Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Tour, il percorso è impegnativo: Froome lo prenota
L’edizione 2016 ora attende risposte: l’Astana ancora in bilico tra Nibali e Aru, Rodriguez tentato dal Giro
Chris Froome già lo sente suo, non tanto perchè siede sul trono dell'ultimo vincitore quanto perchè lo vede impegnativo ed esigente: «Lo vedo disegnato per corridori completi oltre che particolarmente adatto agli scalatori. Insomma, per vincerlo ci sarà da sudare e mi ci metto anch'io». Tuttavia alla presentazione del Tour de France 2016, celebrata ieri nel Palazzo dei Congressi di Parigi, il keniano ha goduto del privilegio di non avere oppositori alle sue dichiarazioni. Difatti, a eccezione di Thibaud Pinot che da qualche anno insegue ostinatamente il sogno di riconsegnare alla Francia quella maglia gialla che sfugge dal 1985 (vittoria di Hinault), nessun altro fra i candidati a trionfare agli Champs Elysees era presente. È vero che c'erano Cavendish e Greipel, Tony Martin e Stybar, ma loro corrono il Tour con altri obiettivi, puntati esclusivamente sulle vittorie di tappa.
Insomma, il battesimo della Grande Boucle non ha svelato quali possano essere i veri protagonisti. Come dire che c'è il percorso ma mancano... i corridori. «A 255 giorni dal Grand Depart di Mont Saint Michel - ha analizzato il direttore Christian Proudhomne nessuna squadra ha finora ufficializzato i programmi». A cominciare dall'Astana, che ha Nibali e Aru in rampa di lancio ma che scioglierà l'interrogativo solamente in novembre. Stesso discorso in casa Movistar, dove la famiglia si è ingrandita con l'arrivo di Dani Moreno in appoggio a Quintana e Valverde, tutti uomini decisamente da Tour. E Rodriguez? A Purito piace il Giro ma da ieri, alla vista del percorso con salite a lui amiche, fa l'occhiolino pure alla corsa francese. E Contador? «Dovrei esserci, sarà il mio ultimo Tour».
Campo dei partenti a parte, guardando il percorso sulla carta sembra un Tour ben disegnato, percorso severo, non proibitivo. Si corre fra il 2 e il 24 luglio, prende avvio da quell'angolo di paradiso che si specchia nell'Atlantico quale è Mont Saint Michel, nella 1ª tappa porterà i corridori all'Utah Beach (comune di Sainte Marie du Mont) su una delle 5 spiagge in cui il 6 giugno 1944 avvenne lo sbarco alleato in Normandia e si concluderà a Parigi. Sono 3.519 km con 3 sconfinamenti: Spagna, Andorra (con 2 tappe nel cuore dei Pirenei) e Berna in Svizzera, non senza polemiche elvetiche dopo che la capitale federale ha ritenuto di beneficiare la corsa francese a scapito dell'arrivo del Tour de Suisse. Sono 9 le tappe pianeggianti e altrettante di montagna con 4 arrivi in salita. Due le cronometro per 54 km complessivi ma con la Sallanches-Megeve (17 km) quasi tutta con le ruote all'insù, compresa la cote de Domancy che solennizzò l'impresa di Hinault davanti a Baronchelli nel Mondiale 1980. Da sottolineare il ritorno sul Mont Ventoux: è la 10ª volta (la prima nel 1958) che il Tour fa tappa sul Gigante di Provenza. Sul fronte dei Pirenei il Tourmalet e il Peyresourde (8ª tappa) anticipano la scorpacciata delle vette di Spagna e Andorra, con l'Envalira a 2410 metri “tetto” del Tour. Infine le Alpi, orfane di Izoard, Galibier e Alpe d'Huez, ma con l'inedito trittico alpino attorno al Monte Bianco, valido a tenere viva la corsa fino alla vigilia della dolce passerella che si muoverà da Chantilly per consegnare alla storia il 103° vincitore.
Partenza il 2 luglio Anche il Ventoux tra le salite, un inedito trittico alpino vicino al Monte Bianco