Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

«Piede n.37 classe e vento: ne ho fatti 13»

- Fu.za.

Massimo Palanca segnava gol che noi umani non possiamo immaginare.

«Tredici da calcio d’angolo in tutta la carriera».

Non può essere un caso.

«Non lo è mai, ma entrano in gioco tante componenti. Io calciavo forte, di interno sinistro, chiedevo sempre a un compagno di mettersi sul palo. A Catanzaro lo faceva Claudio Ranieri. Conta l’effetto che dai al pallone, la mischia che si crea in area, il portiere che si distrae. Con me poi c’era una sorta di guerra psicologic­a. I portieri sapevano che ci provavo...»

Dicevano che influisse il vento di Catanzaro.

«Certo, allo stadio il vento si sentiva eccome, io cercavo, diciamo così, di annusare l’aria»

E’ rimasto leggendari­o il suo piede-mignon.

«Calzavo il 37 e avevo anche un problema al metatarso. La Pantofola d’Oro per anni mi ha rifornito di scarpe fatte su misura»

La chiamavano O Rei di Catanzaro.

«Anni fantastici, c’era tanta passione. Mazzone mi diceva: vai Massimè, provaci sempre. E provavo e riprovavo. Ma sai, calciavo anche le punizioni dal limite e quelle sugli esterni, avevo un buon piede»

La sua magia più straordina­ria?

«Tutti pensano alla tripletta che col Catanzaro segnai all’Olimpico, quando nel ‘79 battemmo la Roma. Ne feci tre, uno anche dalla bandierina. Ma non è quella: il gol più bello lo segnai sì alla Roma, ma in casa, a Catanzaro. C’era Tancredi in porta. fascia sinistra, il pallone sta per uscire, è in quella zona tra l’area del portiere e quella grande, sto correndo, vedo che in mezzo non c’è nessuno, faccio un passo più lungo e colpisco d’esterno sinistro: un arcobaleno perfetto, gol sul secondo palo»

Palanca, a 62 anni segna ancora da calcio d’angolo?

«A Catanzaro Ranieri era decisivo sul palo. Mazzone mi diceva: provaci Massimè»

«Gioco tutti i venerdì a calcetto con i miei amici (ride), ma la butto in mezzo e ci pensano loro...»

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Massimo Palanca, 62 anni

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