Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Estero Platini: Infamato, ma resto candidato
«Accuse vergognose, come mi avvicino al sole mi brucio come Icaro. I soldi? Leciti»
«Sono stato infangato in modo vergognoso». Firmato Michel Platini, il presidente (sospeso) della Uefa, erede in pectore del regno che fu di Blatter, sul quale si è abbattuta (e secondo Le Roi non in modo casuale) la scure del Comitato Etico della Fifa, che lo ha sospeso per 90 giorni. «Mi innervosisce più essere messo in mezzo con gli altri che i tre mesi di stop» ha confidato l’ex fuoriclasse francese. In sua difesa è scesoincampoGiancarloAbete, ex numero uno della Federcalcio: «Ha fatto bene a non dimettersi di fronte ad un’accusa infamante, che resta però un brutto colpo per l’immagine di Michel».
Platini ha parlato a Le Monde, si è sfogato dopo settimane di silenzi. Ipotizzando anche una sorta di rappresaglia nei suoi confronti (e quando si parla di Fifa e di Blatter, tutto - anche l’impossibile - è possibile): «Ogni volta che mi avvicino al sole, come Icaro, mi brucio sempre» ha ammesso Le Roi. Si fa sempre più forte la voce che vorrebbe lo stesso Colonnello dietro tutto questo, una sorta di teoria del complotto. Lo stesso Platini non smentisce: «Ho i miei sospetti, tutto è venuto fuori dopo che gli ho chiesto di dimettersi e detto che mi sarei candiato». Una corsa che rischia di farsi
DIFESA.
tutta in salita: l’Uefa lo ha appoggiato giovedì scorso, oggi nell’Esecutivo Fifa sosterrà con forza il rispetto della scadenza del 26 febbraio come data per le elezioni. Ma certo la strada è irta di trappole e pericoli. Platini conferma: «Ho ancora voglia di candidarmi, non credo di aver perso molti voti con questi scandali. Le persone che mi conoscono sanno chepossoguardarmiallospecchio. Spero solo non mi venga impedito di stare in piedi, perché dà molto fastidio vedere un calciatore e non un politico puro correre per la Fifa». Ricostruisce la storia dei due milioni di franchi versati nelle sue casse da Blatter, l’accusa che perde su di lui: «Nel 1998 ero presidente del Comitato organizzatore della Coppa del Mondo e doveva essere eletto il nuovo presidente Fifa. Ero a Singapore e Blatter chiede di vedermi nella sua camera. Mi dice che il presidente uscente Joao Havelange gli ha detto “Platini presidente e Blatter segretario generale è una soluzione molto elegante”. Solo che a me non interessava, ero nella Coppa del mondo. Allora Blatter ha deciso di candidarsi lui: “Mi presento, ma ho bisogno di te”. Ci rivedemmo due mesi dopo, mi chiese di essere il suo consigliere per il calcio. Ci accordammo. “Quanto vuoi?”. Risposi “Un milione di quello che vuoi, di rubli, di sterline, di dollari”. I contratti scritti? Fu una cosa da uomo a uomo, nel diritto svizzero un contratto orale vale come un contratto scritto». Continuerà la sua corsa alla Fifa: «Sono l’unico che può garantirgli di tornare ad essere la casa del calcio».
Al suo fianco, fino a prova contraria, l’Italia del calcio, presente (il presidente
SUPPORTO.
Tavecchio e il dg Uva erano a Nyon giovedì scorso) e passata. Ieri l’ex numero uno della Figc, Abete, intervenendo a «Radio Anch’io lo sport» su Radio Rai, è stato categorico: «In questi otto anni all’Uefa ha fatto bene, è uno che ama il calcio. La sospensione è un provvedimento cautelare, non nel merito. Il risultato dell’inchiesta sarà importante per capire se davvero la sua candidatura è bruciata o no. Lui non è uno che ha bisogno di soldi, raramente vedo uno che compie operazioni illecite e poi dichiara gli introiti e paga le tasse. La verità è che c’è una sorta di resa dei conti all’interno della Fifa, il Comitato etico continua a sospendere e a inibire molti dirigenti».