Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

PAZZA ROMA COSI’ BUTTI L’EUROPA

Sotto di due reti (Hernandez), recupera con De Rossi e vola con Pjanic e Iago Falque. Poi la follia: finisce pari

- di Alberto Polverosi

Così no. Così si butta via tutto, ma anche in un posto brutto. Che la Roma in Europa non fosse un esempio di affidabili­tà era noto, anche l’anno scorso a Mosca si era fatta acciuffare dal Cska all’ultimo istante, però stavolta ha esagerato. Era sotto di due gol dopo venti minuti, ha travolto il Bayer con 4 gol, aveva la partita, la vittoria e forse anche la qualificaz­ione in pugno a 6’ dalla fine e ha buttato via questo bendidio facendosi fare altre due reti quando avrebbe dovuto tenere palla, farla

girare, portarsela a casa. Così non si può fare. Col pari di ieri la Roma resta ultima nel girone. Se una squadra è schizofren­ica, è quanto si merita.

IL DISASTRO INIZIALE. Prima occasione del Bayer (colpo di testa di Hernandez) dopo 30”, primo gol dopo 4’ (rigore di Hernandez), secondo gol dopo 19’ (ancora di Hernandez). La Roma era rimasta nel ritiro di Colonia, veniva da pensare, o almeno qui a Leverkusen non c’era davvero. Era come se questa partita non la riguardass­e. Aveva un modo di difendersi dilettante­sco, tutti fuori posizione, tutti

staccati dall’avversario. Già nella prima palla-gol dei tedeschi la difesa romanista era scombinata, sul rigore l’intervento di Torosidis sul cross di Calhanoglu era contro le regole (braccia larghissim­e), il 2-0 è stato poi il festival dell’errore difensivo. Il primo lo ha commesso Digne che si è fatto portare via la palla da Hernandez, il secondo De Rossi (ma questo almeno era comprensib­ile) bruciato sullo scatto dello stesso Chicharito, il terzo di Rüdiger che ha lasciato in gioco il centravant­i del Bayer quando, libero in area, ha ricevuto palla da Calhanoglu.

ALLO SBANDO. Il pressing alto dei tedeschi aveva messo in crisi la Roma fin dal primo minuto. Non c’era ripartenza, non c’era la possibilit­à di recuperare, saltavano le posizioni. Un disastro. Garcia aveva cercato di cambiare subito assetto, abbandonan­do il rombo (per 10’ Pjanic è stato dietro alle due punte) per portare Florenzi a sinistra e la squadra col tridente. Ma anche in quel modo, la Roma imbarcava acqua. Impossibil­e per Torosidis mantenere alta la guardia su Calhanoglu, difficilis­simo frenare la qualità e il ritmo di Bellarabi che attaccava al centro partendo alle spalle di Hernandez.

IL RIENTRO. Nel dominio troppo semplice e troppo facile del Bayer, fra il primo e il secondo gol, c’era stata l’occasione di Pjanic. Pur importante, era passata quasi inosservat­a in mezzo alla bufera tedesca. E invece era il segnale del rientro in partita della Roma. Che a quel punto aveva una sola

possibilit­à: alzare il ritmo e mettere il Bayer nelle stesse condizioni in cui aveva versato la Roma stessa fino al 2-0. La squadra di Garcia è salita di trenta metri e la linea del Leverkusen ha iniziato subito a traballare. Il punto debole era Papadopoul­os e Gervinho andava a cercare proprio lui.

PRIMA PJANIC E DE ROSSI...

Come era successo con l’Empoli, ci voleva il tocco del bosniaco per togliere la Roma da ogni impiccio. Ma ci voleva anche qualcos’altro: rabbia, forza, furore, ci voleva il capitano con la barba. Su angolo pennellato da Miralem, Leno era costretto a una respinta problemati­ca, Manolas ha rimesso di testa la palla in area e De Rossi, tenuto in gioco da Tropak, ha controllat­o e segnato. Dopo che Papoadopou­los si era salvato da un rosso sicuro per un fallo in chiara occasione da gol su Gervinho, è arrivata la seconda esibizione di Pjanic: punizione del bosniaco, Papadopoul­os ha perso nella mischia De Rossi che ha pareggiato con un tocco di coscia.

...POI SOLO PJANIC. Come aveva finito il primo tempo, così la Roma ha iniziato il secondo. Attaccando con forza e pressando il Bayer fin dalla nascita della sua azione. Gervinho si è mangiato uno dei suoi classici gol tirando addosso al portiere, ma un minuto dopo altro capolavoro di Miralem Pjanic, il sire delle punizioni. Palla un po’ distante dalla sua mattonella preferita, ma di questi tempi il bosniaco può tirare da qualunque posizione, la palla fila dentro, come ha fatto anche ieri, soffiando sull’orecchio sinistro dell’ultimo uomo in barriera. Da fermo, oggi, nessuno è più forte di lui. Sono aumentati gli spazi che la Roma ha cercato di sfruttare con Gervinho e Falque, entrato al posto di Salah. Florenzi era tornato a destra, Falque a sinistra e solo Gervinho in attacco. Quello spazio ha portato al 4-2 della Roma, dopo una traversa di Falque. Il tocco di Pjanic per Gervinho non è stato un passaggio, ma una delicatezz­a, il cesello di un orafo, l’ivoriano ha saltato di netto Tah e stavolta ha fatto la scelta giusta, non ha tirato ma appoggiato la palla su Falque: quello è stato un tocco, anche facile. Fine della partita, no? No! La Roma si è disfatta di nuovo in 6 minuti, bello il sinistro del 4-3 di Kampl (marcato male), folle il 4-4 di Mehmedi con la difesa della Roma ancora sotto sopra e l’inutile ingresso di Dzeko un attimo prima. Così non si può.

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GETTY IMAGES Daniele De Rossi, grande protagonis­ta in campo, sconsolato nel finale

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