Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Boninsegna: Presi una lattina in testa
Roberto Boninsegna, cosa le viene in mente ricordando Borussia MönchengladbachInter di quarantaquattro anni fa?
«Un dolore improvviso, lancinante, alla testa, e una gran rabbia che mi accompagna ancora. I tedeschi insistono, dopo così tanto tempo, nel sostenere che recitai per la vittoria a tavolino, invece fu tutto vero, non esagerai nemmeno un po.’ Battevo una rimessa laterale e fui colpito da una lattina piena lanciata dagli spalti: me l’hanno raccontato i compagni, io crollai a terra intontito».
Raccontano che la lattina fu subito nascosta e che Mazzola, ne consegnò un’altra all’arbitro...
«Questo bisogna chiederlo a lui, i miei ricordi dei minuti dopo la botta sono confusi: ebbi una sensazione strana, come se il campo si fosse spostato d’un tratto, e rinvenni quando mi svuotarono un secchio d’acqua sul viso. Come si fa a dire che finsi? Anche il commissario di campo, un francese, vide com’ero conciato: non avevo nessun taglio, per fortuna, ma un bernoccolo alto così. Eppoi io volevo rientrare, fu il dottore a sconsigliarmi».
Eravate sull’1-2...
«Avevo pareggiato io, il Borussia era tornato avanti ma non era passata ancora mezz’ora e nulla era precluso. Grande squadra, lo riconosco, ma non imbattibile come credeva d’essere: difatti a San Siro vincemmo e a Berlino, quando la partita fu ripetuta, pareggiammo».
Quella sera, però, ne prendeste sette...
«Dopo quell’episodio, di fatto smettemmo di giocare: Corso e Mazzola nello spogliatoio dissero a tutti di stare tranquilli, ci informarono che per l’arbitro la partita era finita».
Adesso tocca alla Juve, altra sua ex squadra, a sfidare il Borussia Mönchengladbach...
«Con tutto il rispetto, non è la stessa cosa: la squadra dei miei tempi era grandissima e l’Inter, eliminandola, dimostrò tutto il suo valore. La ripetizione della prima partita fu giusta, i tedeschi hanno poco da insistere».