Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Mancini: Visto? Kondogbia sta crescendo

- Di Pietro Guadagno

E se alla fine l’Inter dovesse perfino ringraziar­e il Milan per questo derby amichevole infrasetti­manale? Oltre ad averlo vinto, infatti, la squadra nerazzurra si è ritrovata a celebrare il gol decisivo Kondogbia (il primo in assoluto della sua avventura italiana) e chissà che proprio quella prodezza non segni la svolta nella stagione del francese. Intanto, ieri sera, ha giocato nella sua posizione preferita, ovvero in una mediana a due con al fiancoGnou­kouri,enoncome mezz’ala. Ha subito dato l’impression­e di trovarsi a proprio agio. Ha gestito il pallone con sicurezza, esibendo un piede mancino di tutto rispetto, e si è fatto sentire anche quando si è trattato di difendere. Poi è arrivata anche quella palla su cui Mexes si è ben guardato dall’intervenir­e, a differenza di Kondogbia, che ci si è avventato e l’ha scagliata in porta. Non ha esultato più di tanto, perché contava fino ad un certo punto. Ma certi segnali, spesso, non vanno trascurati. E pazienza se dopo una mezz’ora Mancini ha ripristina­to il centrocamp­o a due e il francese ha dovuto modificare il suo raggio d’azione.

Dopo il fischio finale, Mancini ha ribadito la sua totale fiducia nei confronti di Kondogbia. Lo ha fatto direttamen­te pure con Thohir, a cui ha assicurato che diventerà un grande giocatore. Facile che, a questo punto, torni già titolare a Palermo, dopo la panchina con la Juventus. «Credo stia migliorand­o, può capitare di stare in panchina e comunque non succede nulla. Capiterà anche ad altri, con tutte le partite che ci attendono. Crediamo in lui, ha fatto buone cose oltre al gol», sono state le parole del tecnico nerazzurro. In maggiore dettaglio, invece, è entrato il suo

SOLO AL 70%.

vice Sylvinho. «Kondogbia è giovane, credo abbia bisogno di 6 mesi per ambientars­i definitiva­mente. Ma ha qualità e testa. Non è un problema il centrocamp­o a due o a tre, dipende anche dalla brillantez­za della squadra. Ad ogni modo, sta crescendo. Ora non è a più del 70% del suo potenziale. Una cosa, però, deve essere chiara: per caratteris­tiche non segnerà mai 15 gol in un campionato».

Tornando a Mancini, il tecnico ha tenuto a precisare che «non volevamo snobbare questo derby (tutti i titolari di domenica più Guarin non sono stati convocati,

ASPETTIAMO BIABIANY.

«Non volevamo snobbare il derby: qualcuno doveva riposare. In arrivo gare impegnativ­e»

ndr). Solo che qualcuno doveva riposare. Ci aspettano una serie di gare impegnativ­e, ma prima pensiamo a Palermo». Al di là di tutto, a differenza di Mihajlovic, il tecnico nerazzurro ha ricevuto diverse risposte da chi è andato in campo. Ad esempio da Biabiany. «Lo aspettiamo perché non abbiamo un giocatore con le sue caratteris­tiche per la corsia di destra. Gli manca ancora qualcosa per fare il titolare», ha sottolinea­to Sylvinho, che poi ha spostato il mirino su Manaj: «Ha la testa libera, un po’ come Icardi. Per lui giocare contro la Juventus o un’amichevole è la stessa cosa». E oggi il 18enne albanese incontrerà De Biasi, per chiudere definitiva­mente la polemica scoppiata nei giorni scorsi. Chissà che alla prossima sosta non arrivi pure la prima chiamata in nazionale.

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