Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Tra Vale e Lorenzo il giudice è Iannone
La fantastica gara australiana aggiunge il talento di Andrea alla sfida Rossi-Lorenzo già condizionata da Marquez e Pedrosa
Valentino Rossi domenica scorsa lo ha assolto dal reato di lesa maestà: «Se dovessi perdere il Mondiale per tre punti, rimarrei comunque amico di Andrea», ha detto riferendosi ovviamente al podio perso a Phillip Island per “colpa” del pilota di Vasto.
I tifosi del pesarese, però, non sono stati altrettanto comprensivi e hanno attaccato Iannone sui social, insultandolo pesantemente. Una ulteriore dimostrazione che la libertà di espressione non è sempre positiva se non associata all'intelligenza. Ora senza stare a scomodare il tranciante giudi zio di Umberto Eco («I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino»), è fuor di dubbio che la popolarità del motociclismo porta con sé anche i lati negativi della tifoseria becera che da sempre affligge il calcio.
In questo senso Valentino ha fatto il capitano sotto la curva invitando con la sua dichiarazione positiva nei confronti dell'amico che lo aveva appena battuto a moderare i commenti. Iannone d’altronde con il suo «non sono pentito, sono contento» ha confermato di essere uno sportivo vero, come del resto ha fatto anche Marc Marquez che non ha esitato a togliere punti al suo connazionale.
«Questo Mondiale è uno dei più belli degli ultimi vent'anni - ha commentato Carlo Pernat, oggi manager personale di Iannone e pigmalione sia di Rossi che di Biaggi -. Quel che si è visto a Phillip Island è che l'assegnazione del titolo non dipenderà solo da Vale e Jorge. Ormai è certo che sarà deciso anche da altri, come Marquez, Iannone e Pedrosa, che possono levare o aggiungere punti ai due contendenti. È uno strano destino che in Australia uno spagnolo abbia tolto punti ad uno spagnolo e un italiano ad un italiano. Sembra un incrocio, una beffa».
Può stupire che due piloti, amici, che si allenano assieme in pista non si facciano sconti, ma questo è semplicemente lo sport. Del resto Andrea Iannone è quarto nel Mondiale e corre per la Ducati che peraltro quest'anno ha fatto un incredibile balzo in avanti prestazionale. Dimenticate subito i supposti vantaggi di cui la Desmosedici usufruisce quest'anno: due litri in più di benzina e gomme morbide per la qualifica. In gara infatti la GP15 ha corso con gli stessi pneumatici di Honda e Yamaha e con lo stesso quantitativo di carburante.
A dirlo è il suo progettista, Gigi Dall'Igna. «A Phillip island la benzina non conta e noi abbiamo corso con venti litri come tutti gli altri».
Un piccolo vantaggio magari non tanto piccolo la Desmosedici lo ha avuto perché ha a disposizione un maggior numero di motori rispetto alle giapponesi, 12 contro 5. E se Jorge, Marc e Vale hanno gareggiato con il quinto ed ultimo propulsore con il quale dovranno correre anche a Valencia, Andrea al contrario ne ha potuto utilizzare uno fresco, il nono. Ciò significa anche poter disporre di motori più tirati, visto che devono sopportare un chilometraggio minore. Sarebbe sbagliato però separare i pregi della moto da quelli del pilota.
«È un lavoro di squadra - ha sottolineato Dall'Igna - per questo io non distinguo mai fra moto e pilota, il risultato arriva da entrambi. Nel caso di Iannone ha preso anche molti rischi e mi ha stupito per quanto è maturato anche solo rispetto all'anno passato».
«Io non mi sono mai arreso, ho sempre creduto di essere un pilota forte - ha ribadito Iannone - ma ho avuto sempre l'umiltà di mettermi in discussione. E ovviamente anche dalla frequentazione con Valentino ho imparato molto. Del resto se non da lui, da chi sennò?».
Ecco, questa è una cosa di cui la tifoseria dovrà tener conto, perché il Fenomeno ha 36 anni, non è eterno, e solo imparando a battere il Maestro, Andrea Iannone può pensare un giorno di prenderne il posto.
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