Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Conte e Mauri davanti al gup il 16 febbraio
ROMA - Il 18 febbraio 2016, a tre mesi e 23 giorni dall’inizio degli Europei in Francia, Antonio Conte, ct degli azzurri, ed altri 103 indagati (fra i quali l’attuale tecnico dell’Udinese, Stefano Colantuono, il giocatore della Lazio, Stefano Mauri, l’ex capitano dell’atalanta, Cristiano Doni, e Beppe signori) finiranno davanti al gup Paolo Beluzzi per l’udienza preliminare in merito all’inchiesta sul calcioscomesse, avviata quattro anni fa dal procuratore di Cremona, Di Martino. «E’ una forzatura» il commento dell’avvocato Leonardo Cammarata che assiste il ct, in merito al capo d’imputazione, «passato da una condotta attiva contestata nell’avviso di chiusura indagini a una condotta omissiva». Esclusa qualsiasi ipotesi di patteggiamento (chi conosce Conte non si sorprenderà), al vaglio (ma con poche possibilità) il giudizio immediato (procedimento penale speciale senza l’udienza preliminare), visto che il primo step è già fissato per metà febbraio. Conte avrebbe preferito arrivare agli Europei, conquistati dopo un girone eliminatorio senza sconfitte, senza “pendenze”. Vedremo. Ma potrebbe essere il volano per caricare la sua Nazionale (un po’ quello che accadde a Lippi e all’Italia in Germania 2006, azzurri al Mondiale mentre in Italia divampava Calciopoli).
HI-TECH. Il procedimento che si andrà a discutere sarà (anche) hi-tech, visto che il giudice, nell’avviso di fissazione, rileva la «complessità organizzativa per un processo di queste dimensioni e tipologia (...) in particolare per Uffici di piccole dimensioni come il Tribunale di Cremona». Per questo ha disposto la digitalizzazione di tutto il materiale (80 files corrispondenti agli 80 faldoni dell’inchiesta) e che riguarda una sessantina di partite fra serie A,B e Lega Pro. A Conte (e al suo vice Alessio) viene contestata Albinoleffe-Siena (maggio del 2001), per l’accusa «contribuivano all’alterazione del risultato della partita non impedendo l’evento illecito, nonostante il dovere di sorvegliare la condotta morale e sportiva dei calciatori» invece di «mantenere una condotta conforme ai principi della lealtà, della correttezza e della probità» (casualmente i capisaldi dell’art. 1 del Codice di Giustizia sportiva copiati pari pari). La difesa del ct è già all’attacco.
Il ct cambia anche l’imputazione Il suo legale: «E’ una forzatura, no al patteggiamento»