO RESTARE ULTIMI
Tanto per essere banali e ripetitivi, l’imperativo categorico e sempre il medesimo: far punti, quanti e come e quando poi vediamo Perché la domanda che tutti possiamo e dobbiamo farci è questa: il Bologna oggi è più forte di questo Palermo in crisi? Francamente non c’è risposta perché oltretutto i numeri testimonierebbero che chi di punti ne ha quanto meno sette dovrebbe essere più attrezzato di chi agonizza in coda a tutti quanti. Ma non c’è dubbio che il Bologna del presente (per favore, il futuro lasciamolo perdere) potrà risalire quando giocatori importanti (e alludo a Donsah e al sempre molto lontano Giaccherini) riusciranno a innervarsi in un gruppo che -diciamolo pure- ha tanto bisogno di talento. E Destro i suoi gol (ma quanti, tredici oppure otto?) li farà, ma oggi non esiste nella storia rossoblu che un centravanti costoso e rinomato fosse ancora a secco dopo sette partite perché per esempio un centravanti al suo debutto qui molto sofferente- e parlo di Savoldiin ogni caso bollò alla quinta gara. E naturalmente nell’ottica di una contingenza sempre più pressante non ha senso parlare delle responsabilità di Delio Rossi e delle acrobazie dialettiche di Corvino perché comunque a breve o a medio termine tanti protagonisti saranno pietosamente o impietosamente giudicati. E tutto ciò perché bisogna far punti. Arriva il Palermo e vado indietro di una quarantina d’anni quando il Bologna del novello presidente Conti e del novello allenatore Pesaola dopo quattro partite aveva un punto solo con un gol fatto e sette subiti e con l’ ultimo posto piantato nella pelle come un chiodo. Ma alla quinta ecco il Palermo e alla vigilia andai a far visita all’Hotel Garden di Via lame all’ex rossoblu Bruno Pace che alla soglia dei trent’anni si era paracadutato nell’isola per racimolare gli ultimi denari. E l’inimitabile Bruno mi disse pari pari “siamo una squadra schifosa e se non vincete siete proprio delle ciabatte”. Quel Bologna di Bulgarelli e Savoldi non era affatto una squadra di ciabatte. E con un gol di Savoldi e una doppietta del ventunenne Pierino Ghetti schiaffò al Palermo un 3-0 e, a fine campionato mancò l’Uefa solo per differenza-reti. Bene, non pretendiamo tanto, ma solo basta con quell’orrendo ultimo posto.