Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
CHE DIFESA Barzagli è infinito Max ritrova il muro
Impeccabile su Perisic, è l’ideale per coprire Cuadrado Per Allegri è un esempio, ha restituito solidità alla Juve
I complimenti di Allegri non sono stati casuali. «E’ come se avesse segnato due gol» ha raccontato il tecnico livornese, alludendo a due recuperi prodigiosi di Andrea Barzagli, portato ad esempio di cattiveria da imitare anche nella fase offensiva. Il difensore cresciuto a Fiesole ha giocato una partita pazzesca, centrale di sostegno e di soccorso per Bonucci e Chiellini, terzino destro in chiusura sistematica su un’ala scattante e sgusciante come Perisic. Il giorno dopo, pensandoci bene, si può dire: avrebbe meritato più del 7 che tutti o quasi (compresi noi) gli hanno dato in pagella, penalizzato dal ruolo. Cos’altro dovrebbe fare un difensore per diventare il migliore in campo in una partita finita 0-0? Niente più di quanto non abbia fatto Andrea, 34 anni, azzurro sino a giugno 2016, quando dirà basta alla nazionale dopo gli Europei e averne compiuti 35. Wolfsburg, Palermo, Chievo e ancora prima Ascoli, Piacenza, Pistoiese e Rondinella. Campione del mondo nel 2006, campione d’Europa con l’Under 21 nel 2004 quando era anche nel gruppo olimpico che vinse il bronzo ai Giochi di Atene: 525 partite da professionista, una carriera esemplare, eppure mai troppo apprezzata o sottolineata. Forse perché non è un personaggio alla moda e non frequenta tanto i social, è un tipo riservato e garbato nei modi, gli basta e gli avanza la Jeep aziendale messa a disposizione dalla Juve. Si divide tra campo e famiglia. E’ sposato con Maddalena, ex modella, conosciuta a Firenze. Andrea adora ascoltare gli U2 e stare a casa con Mattia e Camilla, i suoi piccoli figli. E sa stare in campo come pochi. Senso tattico, non solo esperienza. Intelligenza calcistica fuori dal comune.
TEMPI. Allegri con Barzagli ha trovato la soluzione del modulo ibrido. Quel 4-4-2 con Pogba defilato a sinistra e Cuadrado ala destra con le coperture del fiorentino. Fisico, velocità, tempi giusti di entrata o di attesa. Si è adattato benissimo al ruolo. Certo non gli puoi chiedere di spingere, ma ci sa stare. Perisic non lo ha mai superato, ha sempre sbattuto sul muro alzato da Barzagli, che a Shanghai aveva impressionato nella marcatura di Felipe Anderson. Il brasiliano è un altro esterno veloce, non era mai riuscito ad andargli via. Senza Lichtsteiner e Caceres, Allegri lo ha sistemato a destra. E ha trovato un’altra chiave tattica per tamponare l’emergenza, anche se un esterno difensivo di ruolo gli servirebbe per tornare al 4-3-3 oppure al 4-3-1-2. La notte di San Siro, in attesa dei gol, ha restituito una certezza alla Juve. La difesa, su cui nascono e si costruiscono le vittorie, è tornata super. Ha concesso pochissimo all’Inter e Buffon (ci sarà mercoledì in Champions) non ha incassato gol per la seconda volta nelle prime otto giornate di campionato. Era successo soltanto a Marassi con il Genoa.
BONUCCI. Della solidità ritrovata ne ha parlato anche il difensore nato a Viterbo in un’intervista concessa a Sky Sport. «La difesa ha fatto quello che doveva: il proprio lavoro. Aiutata da un grande pressing di Zaza e Morata e aiutata dai centrocampisti. Solo così, giocando di squadra, la Juventus ha vinto negli anni. Nella fase difensiva abbiamo retto l’urto di tre giocatori fortissimi che ha davanti l’Inter, era difficile giocare una partita contro dei giocatori così vivi. Questo lavoro è stato fatto grazie all’aiuto delle punte e dei centrocampisti nella fase difensiva». La Juve ha pensato e sperato a lungo di sbancare San Siro. «Qualche rimpianto c’è, perché le occasioni avute ci potevano portare tre punti importanti per colmare quel gap dalle prime in classifica». E’ dura, ma la Signora potrà ancora rimontare. Bonucci ha decifrato la concorrenza. «Le favorite restano la Roma e il Napoli. La Roma possiede un gruppo che gioca insieme da anni e hanno trovato con Dzeko e Pjanic due giocatori formidabili. Sarri, come a Empoli, sta dimostrando tanto con il Napoli. Sono curioso di vedere la Fiorentina, perché Paulo Sousa fa giocare un bel calcio soprattutto in fase offensiva».
Carriera esemplare per il toscano, che dopo gli Europei lascerà l’azzurro: senso tattico super
Nei primi sette turni i bianconeri non avevano subito gol una volta sola: contro il Genoa
Bonucci esalta il pressing degli attaccanti: «Solo così, giocando da squadra, si vince»