Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Nube tossica, allarme a Sepang
Andrea Dovizioso ieri non è arrivato a Sepang. Trascorso qualche giorno di relax a Langkawi, una piccola isola a un’ora d’aereo dal circuito, il ducatista è rimasto bloccato in aeroporto dalla cancellazione dei voli dovuta alla nube tossica che aleggia sulla Malesia occidentale. Il problema nasce, come avvenne un mese fa in occasione del GP di Formula 1 di Singapore, dagli incendi appiccati dagli agricoltori nella vicina Indonesia, separata dalla costa malese solo da uno piccolo tratto di mare (lo stretto di Malacca). Ad essere date alle fiamme, con l’obiettivo di fertilizzare i terreni, sono le piantagioni di palme da olio.
Le sostanze che si sprigionano sono estremamente volatili e tossiche. Secondo le stime di Greenpeace, l’indice di inquinamento dell’aria sarebbe passato da 75 a 401 in meno di una settimana, mentre il governo parla di valori appena al di sotto della soglia di pericolo. Intanto però a Kuala Lumpur, la capitale, distante una sessantina di chilometri da Sepang, e a Putrajaya, a circa 40 km, dove fanno base molti team del Motomondiale, sono state chiuse le scuole e la maggior parte della gente gira indossando una mascherina. Hanno usato questo accorgimento anche gli uomini del team di Valentino Rossi. Cal Crutchlow, pilota britannico della LCR Honda, ha provato a fare una corsetta sul circuito, ma dopo una ventina di minuti è dovuto tornare in albergo con la gola in fiamme.
La nube è estremamente densa e oscura il sole, anche se nella serata di ieri il vento stava rendendo l’aria un po’ più respirabile. E per domani e soprattutto sabato sono attese le piogge. Che non faranno felici i piloti, ma sicuramente miglioreranno la situazione. La Dorna ovviamente sulla questione tace, almeno per ora, ma il GP non dovrebbe essere in pericolo. Oggi scopriremo quale sarà la reazione dei piloti. Intanto Dovizioso dovrebbe salire sul primo traghetto e poi farsi 500 km al volante per raggiungere in auto Sepang.