Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Sinisa, ci mancava questa
Kondogbia segna e la baby Inter vince il Berlusconi, con Mihajlovic sempre più in crisi
Alla fine ha dovuto vedere premiata l’Inter che ha conquistato per la prima volta (al secondo tentativo) nella sua storia il trofeo dedicato a papà Luigi. Il presidente Silvio Berlusconi ha delegato Franco Baresi per la consegna della Coppa. In un clima surreale, con le riserve e i ragazzi dell’Inter (in maglia gialla, la terza d’ordinanza...) che sono sfilati sul palco quasi nell’indifferenza generale. Del Milan, Mihajlovic e i suoi giocatori, nessuna traccia. Un dettaglio che è stato sottolineato dalla dirigenza nerazzurra. Erano tutti negli spogliatoi i milanisti, dopo un’altra brutta figura mentre il presidente rossonero sfogava, in tribuna d’onore, la sua amarezza e le sue perplessità dopo una sconfitta che fa male perché subìta nel peggiore dei modi, in diretta televisiva e in una partita celebrativa alla quale teneva moltissimo.
Silvio Berlusconi non poteva assistere a spettacolo peggiore, già nel primo tempo, nella sfida che da 24 anni celebra la memoria di papà Luigi. Ha osservato sconcertato 45' densi di errori e di non gioco.
RABBIA.
A disposizione: Berni, Mari Sanchez.
13’ pt Kondogbia. Di Bello di Brindisi 6. Guardalinee: Pegorin e Fiorito. Quarto uomo: Mazzoleni.
Antonelli (M), Gyamfi (I) per gioco falloso. spettatori paganti 15.772 (incasso 129.277 euro). Recupero: 1 pt; 3 st.
Mihajlovic ha schierato una formazione sicuramente più vicina a quella titolare rispetto agli 11 di Mancini dove il solo Telles in questo momento potrebbe vantare chance da prima squadra. In particolar modo la difesa schierata nel derby (De Sciglio, Mexes, Romagnoli, Antonelli) era sotto osservazione in vista della sfida contro il Sassuolo. Ma Mexes non sembra assolutamente in grado di poter partire da titolare, a maggior ragione contro un attacco scintillante come quello del prossimo avversario del Milan. Il gol subìto dopo appena 13' (Kondogbia è piombato su un pallone rimpallato da Antonelli e completamente ignorato da Mexes) ha evidenziato lo stato confusionale di una squadra dove la fase difensiva è ancora un geroglifico da decifrare.
Il portiere spagnolo ha approfittato dello sfoltimento della spedizione a San Siro per evitare di sedersi in panchina ad...ammirare il suo possibile sostituto Gigi Donnarumma (una buona parata). Insieme a Montolivo, Alex e Bacca, Diego Lopez ha preferito defilarsi in attesa di sviluppi. Che, al momento, non dovrebbero essere cla-
DIEGO LOPEZ.
morosi. Ma la situazione qui al Milan è magmatica, difficilmente decifrabile. Mihajlovic sembra sempre meno saldo anche perché, oltre ai risultati, latita il gioco. Manifestatosi solo nella parte finale del secondo tempo quando ormai l’Inter era una simpatica ma molto agguerrita babilonia di giovani, riserve, «desaparecidos» (Dodò), comunque combattenti che non hanno lesinato coraggio e colpi più o meno proibiti per evidenziare le colpe di un Milan sempre più irriconoscibile.
È stato bavo Mancini a motivare la sua squadra dove si sono viste buone individualità. Partito con un prudente 4-4-2, a metà del primo tempo ha cambiato il volto della sua Inter spostando Nagatomo da terzino sinistro a esterno destro sulla linea mediana nel 4-3-3. Nella ripresa nuova metamorfosi: 4-5-1 e una nuova lezione di tattica e di buon senso dedicata al suo amico Mihajlovic. È vero: la testa dei nerazzurri era già a Palermo (sabato sera), ma il corpo e lo spirito erano a San Siro. Il derby si affronta così, non come ha giocato il Milan nel primo tempo.
INTER OK.
La cosa più assurda è che il milanista più vivace, volitivo, rabbioso e motivato è stato Prince Boateng in campo nel secondo tempo. Ha schiumato rabbia, ha sopportato i nauseabondi ululuati dei soliti imbecilli, ha cercato di fare gol. Indossava la maglia del Milan, non è tesserato né stipendiato, non ha nemmeno un armadietto a Milanello...
SEMPRE PEGGIO.