Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Al Colosseo la parata dei campioni
E la maratona correrà per la pace tra Vaticano, Moschea e Sinagoga
Saranno Giochi millenari. Se n’era parlato, tra un’indiscrezione e l’altra. Ignazio Marino, sindaco dimissionario della Capitale, aveva lanciato l’idea delle premiazioni dentro al Colosseo, mentre il Circo Massimo e i Fori sono sembrate da subito location naturali per alcuni eventi olimpici. Beh, da ieri su queste ipotesi c’è l’imprimatur di Montezemolo che, in occasione dell’incontro con gli studenti all’Università di Tor Vergata, ha rivelato alcuni punti del dossier in preparazione al Foro Italico.
«Sarà l’Olimpiade della cultura e della bellezza. Ricordate il grandioso concerto di Luciano Pavarotti, José Carreras e Placido Domingo a Caracalla (7 luglio 1990; ndr)? Lo videro in tutto il mondo. E vedendolo respirarono l’atmosfera di Roma. Ecco, noi vogliamo che lo stesso accada attraverso i Giochi. La maratona, ad esempio, toccherà i tre poli religiosi della città - il Vaticano, la Moschea e la Sinagoga - e porterà con sè un messaggio di pace. Il beach volley lo faremo al Circo Massimo, mentre ai Fori Imperiali collocheremo l’arrivo delle prove su strada di ciclismo».
Il Colosseo verrà coinvolto, ma non nel modo auspicato da Marino. «Le premiazioni si svolgeranno nei siti delle gare, ma verranno replicate alla sera al Colosseo. L’idea è una parata quotidiana con tutti i premiati della giornata» svela Montezemolo, che poi accende i riflettori su un’idea inedita: «Vorremmo organizzare delle esibizioni di calcio fiorentino a Caracalla. E’ un gioco che appartiene alla storia
PARATA OLIMPICA.
e merita di essere mostrato al mondo. Un altro modo per abbinare sport e cultura».
Il velodromo e il nuovo palazzo dello sport per basket e pallavolo verranno collocati, come si sapeva, a Tor Vergata: «Dobbiamo recuperare l’incompiuta di Calatrava, con la possibilità di un palazzetto polifunzionale e un velodromo, con un’immensa pista ciclabile intorno al Parco».
«Roma e l’Italia si battono con Los Angeles, Parigi, Amburgo e Budapest. Grandi città del mondo, in alcuni casi capitali. Ma quando riusciamo a lavorare tutti assieme, non ce n’è per nessuno, siamo i più bravi di tutti. Guai a perdere la voglia di competere, sarebbe una scelta che pagherebbero i giovani. Dobbiamo vincere».